Londra come Atene, duemilatrecento anni dopo (circa). Due figure determinanti nell'identità culturale dell'Occidente colpite a morte accusate e perseguite per immoralità e corruzione dei giovani, le stesse accuse rivolte a Socrate. Nel cuore stesso della democrazia occidentale.
Quando Oscar Wilde incontra Lord Alfred Douglas nella cittadina di Ruen ha quarantun'anni ed è uno degli uomini più famosi e acclamati di Londra, vero elegantiae arbiter della buona società londinese. Alfred è un studente ventunenne di Oxford, prossimo alla laurea, poeta della poesia uraniana e già buon conoscitore di Wilde e delle sue opere- ha letto, e non ispirato
Quando i due si conoscono, ad onta della differenza d'età e della difficoltà della loro condizione, non possono evitare di lasciarsi travolgere dalla passione; Oscar, per amore di Alfred, detto "Bosie", trascura la moglie Constance e i due figli, che pure ama teneramente (e che gli avevano ispirato, con valenza insospettabilmente profetica la deliziosa storia del Gigante egoista); condivide con Bosie tutto: piaceri, posizione, vita quotidiana; riempie il giovane di regali di ogni sorta e per lui non bada a spese;l'amore lo appaga così pienamente da interferire addirittura con il suo processo creativo e artistico, come egli stesso riconoscerà nel De profundis
Più di tutto, do la colpa a me stesso della totale degradazione morale in cui ti ho permesso di trascinarmi. La base del carattere è la forza di volontà, e la mia è stata totalmente assoggettata alla tua. A dirlo suona grottesco, ma nondimeno è la verità. Quelle scenate continue di cui sembravi avere un bisogno quasi fisico, nelle quali la tua mente e il tuo corpo crescevano distorti e tu diventavi orribile da guardare e da ascoltare; quell'orribile mania che hai ereditato da tuo padre, la mania di scrivere lettere disgustose e rivoltanti; la tua assoluta mancanza di controllo sulle tue emozioni si rivelava nei tuoi lunghi intervalli di ostinato silenzio, non meno che in attacchi improvvisi di una rabbia quasi epilettica.Purtroppo il padre di Alfred è determinato ad interrompere la relazione tra i due ad ogni costo: prima minacciando di diseredare Alfred e di togliergli qualsiasi sussidio economico, poi arrivando alla ferma determinazione di distruggere la vita e la reputazione di Wilde. Il suo primo tentativo, quello di rovinare la prima della commedia L'importanza di chiamarsi Ernesto , non andrà a buon fine poiché Wilde viene a saperlo e fa in modo che il teatro venga circondato dalla polizia, che impedirà al marchese l'ingresso in teatro. Ma Queensberry non si arrende: ha ormai compreso la natura di Wilde e della sua relazione con suo figlio, e il 18 febbraio lascia all'Albemarle Club, frequentato sia da lui sia da Wilde, un biglietto indirizzato a Wilde su cui era scritto A Oscar Wilde, che si atteggia a somdomita [sic] . Wilde riceverà il biglietto due settimane dopo e immediatamente percepisce la terra che si sgretola sotto i suoi piedi e l'abisso che sta per inghiottirlo: dieci anni prima, infatti, a causa dell' Emendamento Labouchère l'omosessualità era stata dichiarata, secondo la legge britannica, un crimine punibile con una pena
Wilde, dunque, il 3 Aprile 1895 affronta l'apertura del processo alla Central Criminal Court, meglio nota come Old Bailey, durante il quale deve difendere la propria opera e la propria condotta dalle accuse di immoralità e corruzione ( dove l'avevamo già sentita, questa?): gli vengono infatti rivolte molte domande essenzialmente su Il ritratto di Dorian Gray, incentrato appunto sulla relazioni di uomini maturi con ragazzi più giovani; e non fu difficile implicare le relazioni di Wilde con molti altri giovani, e non solo con Alfred. Il suo avvocato, sir Edwin Clarke, gli consiglia di ritirarsi, con la segreta speranza che Wilde approfittasse della sospensione per fuggire- soluzione auspicata, ancora una volta, dallo stesso Robbie Ross-, ma Wilde decise di rimanere, il che determinò naturalmente il suo arresto. Come Wilde dichiarerà all'equivalente del nostro Corriere della Sera (The Evening News), non avrebbe potuto vincere il processo senza trascinare Alfred in tribunale contro suo padre, soluzione ai suoi occhi inammissibile.
