Eccomi qui, dopo mesi di letture, dopo aver stravolto tutto il mio pensiero dittatorial-pedagogico, con un bimbo di otto mesi e mezzo meraviglioso: curioso, tenace, deciso. Eheh, lo aspettavo al varco.. "se prende dalla mamma.."Iniziano i primi "no", che tento di ridurre veramente al minimo: non si toccano i cavi, non si leccano le suole delle scarpe.. tendenzialmente anche evitare di mangiarsi i batuffoli di polvere e la carta inchiostrata sarebbe meglio. "No" detti con pazienza, ripetuti con calma e fermezza, possibilmente abbinati al gesto, "no" che al momento non sortiscono molto effetto. E il cambio, che è diventato un'impresa eroica, e a poco valgono canzoni e giochini, e allora spiego e rispiego che è impostante che stia fermo durante il cambio, altrimenti ci si innervosisce e basta. Ovviamente la spiegazione non incide per nulla, mi rendo conto che è un discorso difficile, ma continuo a pensare che noi adulti fino a che non parlano non possiamo veramente renderci conto di quanto capiscano, e allora tanto vale provarci.E i vecchi tarli saltano fuori e mi ritrovo a pensare "non è che lo sto viziando?" "non è che ho sbagliato tutto e ho preso un granchio con questa cosa dell'educazione libertaria?". No, perché io lo so come si fa normalmente. Basterebbe alzare la voce, per esempio. Ma.Ho deciso di crescere mio figlio nel rispetto di com'è, della sua personalità, ho deciso di non crescere un soldatino, ma di costruire per lui un'educazione su misura, per sostenerlo nel suo essere sé stesso, pensante, con l'occhio puntato a chi sarà domani. E "domani" conterà di più che si sia adattato a stare fermo sul fasciatoio o sarà più importante aver avuto l'esempio di un genitore che non alza la voce e non usa la paura per ottenere ciò che vuole? La scelta io l'ho fatta, ho deciso di percorrere la via più impegnativa e senza deleghe, e ora è necessario ripuntualizzarla, perché qui parte il viaggio, qui ci imbarchiamo veramente nell'avventura, ora il mio stare con lui a tempo pieno inizia ad assumere altri significati e iniziamo a costruire... La paura di sbagliare a volte è tanta, ma la convinzione ancora di più: io queste cose me le sono sentite subito risuonare dentro -quando ho letto Kohn, Montessori, Gonzales..- e lo so che è la strada giusta. E checché ne dicano passanti, conoscenti, nonni e vecchiette (insomma, il grande carrozzone di consigli non richiesti) io ci credo.