"Traspare un certo misticismo che si affianca spesso alla.. parapsicologia''
un coglione davanti ad un merdosissimo quadro del ''maestro''In seguito ad una grave malattia la moglie di un visionario pittore muore, e da quel giorno l'artista non riesce più a concentrarsi, tanto meno ad avere l'ispirazione. Ha bisogno di una nuova musa ispiratrice e la troverà in Sybille, una ragazza fisicamente identica alla defunta moglie, che egli incontra ad una sua mostra e invita nel suo lugubre castello. Sembra andare tutto bene, ma... ovviamente il ''maestro'', come spesso viene apostrofato nel film, è ovviamente un pazzo maniaco (non a caso il suo modello è Vincet Van Gogh). Le presenze di Gordon Mitchell (La croce dalle sette pietre.. ve lo ricordate? Aboriiiiiiiiiiiiim, vieni qui) e Brigitte Christensen (Bloody Psycho, Hansel e Gretel) sono delle assolute garanzie di merda su pellicola, e di fatti Blood Delirium non tradisce: in realtà darne un giudizio è un po' complicato.. di per sè non è un lavoro indegno.. voglio dire, non è una cagata proprio enorme.. certo, è fatto con due lire, ad un certo punto compare uno scheletro davvero patetico e gli unici effetti speciali sono delle luci fastidiosissime che dovrebbero essere in linea teorica dei fantasmi, insomma sono ridotti (giustamente, non te li puoi permettere) al minimo. Quello che frega Bergonzelli è il tono, il suo modo di porsi. Ebbene si, Bergonzelli sembra proprio convinto di aver fatto il capolavoro di introspezione, con dialoghi altisonanti, discorsi pseudo-intellettuali. La pellicola ne è letteralmente stracolma, e sono assolutamente queste le parti più (involontariamente) comiche.. perchè si, Sergio, ci hai provato.. ma tutto ciò visto in un film di un tale sciattume oggettivamente fa' ridere. Aggiungete una colonna sonora altrettanto pretenziosa e soprattutto estremamente invadente ed il quadro è completo. Si prendi delle grandi pernacchie, il nostro caro Sergio, anche perchè, forse proprio per sopperire alla mancanza di mezzi il regista/sceneggiatore ha voluto proprio calcare la mano sull'aspetto filosofico/intellettuale, che di fatto non c'è, ed il risultato è un'accozzaglia di paroloni inutilmente aulici e peraltro pronunciate con enfasi assolutamente esagerata e fuori luogo da un John Philip Law in forma smagliante (ma anche no). La trama è tutto sommato è abbastanza originale, ma il finale è decisamente scontato. Tirando le somme ci troviamo di fronte a un film dal ritmo abbastanza basso, ma tutto sommato godibile, soprattutto se visto insieme a numerosi amici e tanta birra.
Recensito da: Imrahil
VOTILivello Trash: 72/100Noia: 76/100Ridicolaggine degli effetti speciali: 70/100Presunzione della regia: 100/100 incompetenza degli attori: 78/100
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