Il processo riprende il 26 Aprile (e sir Clarke decide di patrocinare il processo gratuitamente). E qui viene citata una poesia dello stesso Alfred,intitolata "Due amanti" ("Two lovers") e terminante con il famosissimo verso " Io sono l'amore che non osa pronunciare il proprio nome" ("I am the love that dares not speak its name"), sulla cui natura vengono chieste spiegazioni a Wilde. L'eloquenza con cui Wilde risponde è talmente straordinaria da attirargli l'inconfessabile appoggio del pubblico e della giuria- che infatti non riuscirà a raggiungere un verdetto unanime: parlando di questo amore come lo stesso di Shakespeare e Michelangelo, definendolo "la forma più nobile di affetto" , Wilde sottolinea tuttavia come questo amore sia condannato ad essere frainteso ed incompreso dalla società contemporanea, e che dunque per questo non osa pronunciare il proprio nome.
Che Wilde possa vincere, tuttavia, è inammissibile, se non altro per la sua estrema audacia nello sfidare troppo apertamente la società e la morale, oltre che la legge . Quando, il 22 Maggio, il processo si riapre, ancora una volta gli amici implorano Wilde di lasciare il paese, ma il poeta rifiuta dicendo di non volere essere considerato né un codardo né un disertore. Questa volta, ricollegando tutte le prove dei processi precedenti, la giuria non ha dubbi e la punizione è esemplare: due anni di carcere e di lavori forzati, il massimo grado della pena prevista per il reato di omosessualità.Per i due anni in cui Wilde rimarrà chiuso nel carcere i Reading, Bosie non gli farà mai visita, né gli scriverà una sola riga.
Quando pubblica il suo contributo più importante , (On Computable Numbers Sui numeri computabili; vedi qui sotto Risorse e note a margine), Alan Turing Andrew Hodges,
Alan non ci metterà molto ad innamorarsi di Christopher, che pure ricambia l'amicizia e avrebbe probabilmente ricambiato molto di più, se solo ne avesse avuto il tempo. La crudeltà della vita porta via Christopher nel 1930, vittima della febbre bovina, all'indomani della vittoria della borsa di studio per il Trinity College a Cambridge . Alan , per quanto probabilmente distrutto, non lascia trapelare apertamente nulla dei propri sentimenti, e rimane in profondi rapporti con la signora Morcom, teorizzando peraltro anche la possibilità di una sopravvivenza dell'anima dopo la morte, ma soprattutto si assume il compito di continuare il lavoro di Christopher, di raccoglierne l'eredità intellettuale.
Cara Mrs Morcom,voglio dirle quanto sono addolorato per Chris. Per tutto l'anno scorso ho lavorato con lui di continuo, e sono sicuro che non avrei potuto trovare mai un altro compagno di intelligenza così brillante e al tempo stesso tanto accattivante e tanto modesto. L'interesse che mettevo nel mio lavoro, per esempio in astronomia (che è stato lui a farmi conoscere), io lo consideravo come qualcosa da dividere con lui, e credo che anche lui sentisse un po' la stessa cosa nei miei riguardi. Ora quell'interesse se n'è in parte andato, ma so che nel mio lavoro dovrò mettere, se non lo stesso interesse, la stessa energia che metterei se lui fosse vivo, perché questa è la cosa che lui vorrebbe da me. Sono certo che per lei nessuna perdita potrebbe mai essere più grande.
