Definizione di Contenuto di Qualità/2 - il Fattore Tempo

Creato il 27 aprile 2011 da Marcodalpozzo @marcodalpozzo

Nello schema proposto qualche giorno fa (per comodità lo ripresento qui appresso), sugli assi cartesiani sono presenti l'Attribuzione di Senso e Significato e l'opera di Strutturazione/Organizzazione.

Quello che non viene contemplato in questo schema è il fattore tempo, una terza dimensione del percorso che, però, credo possa fare la differenza.

Carotenuto e Mezza, nei loro interessanti saggi sul Giornalismo Partecipativo e sui Media, parlavano della prontezza con cui le informazioni sono fornite alle Persone (non soltanto via Internet) secondo una [tecno]logica just in time ; [tecno]logica che favorisce, quindi, una veloce generazione di senso.

Mi viene da pensare che, se da un lato il soddisfacimento del vincolo di tempo reale rappresenti un valore aggiunto di chi fa servizio informativo [secondo una logica che è anche commerciale] , dall'altro potrebbe rappresentarne un limite [secondo una logica, lasciatemi dire, educativa].

Perchè una delle questioni da porre è: la veloce generazione di senso è da preferire o no? E' di qualità il contenuto che esaurisce e consuma all'istante la notizia senza prevederne un approfondimento che stimoli una discussione e, quindi, abiliti (o faciliti, qualora iniziato) il percorso verso la Saggezza delle Persone agenti nell'ecosistema-Stato (un modo di vedere e di interpretare la Generazione di Senso)?

Mi tornano in mente le parole di Bauman nel suo Capitalismo Parassitario in cui afferma:

Attribuire importanza alle diverse informazioni, e soprattutto attribuire importanza ad alcune piuttosto che ad altre, è forse il compito più sconcertante e la decisione più difficile. L'unico criterio pratico su cui basarsi è la pertinenza momentanea; ma anch'essa cambia di momento in momento e le informazioni assimilate perdono di significato appena utilizzate. Anch'esse, come altre merci sul mercato, sono destinate a un utilizzo istantaneo, sul posto e una tantum.


Ho citato uno degli ultimi passi di un ragionamento (sulla Società Liquida) in cui diceva anche:

Il mondo dei nostri giorni appare più un meccanismo per dimenticare che un ambiente per apprendere.
[...]
In un mondo simile il sapere è destinato a inseguire senza fine oggetti sempre più elusivi, che, come se non bastasse, iniziano a svanire nel momento stesso in cui vengono afferrati.


Le strade sembrano quindi essere due e mutuamente esclusive: assecondare la liquidità della società o cercare di ri-stabilizzare [alcuni de]i principi su cui dovrebbe fondarsi?


Io sceglierei la seconda e, per il ruolo fondamentale che riconosco all'Informazione, ritengo che uno degli strumenti per provare almeno a intraprenderla sia quello di garantire una maggiore lentezza al processo di generazione di senso.

Una velocità ridotta che spinga le persone a soffermarsi su quello che accade e a discuterne le dinamiche, le ragioni. Continuando a credere che il contenuto di qualità sia quello che abbia come oggetto i fatti di Cronaca e Politica e, per quanto appena detto, considerando il tempo un fattore essenziale, tra le due definizioni che ho provato a ipotizzare, credo che ne resti soltanto una:

l Contenuto di Qualità equivale all' (vale ancora la Informazione di Cronaca/Politica e corrisponde al NOTA). livello minimo di Informazione che lo Stato deve garantire ai Cittadini


Stiamo parlando, quindi, dei Quotidiani e, conseguentemente, di parte del percorso che, grazie ad essi, i cittadini potrebbero (anzi dovrebbero) intraprendere verso la Saggezza, il Benessere, la Felicità.

Riuscite a seguirmi? [In un ragionamento che, forse, potrebbe addirittura aver affermato l'ovvio?]

Aggiornamento 6 Maggio 2011

Riporto integralmente l'articolo di PierLuca in cui si riflette su Reti Sociali e Media Tradizionali.

Già il giorno dopo Keith Urbahn aveva raffreddato sensibilmente gli entusiasmi di coloro che celebravano il trionfo delle reti sociali contro i media tradizionali: "La mia fonte è stata quella di un produttore di un network televisivo. Le storie relative alla morte dei MSM [Mainstream Media] che si basano sul mio primo tweet sono fortemente esagerate".

Gigaom riassume egregiamente il ciclo di vita della notizia identificandone con precisione i sette passaggi nell'era di Facebook & Twitter:

  • Eccitazione nell'essere i primi a riportare una notizia
  • Incertezza: richiesta di approfondimento e verifica delle fonti
  • Ricerca della Validazione: ricerca di fonti ufficiali che validino l'informazione
  • Conferma dell'informazione trasmessa
  • Scherzi, Banalità e tentativi di trarre Profitto personale.
  • Azione: momento di aggregazione sociale, sia in rete che fisica, come avvenuto per quella che è stata definita "la rivolta araba" e replicato a ground zero
  • Analisi: che approfondimenti sono consentiti da 140 caratteri?

Twitter e Facebook sono dunque strumenti molto interessanti per quanto riguarda la distribuzione e l'aggregazione sociale rispetto ad un evento ed alla relativa notizia, ma non altrettanto in termini di autorevolezza e di analisi approfondita dell'informazione.

Il vero impatto viene definito con estrema lucidità da Juan Varela nel suo articolo all'interno del quotidiano online spagnolo El Correo: " I nuovi mezzi hanno amplificato l'impatto e la distribuzione della notizia mentre i giornalisti cercavano di confermarla. [....] Le reti sociali non sostituiscono il giornalismo, però l'informazione in tempo reale comprime il ciclo della notizia e ne aumenta l'interesse al riguardo mentre opinioni ed indiscrezioni si mescolano con l'informazione reale ".

Non vi è dunque antagonismo o rivalità, bensì, esattamente al contrario complementarietà. Le reti sociali diffondo ed aggregano ciò che i mezzi di informazione, i giornalisti, verificano ed approfondiscono.

Se andare oltre le apparenze è spesso solo questione di buon senso, per i mezzi d'informazione è invece la "reason why" per motivare le persone a continuare a mantenere una relazione fiduciaria che ne attesti essere effettiva fonte di riferimento. Immagino debba davvero essere questo il terreno di confronto e di miglioramento anzichè la sterile misurazione di chi "ce l'ha più lungo".

Fonte: www.giornalaio.wordpress.com


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