Del perchè si deve camminare anche nelle grandi città

Creato il 25 ottobre 2012 da Nonchiamatemiborgia @nonsonoBorgia
Effettivamente in città grandi come Londra, o Parigi, o Roma, è facile decidere di muoversi con i mezzi pubblici. Perchè camminare è faticoso, camminare ti fa venire i crampi ai piedi, camminare, a volte, ti porta in posti dimenticati da Dio. Allora è meglio prendere i mezzi, perchè sai che quelli ti portano accanto alle attrazioni principali della città; ti portano nelle vie centrali. È difficile sbagliare quando si prende l'autobus o, ancora meglio, la metro. Perchè qui a Londra sai che se scendi a Piccadilly Circus ti ritroverai sicuramente in quel piazzale con una serie di schermi che se li fissi ti fanno perdere almeno un paio di diottrie.
Però c'è da dire che se si decide di camminare, e magari perdersi un po' fra le vie della città, senza sapere dove si andrà a finire, molto spesso si sbatte il proprio muso contro qualcosa di interessante, misterioso e pericolosamente affascinante. Perchè quando qualcosa è nascosto e ben celato agli occhi dei più, stranamente acquisisce valore. È quello che è capitato a me proprio l'altro giorno, dopo essermi persa fra le varie ale del British Museum. Sono uscita e ho deciso di farmi una bella passeggiata, cercando qualche posto caratteristico, dove difficilmente girano le orde di turisti che ti spingono in continuazione (che poi, perchè? Siete in vacanza, datevi una gran tranquillizzata!).
Ho girato giusto un paio di angoli e mi sono ritrovata davanti a queste pareti pop art. Estasi e, al tempo stesso, istinto da giapponese in viaggio: ho tirato fuori la mia supernikon e ho cominciato a fotografare, e fotografare. Mille angolazioni e mille particolari, tanti colori, e la cosa affascinante è che non capivo assolutamente se fosse il prodotto di qualche megalomane che, però, voleva rimanere nell'anonimato, o magari una semplice trovata pubblicitaria. Mi sono quindi fatta strada e, infine, ho capito. Ho trovato questa insegna molto homemade, improvvisata, ma completamente emblematica.Si trattava di una mostra, e in particolare di una exhibition delle opere di Mr. BrainWash (aka Thierry Guetta), parigino di nascita ma californiano nella sua vita quotidiana. Fino ad alcuni anni fa gestiva un negozio dell'usato a Los Angeles, ma poi la sua passione per l'arte e il cinema lo hanno gradualmente avvicinato a ciò che adesso è diventato il suo mestiere. In occasione delle Olimpiadi di Londra 2012, Mr. BrainWash ha esposto per la prima volta le sue opere nella capitale londinese, affittando uno spazio in New Oxford Street; ha quindi tappezzato oltre 9000 metriquadri di superficie con i suoi lavori che risultano una degna eredità della pop art di Andy Warhol e di Keith Haring. In molti pensano, erroneamente, che Mr. BrainWash sia semplicemente un emulatore di Banksy, artista che in molti credono di non conoscere, ma appena cliccate sul mio link sono sicura direte “Ah, ma è lui?”. E la mia risposta è “Sì, proprio lui...”. Ma sapete, Mr. BrainWash, a mio parere, è geniale e originale, anche perchè la sua insegna è un perfetto esempio della sua semplicità e noncuranza delle tradizioni. Ma alla fine, tutte queste parole non possono spiegare al meglio ciò che ho visto e il fascino che le sue opere possono trasmettere. E allora eccovi le foto. Questa è Street Art, questa è Pop Art. E a coloro che sono più scettici vorrei dire che sì, questa è Arte.




P.S. Ah, certo, dimenticavo...Mi raccomando, nel vostro prossimo viaggio cercate un po' di perdervi per le città e i villaggi. È così che si scoprono grandi tesori. Guardate Cristoforo Colombo.

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