Ci risiamo: dal suo blog Beppe Grillo mette ai voti l'espulsione dei deputati Massimo Artini e Paola Pinna, rei di non rendicontare da lungo tempo la restituzione di parte del loro stipendio, violando così il codice di comportamento dei parlamentari M5S. "Chi non restituisce parte del proprio stipendio", scrive Grillo, "viola il codice di comportamento dei cittadini parlamentari M5S [...] e tradisce il patto con chi lo ha eletto". Dal canto loro Artini e la Pinna si giustificano sostenendo che i rendiconti sono pubblicati sui loro siti personali. Resta il fatto che, alla luce della scomunica del leader pentastellato, l'esito della consultazione tra gli iscritti al blog pare pressochè scontato, anche se non del tutto: in questa occasione diversi sostenitori del movimento non sembrano allineati al loro leader e la discussione in rete tra favorevoli e contrari all'espulsione si è fatta assai vivace. Perchè se è vero che chi non rispetta le regole deve risponderne, genera più di una perplessità il fatto che Grillo - tra diciannove parlamentari in ritardo con la pubblicazione dei conti - abbia scelto di chiedere proprio l'espulsione di due esponenti che in questi giorni hanno vivacemente criticato le strategie sue e di Gianroberto Casaleggio.
La gestione grillina del post-sconfitta (perchè di sconfitta si tratta, a dispetto delle cifre zelantemente divulgate sul blog dell'ex comico) alle elezioni regionali di domenica scorsa è parsa a molti osservatori a dir poco bizzarra: il tentativo, alquanto maldestro, è stato quello di operare una rimozione del deludente risultato elettorale provando a parlare d'altro, come testimoniato dall'infelice intervista - pubblicata con sospetto tempismo su beppegrillo.it proprio all'indomani della batosta emiliano-calabrese - allo storico Arrigo Petacco a sostegno della tesi che Benito Mussolini non fu responsabile dell'assassinio di Giacomo Matteotti (sic), o dal pretestuoso attacco a Pizzarotti sulla questione dell'inceneritore parmense.
Non pecca certo di diffidenza chi si domanda se anche questo nuovo referendum tra gli iscritti del M5S, che decreterà l'espulsione o la permanenza dei due parlamentari pentastellati, non sia per caso funzionale alla prosecuzione di questa linea dello struzzo.
Può darsi che Artini e la Pinna abbiano davvero disobbedito alle regole del Movimento; è perfino possibile che dietro alle sembianze di "cittadini" seriamente preoccupati per il destino dei 5Stelle si nascondano in realtà degli scaltri Favia reloaded. Ma la questione importante è un'altra: le loro sono analisi fondate. Scrive la Pinna: "Il nostro Movimento perde pezzi, è inutile nasconderlo. Da interpreti della protesta e da unica alternativa credibile a un sistema corrotto e inefficace, dominato da un malaffare lontano dalle istanze dei cittadini, siamo diventati marginali sulla scena politica. Ci siamo auto-condannati all'esclusione rinunciando al nostro ruolo di innovatori, che è stato usurpato da chi oggi inneggia a un 2 a 0 che non c'è". E Artini, in un intervista rilasciata al Fatto Quotidiano: "Dobbiamo farci le giuste domande, ora più che mai chiederci perchè la gente ha preferito restare a casa piuttosto che votare noi nonostante l'onestà e la coerenza che abbiamo dimostrato". La risposta al quesito è scontata: perchè si può essere onesti quanto si vuole, si possono portare le stimmate della coerenza, si può essere l'unica vera forza di opposizione in Parlamento e nel paese. Ma tutti questi sforzi diventano pleonastici se gli italiani non ne sono informati. Il piagnisteo "siamo bravi e specchiati ma non ci capiscono" non funziona. Elijah Muhammad, leader della Nation Of Islam tra gli anni '30 e gli anni '70, sosteneva che "se agli assetati offrirai un bicchiere di acqua impura, la berranno; ma se offrirai loro due bicchieri, uno di acqua impura e uno di acqua pulita, puoi essere certo che sceglieranno quest'ultimo". Se i cittadini sapranno di avere una scelta, se sarà detto loro che nel nostro paese non scorre solo acqua sporca, allora forse sceglieranno il bicchiere limpido. Basta informarli, e l'informazione nell'Italia del 2014 passa ancora in massima parte attraverso gli schermi televisivi. Può piacere o non piacere ma è così. E quando Grillo deciderà di tirare fuori la testa dalla sabbia per guardarsi un po' in giro, forse lo capirà. Ma gli conviene agire velocemente: a fare gli struzzi ci si lascia il culo.