E dunque...
se da una parte son tre giorni che vorrei parlare degli indignati , quelli veri, non quelli stronzi vestiti di nero con i cappucci e le bombe carta, dall’altra non mi viene da dir nulla che non sia già stato detto (son sempre abbastanza ovvia vorrei evitare di scadere del tutto), alla fine sarebbe solo un mio sfogo personale per evitare di avere “sta palla di pelo sullo stomaco che non ne vuol sapere di andare giù”….quindi glisserò su gli indignati accontentandomi di leggere altri bei post sull’argomento che ho trovato nei blog amici. Che dire, Strano periodo questo per me, sento crescere ogni giorno una sorte di ribellione sorda, una rabbia che mi impedisce di vivere bene il presente e mi rende troppo nostalgica nei confronti di un passato che quando lo vivevo non mi pareva nemmeno sto granchè.In periodi come questo, dove dovrei soprattutto guardare avanti e invece non faccio altro che guardare lo specchietto retrovisore facendomi “trasportare da ricordi di gioventù”. Mi rivedo nelle ribellioni giovanili che capivo così poco, avevo solo voglia di ribellarmi contro un sistema che non mi piaceva “per principio “ ma che conoscevo in modo approssimativo. Mi rivedo a vent’anni ad aspettare la fine delle elezioni del primo governo Berlusconi ,"indignata " per il suo trionfo , consapevole che mandarlo a governare il “NOSTRO PAESE” non era “cosa buona e giusta” , ma forse anche se mi "indignavo" non capivo davvero la portata di quello che sarebbe accaduto alla nostra Italia di li a 15 anni, e non solo per colpa sua beninteso,lui è il capro espiatorio ma diciamo che tutti ci siamo impegnati al massimo per arrivare ad affogare in questo mare di quello che chiamerò fango , ma che del fango ha giusto il colore...Questo è il mondo del lavoro che mi è stato messo davanti agli occhi da bambina. Alcuni direbbero che è per questo che son “VENUTA SU COSì MALE, E COSI’ IDEALISTA ….”( e così comunista direbbe qualcuno, sorvoliamo sul fatto che il comunismo non esiste e dovremmo ricordarlo a certe persone….nemmeno il fascismo dite? Beh.. discutibile.....)
I miei genitori mi hanno ripetuto per anni che dovevo studiare, che dovevo andare all’università che dovevo trovare un lavoro onesto e non fare la fine loro che lavoravano “IN FABBRICA” .
Da li nella testa di tante persone dev’essere accaduto qualcosa di non previsto. Questo mantra della scuola, dell’università , dello studiare per avere il buon posto di lavoro deve aver distorto il pensiero comune .Forse non è passato il concetto che la scuola è bene, l'istruzione è bene ma non è che il lavoro in fabbrica o in cantiere sia il male assoluto. Educare è difficile e il rischio di trasmettere il messaggio sbagliato è elevato.
Da li il passo è stato breve. Ci siamo trovati in una realtà in cui il lavoro sporco non lo voleva fare più nessuno, abbiamo iniziato a sentire frasi del tipo “Ma Io ho una laurea!!!Non posso fare certi lavori!” , questi lavori sono quindi “passati di moda” e “passati di mano“ ,hanno iniziato a farli gli stranieri che la laurea non l’avevano , i soldi nemmeno e per loro andava bene qualunque lavoro, anche sottopagato, anche nero.
Ci siamo svegliati dopo 15 anni ed ecco qua.
Adesso l’imbianchino lo fa il rumeno , il muratore lo fa il marocchino , le pulizie le fanno le peruviane , le barriste le albanesi ,al mercato ci sono solo banchi di cinesi e le pelletterie e le aziende tessili chiudono.Ma non basta , il panino con il prosciutto è stato rimpiazzato dal Kebab e la pizza dal ristorante cinese.Dite che sono razzista e contro un Italia multietniche? NEMMENO PER IDEA, non sto dicendo che la colpa è loro , una bella fetta di colpa E’ NOSTRA.