Suo sinceramente, Alan Turing
la brillante collega di Bletchey, con conseguente proposta di matrimonio, viene interrotto dallo stesso Turing, che confessa alla giovane le proprie "tendenze", senza alcuna vergogna. Tra Turing e la Clarke, infatti, era nato un rapporto di complicità ed amicizia, nei quali entrambi si sentivano perfettamente a proprio agio:"
L'incontro fatale per Turing (laddove l'aggettivo "fatale" non ha nulla di romantico) avviene tuttavia a Manchester, nel periodo del Natale 1950. Percorrendo le vie dove sapeva di poter fare gli incontri giusti, Alan si imbatte in Arnold Murray, un diciannovenne di estrazione sociale molto diversa da quella di Alan, che" era in cerca di un'identità, e pensava che il mondo gli dovesse qualcosa di meglio che non passare tutta la vita al gradino più basso della scala. [...]. Non era una persona che avesse una sua libertà o una sua coerenza mentale. Sognava un rapporto perfetto con una donna, ma al tempo stesso gli piaceva stare con gli uomini, perché allora non aveva bisogno di recitare una parte. Lo chiamavano "Mary Ann" per via della sua sensibilità e della sua intelligenza, e di questo era ben consapevole: gli uomini del ceto medio gli offrivano cultura e buone m
Arnold sembra ben felice della piega che le cose stanno prendendo, ma purtroppo tra lui ed Alan c'è una zona d'ombra, riguardante le questioni di denaro. Arnold non vuole essere pagato come un mantenuto, ma di denaro ha un disperato bisogno. Dal portafogli di Alan scompaiono dei soldi (dieci sterline), e Arnold nega a lungo di averli presi prima di ammettere che gli servivano a saldare alcuni vecchi debiti. Alan vorrebbe interrompere la relazione, Arnold si ripresenta da lui per evitarlo- e per chiedere di nuovo sette sterline.E' il 21 gennaio . Due giorni dopo, la casa di Alan è visitata dai ladri; i beni sottratti non ammontano a più di cinquanta sterline. Alan sospetta immediatamente di Arnold, il quale farà di tutto per protestare e dimostrare ancora una volta la propria innocenza. Ma sebbene innocente, Arnold non è tuttavia completamente estraneo all'accaduto: aveva infatti parlato di Alan al suo amico Harry,un coetaneo rimasto recentemente disoccupato. Harry gli aveva proposto di mettere a segno un furto insieme a casa di Alan, ma Arnold si era rifiutato .Il giorno dopo, i due si recano insieme alla stazione di polizia di Winslow, e
Alan dichiara di avere sospetti su Harry, ma senza fare il nome di Arnold. La polizia, dal canto suo, era già sulle tracce del giovane, che già aveva precedenti, e che, per cacciarsi fuori dai guai, aveva raccontato alle forze dell'ordine tutto ciò che sapeva succedesse a casa di Alan. L'emendamento Labouchère sta dunque per mietere un'altra vittima eccellente. Quando gli agenti Wills e Rimmer si presentano a casa di Alan con l'intenzione di arrestarlo, dichiarando di " sapere già tutto", il loro bluff, evidente a chiunque, non lo è però per Alan, il quale prontamente stende una relazione meticolosamente dettagliata- e firmata- delle attività praticate con Arnold, immolandosi dunque consenzientemente sull'altare dell'accusa di gross indecency ( grave indecenza).Lo stesso Arnold, del resto, viene arrestato e costretto a leggere la deposizione di Alan e a redigerne una ancora più dettagliata, che Alan, poi (buon Dio!), giudicherà " tecnicamente esatta". Alan Turing segue degli algoritmi precisi. Come i suoi calcolatori, il decifratore del più impenetrabile codice bellico di ogni tempo è del tutto incapace di mentire, di cifrare il proprio pensiero secondo le più elementari regole del protocollo sociale. Ironia - tragica- della sorte.
