Degli occhi tristi su un viso impaurito che si vergogna di esistere

Da Saraconlacca

Sono passati ormai tre giorni ed è tre giorni che sono trentenne. La mia vita ancora non ha fatto nessuna svolta, nessun cambiamento positivo  o negativo che sia, eppure il desiderio sulle candeline quest’anno era proprio chiaro… Già il desiderio con le candeline, ancora ci credo. Per la prima volta però l’ho espresso per me stessa: tutta la vita ho espresso il mio desiderio del compleanno per il bene comune, adesso ho avuto un pò di sano egoismo. Che a pensarci bene, non è nemmeno egoismo il mio ma pura sopravvivenza. Il discorso non è dei più semplici ma questa mattina mi concedo il tempo di raccontarvi. Scrivere in fondo mi rilassa, aiuta a distendere i miei nervi tesi quasi come la pelle di un tamburo africano. Sono stata tutta la vita a cercare di aiutare gli altri, i miei familiari in particolar modo per una colpa che non avevo, per una situazione che ho subito come tutti gli altri. E’ la colpa che i bambini sentono su di loro per qualcosa che è accaduto: una colpa che li trasforma in mostri togliendo loro qualsiasi sicurezza. Ecco in cosa sono stati capaci di trasformarmi: in un mostro, un mostro pieno di sensi di colpa. Dei malesseri a volte profondi, a volte leggeri, hanno sempre interferito con la mia vita. Solo oggi mi accorgo che erano un estremo tentativo di attirare l’attenzione di una famiglia distratta e narcisa con l’unico risultato di farmi giudicare fragile di mente. Tutta il mio tempo l’ho passato cercando di dare meno problemi possibili, cerando di fare del mio meglio in qualsiasi contesto venissi infilata. Il 100 alla maturità classica, 110 e lode alla laurea, subito un master e parecchi corsi. Un curriculum ideale, condito solo da sbalzi d’umore costanti. Riuscivo spesso a sparire nel nulla. Riapparivo all’improvviso e le bugie erano le mie migliori alleate. Fra tante bugie le più gravi le raccontavo a me stessa. Del mio malessere non ne parlavo mai, semplicemente lo negavo. Nessuno aveva il diritto, pensavo, di indagare su ciò che non riuscivo a capire neppure io. Chi ha sempre aiutato gli altri, quasi fino la sottomissione assoluta, oggi si rende conto d’essere stata sempre la più forte. Ma adesso basta, non ce la faccio più. Voglio LA MIA VITA. Mi piacerebbe riavere indietro la vita per ricominciare, non so precisamente da dove, certamente dal momento in cui mi è mancato qualcosa di fondamentale e non me ne sono accorta. A volte vorrei mollare tutto. Vorrei andarmene in qualsiasi altra parte del mondo, non mi importa nemmeno dove. Questo mio disagio non mi fa capire dove sta il coraggio. Se lascio tutto e me ne vado è coraggioso o sto solo scappando? O è più coraggioso rimanere, affrontare le cose? Di sicuro voglio sapere ciò che mi spetta, voglio conoscere ciò che mi riguarda personalmente e poi ESSERE LIBERA di decidere. Libera anche di amare. Ed è al mio grande amore che dedico le ultime due righe di questo post: Che tu possa avere nella tua vita la più alta, piena e perfetta felicità, meravigliosa creatura. E che io possa farne parte con te, se lo vorrai. Perchè sappilo sin d’ora: io non ho mai smesso di volerlo e lo vorrò sempre, anche quando non ti volterai più indietro a guardarmi. So bene che queste mie parole giungeranno all’orecchio e agli occhi di chi proprio non riesce a vivere senza farsi i fatti miei, senza interferire nella mia vita con malignità, ma è proprio a questa vipera che mi rivolgo: continua pure a leggermi, a seguirmi cercando di portare avanti i tuoi piani subdoli, adesso non mi meravigli nemmeno più, nessuna paura, mi fai solo tanta, tanta pena.



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