Primo perché non abbiamo regolamentato minimamente il loro lavoro, gli abbiamo permesso di lavorare a nero, sotto-pagati e per 13 ore al giorno e alla fine loro ci hanno fregato una bella fetta di mercato facendoci una concorrenza sleale.Secondo perché la mia generazione il lavoro “sporco “ prima lo ha snobbato perché si sentiva superbamente “superiore perché con una laurea in mano”e da qui lo “sporco” lavoratore italiano ha perso la dignità del suo lavoro considerato da quella manica di snob e yuppie anni 80 una sorta di “schiavo” che lavora a nero e non paga le tasse .
Il lavoratore “di braccia “ ha perso dignità, ha perso valore, ma quel che è più grave ha perso rispetto.
Vedo uno sguardo diverso da quello che vorrei . Vedo spesso rivolto loro un atteggiamento diverso da quello che riservano all'uomo in camcia.
Nessuno si offenda per favore, non sto criticando l’impiegato, il laureato o la persona che ha cura del suo aspetto, sono un ‘impiegata che ha fatto liceo e università e quindi faccio parte di quella cerchia di persone che la sera torna a casa pulita. Sto criticando un certo tipo di mentalità snob, sto criticando chi divide le persone in classi sociali , sto criticando chi si crede superiore perché “ fa un lavoro diverso” .
Sto criticando la società dell'apparire e dell'avere. LA NOSTRA. Quello che spesso mi ferisce è che negli ultimi anni a tante persone è stata modificata la “percezione della realtà”. Ci hanno insegnato ad odiare gli extracomunitari perché ci rubavano un lavoro che tanti di noi non volevamo più fare , a guardare con irritazione chi si presentava porgendoti una mano magari sporca di grasso o di calcina e si è iniziato a guardare con troppa ammirazione la “gente bene” , che non urla , che non si sporca , che ha la camicia bianca, che pranza con l’insalata al bar , gli altri, quelli in tuta blu che a pranzo mangiano nel tegamino di acciaio la pasta e la carne riscaldata della sera prima hanno iniziato a dare una sorta di fastidio a certa gente con la quale putroppo vengo a contatto molto, troppo spesso...
Erano una realtà che non piaceva. La televisione e il suo modello ci ha aiutato a seppellire il lavoro “sporco” la fatica e le schiene a pezzi la sera , nella mente delle persone è entrato a tutta birra il famoso slogan “ Io faccio un lavoro di testa , ho studiato per farlo” chi lavora nei cantiere alle cinque ha finito, non come me che i problemi me li porto a casa."
Il problema è che adesso il nostro snobismo ci ripiove addosso .
Oggi siam pieni di laureati che hanno usato l’università come parcheggio per anni e non trovano lavoro ,se devono cambiare una guarnizione in bagno tocca chiamare l’idraulico rumeno a nero.Oggi chiunque farebbe un lavoro qualsiasi perché non trova altro,però i lavori qualsiasi, i lavori sporchi li abbiamo “regalati” alle persone che credevamo essere inferiori a noi. Oggi paghiamo il benessere e lo snobismo di 40 anni di "finto benessere" , visto che in un modo o nell'altro lo pagheremo tutti, vediamo almeno di riacquistare un pò di rispetto per il lavoro, qualunque LAVORO.
E con questa , vi saluto ...
Il sociale e l’Antisociale “F. Guccini”
"......Non amo viver con tutta la gente, mi piace solo la gente "bene":
come si dice comunemente "bene si nasce non si diviene"...
c'è chi nasce per le scienze o per le arti: io sono nato solamente per i party .
Amo oltremodo parlare male, fare il maiale con le ragazze,
Ma a Pasqua vado in confessionale e tutte quante per me vanno pazze
perchè fra i "bene" poi non conta l'astinenza, basta ci sia soltanto l'apparenza......."
Sempre vostra, impiegata per professione e muratore nell'anima ...S.P.S. beh...ho iniziato per parlare degli indignati, poi mi è venuta nostalgia per l'università e alla fine son finita a parlare di lavoro.L'avevo premesso che probabilmente mi sarei persa... ma non dispero..prima o poi mi ritroverò.
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