Del maestro Franco Battiato difeso dal Travaglio canterino, dei consigli al papa e del ponte sullo stretto – Sulle marchette d’artista e sul perché é comunque meglio che gli artisti non si occupino troppo di politica.

Creato il 12 novembre 2015 da Rosebudgiornalismo @RosebudGiornali

Franco Battiato, source Wikipedia

di Rina Brundu. Ma come si fa a fare le pulci al dire dell’autore e cantore di opere quali “Centro di gravità permanente”, “L’era del cinghiale bianco”, “Voglio vederti danzare” and so on and so forth? Vabbé, bisognerà arrangiarsi, ma in qualche modo dobbiamo riuscire.

Il fatto è che Lilly Gruber, durante l’odierna puntata di “Otto e mezzo”, ha chiesto a un Franco Battiato insciarpettato, lunghi capelli canuti buttati all’indietro a metà strada tra un Verdi così-così e un Einstein strafatto: “Maestro, ma perché ha lasciato la Giunta Crocetta dove è stato Assessore al Turismo e allo Spettacolo? E Battiato ha risposto: “Vede, avevamo grandi possibilità… ho deciso di andarmene per un fatto molto semplice… i cinque stelle mi avevano detto che i soldi li avrebbero messi nelle mie mani… avevamo determinato un progetto di musica quantistica… un quantismo di tipo politico…. ed erano tutti contenti….. poi ho detto una parola che non avrei dovuto dire…”.

Confesso che al posto della Gruber, davanti ad una simile risposta, maestro o non maestro, avrei sbottato: Cazzo dice, maestro? Di fatto, manco al Progetto Enigma avrebbero osato tanto! Aggiungo anche che seguo le teorie quantistiche da tempo e i lavori di Witten, Susskind, Greene, ma ho davvero qualche difficoltà a decriptare il significato di espressioni quali “un quantismo di tipo politico”… Non mi risulta che le particelle subatomiche votino radical-chic ma tutto può essere con quelle dannate particole! Certo è che la risposta era criptica e la Gruber si è infine rivolta al Travaglio in collegamento esterno per avere delucidazioni… che sono puntualmente venute: “Avevo sconsigliato al maestro Battiato, di cui sono un ammiratore, dal partecipare alla Giunta dell’istrione Crocetta, uno che ama lo spettacolo più dell’amministrazione…. ma un giorno Battiato è andato al Parlamento europeo e ha detto che il Parlamento italiano è pieno di t*oie…  apriti cielo! Da Roma lo hanno subito licenziato e Crocetta lo ha sostituito con la sua segretaria particolare (di Crocetta)…”.

Poi il Travaglio incantato e canterino (almeno a sentire Battiato) ha a suo modo giustificato il dire di Battiato sostenendo che il maestro preferisce l’arte ermetica, criptica, iniziatica, magica… sarà! Nel caso però sarebbe meglio non occuparsi di politica che è arte pragmatica destinata a chi ha i piedi ben piantati per terra, come insegna il grande Niccolò Machiavelli che ancora preferiamo al maestro Battiato. Anche perché costui (Battiato non Machiavelli), in un finale in crescendo degno di ogni artista che si rispetti è riuscito ad argomentare nell’ordine: che il ponte sullo stretto sarebbe un male (senza spiegare il perché), che papa Francesco non sa neppure cosa sia Dio (azzo!!), che papa Francesco si occupa troppo di cose terrene e non di spiritualità, che papa Francesco avrebbe bisogno di qualche consiglio…

Il tutto prima di presentare il suo ultimo cofoanetto-antologico, per la serie… guarda cosa ti combinano le marchette d’artista!

Da persona che pensa che le religioni non siano solo l’oppio dei popoli ma che siano soprattutto essenza plastica della nostra ignoranza atavica e abissale (soprattutto in materia di fisica quantistica, aggiungerei!), e da persona che continua ad amare il Battiato cantore che è stato, non faccio comunque fatica a concludere dicendo: tutta la vita con le fatiche di questo grande e straordinario papa piuttosto che con gli whims esagerati (e ignorantelli?) del radicalchichismo italico di maniera. Sic.