Qualcuno se ne sarà accorto, in tutti questi anni: Plutonia Experiment ha tanti amici, ma ha soprattutto un paio di fratelli di blogosfera. Book and Negative e – appunto – Strategie Evolutive.
Che ha chiuso, giusto per ribadire.
Parlo di “fratellanza” per la gioia dei complottisti, di chi dice che noi altri siamo amyketty, abbiamo i “circoli” e le cricche. Loro si divertono così, lasciamoli fare. Anche perché, a esser sinceri, non mi interessa nulla di ciò che certa gente può pensare.
In realtà la fratellanza la cito per una serie di medesime passioni, ma anche per modi abbastanza simili di affrontare questioni quali la scrittura, il blogging e l’amicizia. Forse quest’ultima prima di tutto il resto.
Quindi la fine delle attività di SE è per me una brutta notizia. So che leggerò Davide in mille altre maniere, quindi non sto qui a fare coccodrilli e a darmi fuoco come un bonzo. Davide sta bene e continuerà a comunicare, solo che non lo farà più dal suo blog storico.
I motivi per cui ha chiuso sono elencati per bene nel post linkato qui sopra, nella prima riga. E qui ci sono tutte le aggiunte del caso.
Visto che ci siamo, spendo volentieri qualche parola per commentare tali motivazioni.
Bloggare è diventato stancante.
Bloggare di libri, scrittura e di cultura è diventato stancate e spesso anche avvilente.
Diciamoci la verità: le nuove leve cercano siti in cui la gente parla della prima volta che si è cagata addosso, video di tizi che scoreggiano sui passanti, top 10 del genere “perché gli uomini con la barba hanno il pisello piccolo” e – ovviamente – tette.
Ah, poi c’è quella faccenda dei social network, così utili e al contempo così odiosi, nel loro contributo a diminuire l’attenzione media dell’internauta poco impegnato.
Scrivere articoli documentati richiede tempo. Parlare di libri, film e arti varie senza ricorrere alla polemica strumentale richiede tempo e fatica.
Come disse una volta un tale: “nessuno vi chiede di farlo“.
Ed è vero. Infatti Davide chiude, perché quel tempo e quella fatica può impegnarli altrove, magari facendone un lavoro.
Non Italia. Con buona pace di quell’altro tizio che giusto ieri scriveva che Davide è in gamba e passionale, ma un po’ stronzo perché ce l’ha tanto coi nostri connazionali.
C’è il discorso sulla qualità.
Citando Davide:
(…) è importante dare valore a ciò che ci piace per la sua qualità, e non perché tanto è gratis e tanto se non c’è quello c’è dell’altro e poi in fondo chissenefrega.
Perché sostenere una posizione di questo genere ci avvilisce tutti, e svilisce ogni nostro interesse, ogni nostra idea, ogni nostra attività.
Ci rende meno umani.
Ci rende bestiame.
Sì, il dubbio che produrre materiale di qualità (ebook e articoli) sia un tantino inutile è venuto anche a me, lo ammetto.
Continuo a farlo perché sono cocciuto e perché mi piace, ma a volte mi vien voglia di trasformare Plutonia in un blog di sole segnalazioni, o comunque di post più brevi e meno pensati.
Che poi sia qui che su SE si è sempre cercato di proporre qualità e intrattenimento, a pari passo, alla faccia di chi vi sfonda i coglioni quotidianamente con regole talebane e corsi di scrittura, salvo poi produrre ebook quali Monache Samurai Bulimiche alla fermata del treno (o quelle robe lì, insomma).
Insomma, i motivi per chiudere ci sono tutti, specialmente (mi ripeto, lo so), se si può utilizzare il medesimo tempo per trasformare il blogging gratuito in una professione.
Alla faccia del macaco che ha recentemente scritto che il blogger è tale perché nessuno si degna di pagarlo. E quindi, di conseguenza, non vale un cazzo e deve stare muto.
Plutonia Experiment non chiuderà – non ora.
Muterà, anzi, evolverà in qualcosa di diverso. Succede settimanalmente, ma nel 2015 il mutamento sarà ancora più radicale.
Però da queste parti si solidarizza con la scelta di Davide di chiudere, anche se personalmente gli ho consigliato di fare altrimenti, di essere più inflessibile e meno sensibile.
Di diventare un padrone di casa spietato e menefreghista nei confronti degli incostanti, dei troll, dei frignoni e degli haters di professione.
Lui ha deciso diversamente.
Magari ha anche ragione…
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(A.G. – Follow me on Twitter)