Delia Nivolelli

Creato il 19 novembre 2011 da Vinook @Vinook_

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La zona vinicola


Il Delia Nivolelli si produce nella Sicilia occidentale, nella stessa terra protagonista della produzione del Marsala, sulle colline ad est di Marsala, ad un'altezza di 400 metri circa sul livello del mare. I terreni sono sabbiosi e argillosi con delle reazione sub-alcaline, dovute al calcare che qui è molto presente, fino a rappresentare il 35% della composizione del suolo.

Il clima come nel resto dell'isola, è caldo e temperato, con inverni miti che favoriscono la gusta crescita delle viti. Anche le estati lunghe e le discrete precipitazioni aiutano i vigneti, oltre alle escursioni termiche tra il giorno e la notte che ne coadiuvano la concentrazione zuccherina, grazie a una giusta distanza dal mare e altitudine.

La viticoltura qui si pratica dai tempi più antichi, che avevano come protagonisti Greci, Fenici e Romani, popoli che fecero di questa terra fertile un centro di scambi commerciali.

La zona fu anche favorita dalla estrema vicinanza con Cartagine, posta a poche miglia marine dall'altra parte del Canale di Sicilia, fatto che, insieme a una produzione di qualità, la rendeva tra le favorite negli scambi con la madrepatria al tempo della dominazione cartaginese.

I Romani, una volta conquistata l'isola, si comportarono da pari, come usavano fare con tutti i popoli conquistati, accentuando ancor di più la vocazione vinicola e commerciale della Sicilia occidentale.

I vitigni bianchi


Nella produzione dei vini bianchi, la denominazione si avvale dei vitigni Inzolia, Chardonnay, Sauvignon, Grillo, Müller Thurgau, Damaschino e Grecanico.

Il Damaschino è un uva bianca da taglio, utilizzata nella produzione dei vini della zona per l'apporto qualitativo più che per quello quantitativo. Infatti non riesce a dare la necessaria acidità e alcolicità ai vini se vinificato in purezza, in compenso fornisce delle rese molto elevate. Con il Grillo veniva in passato utilizzato anche nella produzione del famoso Marsala, dove il Grillo apportava corpo e aromi caratteristici di questo vino dolce, come il bilanciato insieme di profumi citrini e terrosi e la capacita di subire lunghi invecchiamenti. Per la sua scarsa aromaticità comunque, il Damaschino è l'unico dei vitigni autorizzati per la produzione del Delia Novolelli, a non essere vinificato in purezza, anche se alcuni viticoltori stanno cercando le rese ottimali per arrivare a produrlo come monovarietale almeno per i vini da tavola.

Il Delia Nivolelli DOC bianco


La denominazione Delia Nivolelli venne istituita per decreto ministeriale il 10 giugno 1998, per autorizzare la produzione di vini bianchi, anche spumanti, e rossi a Mazara del Vallo, Petrosino, Marsala e Salemi.

Per la produzione dei bianchi generici è necessario tagliare almeno il 65% di Grillo, Inzolia e Grecanico con il resto delle uve, mentre per i monovarietali Chardonnay, Grillo, Müller Thurgau, Inzolia, Sauvignon e Grecanico, i vitigni indicati in etichetta devono essere presenti per almeno l'85%.

I monovarietali possono essere vinificati anche nella tipologia spumante.

Le rese massime delle uve sono stabilite a un massimo di 12 tonnellate e mezzo per ettaro per tutte le tipologie.

I vini sono generalmente di colore paglierino, fruttati, con palato che può essere vellutato nello Chardonnay o secco per il Grecanico, mentre il Grillo risulta morbido.

Per il bianco generico si consigliano gli antipasti di mare, gli spaghetti alla siracusana o le triglie al cartoccio, mentre lo Chardonnay è bene accompagnarlo con grigliate di pesce o pesci di fiume, ma anche formaggi semiduri e maccheroni con sarde. Il Damaschino può invece trovare abbinamenti anche con carni bianche, salumi e minestre asciutte come la pasta e fagioli.

Con il Grillo si torna a piatti di pesce al cartoccio, grigliate e spaghetti con gli scampi, mentre il Müller Thurgau preferisce gli spaghetti alla marinara, i molluschi e i crostacei. Per gli antipasti e i fritti di pesce meglio scegliere l'Inzolia, che può essere abbinato anche ai formaggi molli e agli spaghetti con le seppie. Il Sauvignon va bene con piatti strutturati e saporiti quali le seppie ripiene, il risotto ai frutti di mare e il salmone affumicato, mentre per l'aperitivo e i dessert si può optare naturalmente per lo spumante.

Le aziende


La produzione del vino bianco ancora non ha conosciuto gli sviluppi necessari che gli permettano di avere una vetrina più ampia di quella locale, e quindi risulta difficile trovarli al di fuori della Sicilia occidentale.

Il Margharet di Catalanovini è un buon Grillo di colore paglierino e i profumi intensi di pesca bianca e mela, ma anche frutti più da rosso come il ribes e il lampone. Il palato è molto persistente, e di un elegante equilibrio tra questi due gusti in apparente contrasto.

Il vino in piazza


Per una gita fuori porta alla ricerca dei vini della denominazione Delia Nivolelli e gli altri siciliani, si può approfittare nel mese di novembre delle degustazioni organizzate a Camporeale, in provincia di Palermo, dove vengono presentati numerosi vini della Sicilia occidentale, in insieme ai prodotti culinari locali e quelli della terra dell'isola, in special modo con assaggi di pomodori ripieni e melone giallo dolce di Sicilia. La rassegna promette, oltre ai vini locali, tra cui il Nivolelli, anche degustazioni di Alcamo e del vero Damaschino locale.

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