I Marlene Kuntz, oggi
Questo post avrebbe bisogno di innumerevoli premesse (come forse avrete capito, a me le premesse piacciono molto), ma mi limiterò a dire che i Marlene Kuntz entrano di diritto nella top ten dei musicisti che più hanno influenzato la mia vita. Ho iniziato a seguirli dieci anni fa, tondi tondi: si può ben dire che sia cresciuta con loro. Nessuno dubiti mai, nemmeno per un istante, dell'amore e della devozione che ho (ho avuto?) per loro. Se vi interessasse saperne di più, nella recensione a un loro concerto che scrissi tempo fa accenno al loro cambio di rotta. Premessa finita, andiamo avanti.La notizia è questa: "Andiamo a Sanremo", condita da una buona dose di giustificazioni non richieste, ma evidentemente indispensabili. I fan si spaccano subito in due fronti compatti: quelli privi di senso critico, che "i Marlene sono i migliori del mondo e qualunque cosa facciano loro è una figata", e quelli intransigenti per cui "andare a Sanremo = vendere l'anima al diavolo". Mi sembra inutile mettermi a spiegare a delle persone intelligenti quanto sia gli uni che gli altri siano in errore. L'Italia è piena di ragazzini (anagraficamente o mentalmente) per cui "Sanremo è una merda", a prescindere e per sempre, e poi immancabilmente lo guardano per criticarlo in diretta su Facebook. Personalmente non sono molto interessata a Sanremo e quindi solitamente non lo seguo, ma farei un'eccezione se partecipasse qualche artista interessante.
Torniamo così ai Marlene Kuntz. Non so decidere se la loro scelta sia stata influenzata violentemente dalla Sony o derivi dall'ego smisurato di Godano. Sono entrambe ipotesi plausibili. La ragione per cui non credo sia una decisione sensata è duplice: da un lato penso ai Marlene come ad un gruppo ormai in declino, che ha già passato da un pezzo la sua fase creativa migliore e d'ora in poi avrà poco o nulla di nuovo da dire. Basta guardare una loro foto recente: Cristiano pare un illusionista triste con quel cilindro stonato che incombe sul suo viso scavato. Dov'è il mio eroe, che urlava E poi il buio con tutto il fiato che aveva in corpo?
I Marlene Kuntz, prima
E qui mi ricollego alla seconda motivazione: se Sanremo è principalmente una vetrina, perché mettere in vetrina un prodotto vicino alla data di scadenza? Forse perché anche gli spettatori di Sanremo sono, in fondo, un po' vicini alla data di scadenza, e i Marlene hanno ora un disperato bisogno di nuovi adepti per sostituire i troppi fan delusi, di signori di mezza età che vadano ad ascoltarli in un club per sentirsi rock, o meglio ancora in un bel teatro, una scelta di classe.Forse Cristiano e co. sono ormai abbastanza soft per non essere schifati dal pubblico sanremese, a differenza degli Afterhours che nel 2009 (anche loro già in pieno declino) furono cacciati a calci in culo dopo aver "trasgressivamente" cantato in Eurovisione che "il tuo paese è una merda". Già, trasgressivi come gli 883 dei tempi d'oro.
Per concludere questo sproloquio infinito, vorrei spezzare una lancia in favore di Sanremo. Nonostante ormai sia un polpettone farcito in cui la musica, bella o brutta che sia, non ha più lo spazio che le spetterebbe, è pur sempre un palcoscenico attraverso il quale si ottiene enorme visibilità. Per questo credo che per Paolo Benvegnù sarebbe interessante parteciparvi: una tale pubblicità farebbe certo bene alle vendite di un cantautore così meritevole ma ancora poco conosciuto. Inoltre, a differenza dei ben più famosi colleghi, Benvegnù ha ancora molte cose da dire. Peccato non abbia alle spalle una major in grado di aprirgli certe strade...