L'epilogo della storia è purtroppo tanto noto quanto triste. Il 27 febbraio Alan e Arnold compaiono insieme davanti alla corte di Winslow: per Alan viene predisposta la libertà su cauzione.Il processo contro Alan e Arnold viene celebrato a Knutsford, Chestshire, il 31 maro 1952. Il giudice Harrison, non senza naturalmente una meticolosa ricognizione delle deposizioni degli imputati, né tanto meno senza un'altrettanto meticolosa formulazione dei capi d'accusa, decide di evitare ad Alan la prigione " a condizione di sottoporsi a trattamento terapeutico presso un medico qualificato del Reale Ospedale di Manchester". Il trattamento medico qualificato di cui sopra, noto anche come organoterapia, messa a punto da un' equipe di medici a Los Angeles, nel 1940, era una micidiale cura a base di estrogeni, volta ad inibire la libido, che riduceva i soggetti all'impotenza, aveva gravi effetti sul sistema nervoso e provocava la ginecomastia. Ma quei medici avevano il nobile scopo di " trasformare gli omosessuali in eterosessuali". Con metodi non troppo diversi, sottolinea Andrew Hodges, dai loro colleghi nazisti.
RISORSE E NOTE A MARGINEAlan si dovrà sottoporre al trattamento per un anno intero,come stabilisce la sua condanna. Seguiranno altri due anni di notevole attività, in cui Alan Turing sembra lo stesso di sempre, forse più aperto al dialogo con gli altri, alla vita, all'esplorazione di nuove possibilità. In questi due anni intraprende anche un percorso di analisi con uno psicanalista junghiano, Franz Greenbaum, più per interesse verso la logica e le strutture di pensiero che per l'inconscio. Ma l'analisi porta naturalmente alla luce anche le dinamiche familiari sepolte, soprattutto, chiaramente, il rapporto con la madre:" Analizzando quei sogni, Alan fu sorpreso di scoprire che molti di essi avevano un contenuto di ostilità nei confronti della madre, o potevano essere intepretati in quel senso. Nella vita reale i suoi rapporti con lei si erano andati facendo sempre più affettuosi. A ciò aveva contribuito molto la maniera con cui aveva accolto la notizia del processo; sicché, a settant'anni, la signora Turing sentiva che stava diventando la migliore amica di suo figlio. Ma sapeva anche che Alan era ormai condannato per sempre a essere l'"intellettuale mattoide" che lei aveva sempre temuto; e dal canto suo Alan sapeva che la madre non avrebbe mai smesso di occuparsi soprattutto delle posate giuste da mettere a tavola, come se vivesse in un perpetuo mondo di inviti a cena e di mondanità coloniali. Blandi battibecchi continuavano a caratterizzare tutte le visite di Alan a Guildford: "Ma insomma, Alan!" cui seguiva la solita risposta: "Mamma, ti prego, non essere ridicola! "
La mela avvelenata al cianuro trovata sul suo comodino accanto al suo corpo senza vita, l'8 giugno 1954, era un'allusione alla favola di Biancaneve,e dunque in definitiva un messaggio in codice a sua madre. Ma Ethel Turing, dal canto suo, ha sempre sostenuto la tesi dell'incidente, sostenendo che il figlio avesse avvelenato per errore la mela con le dita sporche di cianuro mentre tentava di placcare un cucchiaino d'argento. Nessuno sa spiegare i motivi del suicidio di Alan, né del resto nulla, nel suo comportamento, lasciava pensare che nel suo animo si agitasse una simile risoluzione.Può darsi che l'analisi stessa lo avesse reso in qualche modo cosciente dell'inferno che era stato ingiustamente costretto a subire,e che probabilmente, una volta riconosciutane l'enormità, gli sarà parso intollerabile." Come chiunque altro, [...] Alan doveva vivere nel mondo e comunicare con esso. E nel suo amore per i calcolatori si poteva scorgere un aspetto complementare: un'estrema coscienza delle regole e delle convenzioni sociali alle quali era sottoposto. Incerto e perplesso fin dall'infanzia sui suoi doveri più elementari, Alan era staccato due v
