Sono però fortunato a vivere in Italia: in altre parti del mondo corsivisti conservatori scriverebbero argute o almeno salaci stroncature di "Vieni via con me", artisti e scrittori ne metterebbero in luce le banalità a livello contenutistico e formale, politici radicali ne svelerebbero la miopia ideologica. Diventerebbe lecito porsi domande su una trasmissione del genere, e magari anche sulla parte politica che esplicitamente appoggia.
In Italia, invece, si chiede il parere di PINO DANIELE, si fanno campagne contro uno perseguitato dalla camorra (...) e si scrive quello che è probabilmente il più brutto editoriale mai prodotto da mente umana: una sequela di non sequitur, salti logici, trucchetti retorici da quattro soldi e cattiva scrittura (leggetelo, o almeno provateci, vi prego).
E allora, uno, invece di ragionarci, su quel programma, per quanta noia o indifferenza o addirittura fastidio possa provocare (a me solo le prime due, anche se il discorso con bandiera mi ha suscitato un'incursione nella terza sensazione) si ferma a pensare che comunque è meglio di tutta questa merda.
Forse è l'unico risultato effettivamente conseguito (perseguito?) dalla stampa di centrodestra: impedire di ragionare per bene su cosa si dovrebbe fare, pensare e dire oltre e di diverso da quello che è passato in televisione.
** la mia opinione si può sintetizzare in "è molto bello che un simile programma vada in onda, è bello che dieci milioni di persone lo guardino preferendolo al grande fratello***, l'importante è che non sia io a doverlo guardare per intero (basta la gente che il giorno dopo mi manda i link dei "pezzi più belli")
*** Certo, se una parte di quei dieci milioni andasse (anche) a teatro, leggesse un libro (anche Gomorra), si informasse su internet attraverso mezzi che non siano il sito di repubblica o virgilio.it sarebbe anche meglio