Raniero Busco è stato assolto per non aver commesso il fatto.
Lo ha deciso la Corte d'Assise d'Appello al termine del processo di secondo grado per la morte di Simonetta Cesaroni, la ragazza uccisa il 7 agosto 1990 con 29 coltellate in via Poma.
Busco ha accusato un malore per l'emozione e, in bagno con la moglie, s'è lasciato andare ad un pianto liberatorio.
«Sono rimasto profondamente sorpreso da questa decisione dei giudici, soprattutto perchè hanno sentenziato un'assoluzione piena di Busco, sembra senza neanche ritenere esistente un dubbio». Cosi l'avvocato Massimo Lauro, legale di Anna Di Giambattista, mamma di Simonetta Cesaroni, commentando l'assoluzione di Raniero Busco per quel delitto.
«Tutto questo mi fa pensare molto - ha aggiunto -. A fine luglio avremo le motivazioni della sentenza e decideremo di conseguenza se fare ricorso in Cassazione».
«Questa decisione era nell'aria - ha aggiunto Federica Mondani che rappresenta Paola, sorella di Simonetta -. Ora dovremo capire i criteri con cui i giudici ci sono giunti ma immagino che faremo appello».
«Sono molto soddisfatto perchè è stata assolta una persona estranea ai fatti». Questo il commento a caldo di Franco Coppi, uno dei difensori di Raniero Busco, commentando la decisione della Corte d'Assise d'Appello. In merito alla perizia disposta dalla Corte che ha smontato l'impianto accusatorio del processo di primo grado, il penalista ha aggiunto: «Se la Corte ha deciso per una nuova perizia è perchè riteneva insufficienti le prove acquisite in primo grado».
Dello stesso tenore le dichiarazioni dell'altro avvocato di Busco, Loria, per il quale «la pronuncia della Corte ci riempie di fiducia: oggi è stata dimostrata la necessità del processo d'appello di secondo grado perchè i giudici in primo grado possono anche sbagliare».
Con questo risvolto le sfumature gialle sul caso di via Poma si fanno più intense.
La domanda che rimane allora è: ma se non è stato Busco, allora, chi è stato?