Poche colture ma tanti fiori, è il sottotitolo di questo post, perché quest’anno ho voluto utilizzare le tante confezioni di semi acquistate un po’ qua un po’ là, nelle mie passeggiate per piazze, mercati e vivai, da solo o accompagnato dai miei bimbi, che poi quando vedono le bustine con dentro i semi e fuori la foto dei fiori subito a dire «compriamoli!». E son bambini ed è giusto che sia così, attirati dalla bellezza, la bellezza del Creato.
La scatola di latta e a quella di cartone dove tengo i semini quasi non si riusciva più a chiuderle da quante bustine c’erano dentro. Così ho detto «seminiamo fiori!». Facciamo una bordura qui, una bordura là, un po’ ne mettiamo nei vasi grandi, medi e piccoli. E i fiori son nati, e alcuni mi hanno stupito per la loro bellezza e la loro crescita. Terreno buono? In parte, anche il terreno buono ci vuole. Poi forse le tante piogge. Ecco le gerbere gialle – sì dovrebbero essere loro, mi chiedo sempre, perché spesso non ricordo i nomi di tutti i fiori – che son cresciute vicino al camminamento e adesso condividono il terreno con le invadenti zucche che han cominciato a ramificarsi e a occupare spazi non loro.
Vi lascio con un motto – che sicuramente qualcuno ha scritto prima di me: un fiore rende più bella la vita.
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