Domenica 3 maggio 1953
Essendo una domenica senza divertimenti, perché quando non c'è la partita di calcio manca tutto, andammo a fare una girata a il Leccio del Ginori dove abbiamo inciso le nostre iniziali in un cuore, e se qualche volta ritornassimo ricorderemo i nostri sogni. Poi mi cogliesti un fiore di biancospino e me lo donasti con un gran sorriso.
Fior di biancospino
non sono una farfalla
che va da fiore a fiore
ma sono come l'edera
dove s'attacca muore.
Io son l'ulivo e l'edera sei tu
i nostri cuori s'intrecciano
e non si lasceranno più.
Davanti allo specchio nella mia sala, la chiamiamo così perché è grande, dove quello specchio ci a visti fin dal primo giorno che venisti da me sempre felici e sorridenti, e dove ci vedrà sempre, mentre ci siamo avvicinati e ci siamo visti tu mi ai abbracciata e tu mi ai detto:
"Giovanna, guarda le nostre facce senza rughe, come si accostano e si sfiorano, ma anche quando saremo vecchi, che all'ora avremmo le rughe e che la nostra pelle non è bella fresca come ora, dovremo riaccostare insieme le nostre facce e risognare i sogni di oggi.
Sì amore lo faremo perché ci si deve volere il bene che ci si vuole oggi.
Questo non nè un romanzo questa è la vera vita dove qui non ci sarà avventure e ne frottole, qui c'è solo amore che nessuno potrà capire, soltanto chi lo leggerà, o quelli che si ameranno come ci si ama noi.
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- Quaderno del diario vissuto di Giovanna
- Anema e Core
- Dove si va signorine?
- Qui vedi dove dormo e ti sogno
- Se un giorno mi avverasse
- Mi bacia sulla bocca e baci e baci