Più del processo, più della condanna e più ancora delle tragiche conseguenze sulla vita di entrambi, Oscar Wilde ed Alan Turing appaiono uniti soprattutto da una scelta, quella di non rinnegare la propria identità a nessun costo. Ed è proprio in virtù di questo che a loro è dedicato questo ennesimo, e sul piano tecnico inutile post. Non tanto per aggiungere qualcosa di nuovo al già noto, quanto piuttosto per avere occasione di ribadire una tesi . Io credo infatti che il termine omosessuale sia intrinsecamente fuorviante e distragga l'attenzione dal punto fondamentale della questione, che non riguarda- per dirla con Hillman- Afrodite o Eros,la sfera erotica tout- court, quanto piuttosto Psiche, la nostra natura profonda, la nostra anima (sulle implicazioni essenziali dell'amore per l'anima in quanto processo di proiezione del sé la letteratura psicoanalitica ha versato proverbiali fiumi d'inchiostro, per cui insistere sul tema sarebbe a dir poco superfluo) . Insomma, è Psiche, molto più di Eros- o almeno unita ad Eros- che fa di noi quelli che siamo, che definisce la nostra identità di persone. Ecco perché Turing e Wilde non sono riusciti a mentire ( a rinnegare Bosie, a rinnegare Christopher) . Avrebbero potuto, certo, ma questo sarebbe equivalso a farne i primi censori e carnefici di sé stessi. E a presentarsi agli occhi del mondo come essenzialmente sbagliati, riducendo o evitando forse la pena, ma riconoscendo così implicitamente la giustezza della condanna. Esattamente come Socrate,duemilatrecento anni prima. Sventurata la terra che ha bisogno di eroi.
" Appena fui messo in prigione alcune persone mi consigliarono di cercare di dimenticare chi fossi. Mai consiglio fu più errato.E'solo prendendo pienamente coscienza di chi sono che ho trovato qualche conforto".
-Corsivi e grassetti nel testo sono miei ,come pure la traduzione dei brani del De profundis;
- il testo integrale del De profundis in traduzione italiana - oltre a numerosi altri approfondimenti sulla vita e sull'opera di Oscar Wilde;
La scelta del titolo del post è certo amaramente- direi dolorosamente- provocatoria, ma non è determinata soltanto dalla ricerca dell'effetto. Oscar Wilde è stato infatti un ottimo conoscitore di letteratura russa, lettore e recensore di Dostoevskij- di cui egli aveva letto, appunto, Delitto e Castigo e Umiliati e offesi. Non a caso i concetti di espiazione e di colpa , di abiezione rivestono un ruolo così centrale nel De profundis che forse-dico forse- richiama nel titolo anche i Ricordi dal sottosuolo.
- L'articolo del progetto Polymath del Politecnico di Torino dedicato al sistema crittografico Enigma e alla decifrazione dello stesso da parte di Alan Turing e degli altri esperti matematici coinvolti nel progetto a Bletchey Park;
- Una approfondita scheda sui concetti di computabilità e algoritmo in relazione alle macchine di Turing nel contributo di Marcello Frixione (Università degli studi Roma 3);
-Il creato, curato e aggiornato da Andrew Hodges, del cui sito dedicato ad Alan Turing sito personale costituisce la sezione più cospicua (e che prevede anche estensioni on line della biografia);
-Non per insistere come al solito sulle questioni a me care di psicologia mitica e archetipi , ma non posso evitare di riportare questo passaggio della biografia di Andrew Hodges: [L]'incertezza di fondo nella vita di Alan Turing, quel suo tentennare fra ruoli diversi che più colpiva gli osservatori, non era tanto dovuta a insicurezza sulla sua condizione sociale, ο sulla sua posizione professionale, ο sulla sua sessualità, quanto invece a una esitazione profonda fra due alternative di comportamento: l'adulto e l'infantile. [...]Per descrivere un uomo come Alan, con un fisico decisamente atletico, ma con i manierismi e con il modo di muoversi di un goffo e acerbo ragazzino; con improvvisi, sconcertanti salti di umore; che passava dalla più ingenua naturalezza alla più severa autorità; e da momenti di furia compressa e silenziosa a momenti di composta grazia, non stupisce che Lyn Newman ricorresse (pensando anche alle sue qualità di maratoneta) all'immagine di Mercurio. La sua era un'ambivalenza con molti significati a molti livelli: per esempio, a livello intellettuale c'era il rifiuto di lasciarsi definire una volta per tutte dalla sua ormai vecchia reputazione, con quello sconfinamento a quasi quarant'anni in un campo di attività completamente nuovo. E naturalmente c'era nella sua ambivalenza un significato erotico, in reazione alla sua situazione di omosessuale: una situazione in cui i due ruoli di cacciatore e di preda sono più fluidi e più confusi di quanto non accada nei rapporti eterosessuali, e spingono a essere in uno stato di continuo movimento. L'eterno fanciullo, l'ermafrodito, il messaggero degli dèi dalle ali ai piedi; se a questo aggiungiamo che Alan Turing è anche il padre dell'intelligenza artificiale alla base della nostra epoca caratterizzata da intossicazione ermetica, il ritratto non potrebbe davvero essere più perfetto. Per un termine di confronto sulla natura dell'archetipo Hermes, rimando
-Sulla verosimiglianza del film recente successo cinematograficodichiaratamente ispiratosi alla biografia scritta da Andrew Hodges, molti critici hanno storto il naso, accusando la sceneggiatura di averne tradito lo spirito . In particolare, critica lo stravolgimento del carattere di Turing, lasciato virare da Benedict Cumberbatch, l'attore protagonista, troppo decisamente verso una caratterizzazione quasi autistica, riconducendo dunque Turing ad una versione - poco- riveduta e corretta del suo L.V. Anderson S [analisi magari condivisibile, ma che forse non tiene in debito conto che il film è, appunto, un film e non un documentario, e deve quindi piegare in qualche modo la materia alle esigenze della drammatizzazione; e che comunque ha il merito indiscusso di aver reso finalmente nota la figura di Alan Turing al grande pubblico, riscattandola da quella sorta di oblio coatto in cui era confinato] .
-Qui sotto il video di Benedict Cumberbatch intervisa , programma , in cui l'attore parla diffusamente- e anche molto sentitamente - della sua ammirazione per Alan Turing, del suo lavoro di analisi e immedesimazione per costruire il personaggio del film e anche del suo profondissimo sdegno per ciò che Alan Turing è stato costretto a subire. Particolarmente toccante la parte finale dell'intervista, in cui egli racconta di aver avuto davvero barcollato in un attimo di mancamento nel girare la scena finale del film,in cui Alan Turing, zoppicando, svanisce nell'oscurità sorridendo mentalmente a "Christopher"-la macchina che (nel film) incarnava l'amore della sua vita- come per dire: cult di approfondimento cinematografico condotto da Annette Insdorf "Sto venendo a raggiungerti".
-Come certo tutti voi saprete già, in realtà un segreto omaggio ad Alan Turing e alla sua tragica fine è presente nel nostro quotidiano da quarant'anni, ( senza alcun sospetto da parte nostra. Qualcuno, infatti, intelligente, visionario e lungimirante, ha pensato bene di esprimere la propria gratitudine e il proprio rispetto nei confronti del lavoro
- Per quel che vale, io sarei piuttosto incline a credere che il logo della Apple non sia l'unico omaggio in codice alla memoria di Turing. Nella terza puntata della seconda stagione della serie BBC Sherlock, di cui ho avuto già modo di occuparmi- sia pure tangenzialmente, per così dire-qui e altrove, il redivivo Moriarty si presenta in casa di Sherlock e, gli assicura di dovergli una caduta (alludendo alla scena finale dell'episodio, a sua volta allusione allo scontro tra Sherlock Holmes e Moriarty in The Final Problem )incidendo le iniziali I e U in una mela da lui precedentemente morsa. (IOU in inglese si pronuncia come I owe you, Io te lo devo).Considerati gli intenti e la natura della serie, che sembrerebbero rispondere ad un progetto culturale della BBC molto più ampio volto appunto a combattere l'omofobia, considerato l'impegno personale in tal senso degli autori Moffat e Gatiss, considerato anche che la serie è andata in onda del 2013,