Deliver Us The Moon - Provato

Creato il 07 febbraio 2016 da Lightman

Un primo assaggio della promettente avventura spaziale di KeokeN Interactive: nonostante sia ancora in uno stato embrionale, ci siamo trovati di fronte ad un survival che sembra avere carattere.

Angelo "Wildbone" De Martini è un famelico appassionato di videogiochi, dategliene uno di qualsiasi genere e ne farà un boccone in compagnia del suo fidato PC. Se potesse scapperebbe con lui in Giappone, continuando ad amare la scrittura e a videogiocare come un matto. Lo potete trovare su Facebook.

Dopo il promettente avvio della campagna Kickstarter (nel momento in cui vi scriviamo ha già raccolto più della metà del modesto finanziamento richiesto), il piccolo studio indie olandese KeokeN Interactive ci ha permesso finalmente di mettere le mani su una breve demo di Deliver Us The Moon, intrigante avventura spaziale dalla forte componente esplorativa e survival che ha suscitato ottime impressioni fin dalla sua prima apparizione su Steam Greenlight. Il titolo, come i recenti Life is Strange e Resident Evil: Revelations 2, poggerà su una struttura episodica, con il primo capitolo che dovrebbe raggiungere gli scaffali digitali intorno all'agosto di quest'anno, mentre l'ultimo, il quinto, potrebbe arrivare addirittura verso la fine del 2017. Si tratta certamente di un modello di distribuzione inusuale per un'avventura spaziale che -narrativamente parlando- si preannuncia ermetica e ben mimetizzata nelle ambientazioni di gioco, tuttavia, a detta degli stessi sviluppatori, questa particolare scelta permetterà al team di concentrarsi con più tranquillità sulle singole parti del progetto, senza dover quindi spingere troppo sull'acceleratore per completare l'opera entro la fine dell'anno. Ma cerchiamo di scoprire insieme alcune delle caratteristiche che ci attenderanno in Deliver Us The Moon.

La solitudine del cosmo

Bastano pochi attimi per rendersi conto che Deliver Us The Moon sarà un'avventura colma di solitudine e desolazione. Ci sono vaste lande lunari da esplorare, lunghi e stretti corridoi di basi spaziali abbandonate, grossi finestroni da cui ammirare la Terra immersa nello spazio infinito. E suoni metallici indistinti che, come il lamento antico di una tecnologia ormai senza padrone, riecheggiano martellanti in lontananza. Insomma: non ci si può che sentire soli e terribilmente lontani da casa.
Il protagonista è stato inviato sul suolo lunare con ruolo che va ben al di là di quello dell'astronauta: la Terra sta morendo e noi siamo l'ultima speranza per evitare che l'umanità si estingua. Deliver Us The Moon ci catapulta in un futuro non troppo lontano: è il 2069, e il progetto "Global Remedy" della WSA (Worldwide Space Agency), che aveva visto la maggior parte delle nazioni cooperare nella costruzione di basi lunari per effettuare delle ricerche al fine di preservare il futuro del genere umano, è naufragato a causa di insanabili dissapori tra le superpotenze mondiali. Con le risorse terrestri ormai quasi completamente esaurite e le basi lunari abbandonate a loro stesse, l'estinzione umana sembra davvero dietro l'angolo. Urge un piano d'intervento tempestivo, un ultimo disperato tentativo per procrastinare l'inevitabile. Ed è proprio qui che entriamo in gioco noi, semplici ma coraggiosi astronauti della WSA, con lo scopo di tornare sulla Luna e proseguire nell'affannosa ricerca di una soluzione immediata alla crisi terrestre.
Il titolo si apre qualche attimo prima di salire a bordo del razzo che ci traghetterà sulla stazione spaziale della WSA. Siamo soli nei bui corridoi della base di lancio, ed indossiamo la tuta spaziale che presumibilmente ci accompagnerà per il resto dell'avventura. Ci hanno detto che la nostra missione sarà una di quelle che in gergo vengono definite con l'espressione " do-or-die": gloria o morte. Ormai è troppo tardi per tirarsi indietro, e nemmeno avrebbe senso visto il drammatico destino a cui andremmo ugualmente incontro. Quindi proseguiamo, raggiungiamo il razzo, e ci sediamo di fronte alla console dei comandi. Dobbiamo eseguire la procedura di lancio riportata negli schermi di fronte a noi. La visuale nel cockpit è rigorosamente in prima persona, perciò dobbiamo essere svelti nel familiarizzare con i pulsanti, così da poterli attivare nella giusta sequenza ed evitare di dover ripetere la procedura da capo. I motori cominciano a rombare sotto il nostro sedile, trasformando la cabina in un frullatore infernale. Fortunatamente, mentre il razzo si stacca da terra e la forza propulsiva ci incolla al sedile, individuiamo un finestrino ove concentrare il nostro sguardo. Il cielo, che prima era azzurro, si fa progressivamente nero e punteggiato di stelle. E d'improvviso il trambusto s'acquieta. Abbiamo oltrepassato l'atmosfera e siamo finalmente nello spazio. Arrivederci Terra.

Esplorare e interagire

Lo spazio in Unreal Engine 4

Dal punto di vista tecnico, Deliver Us The Moon è mosso dall'Unreal Engine 4, che, pur non mostrando chissà quali miracoli grafici, riesce a calarci alla perfezione nella fredda e asettica atmosfera di gioco. Le luci fluorescenti intorno ai portelloni, i riflessi sulle pareti metalliche, le zone d'ombra dei corridoi, il design minimale delle stanze: tutto concorre a rendere lo spazio che ci circonda tanto distaccato quanto familiare, un piccolo santuario per gli appassionati di sci-fi. Inoltre, durante l'intera avventura ci sarà data la possibilità di utilizzare sia la visuale in prima persona che quella in terza.

È una volta messo piede sulla stazione spaziale della WSA che il titolo comincia a mostrarci alcuni dei suoi fondamenti ludici. Trattandosi di un livello introduttivo, l'intento degli sviluppatori è quello di farci accarezzare alcune delle principali dinamiche survival che il titolo offrirà nella sua forma definitiva. Il nostro compito è quello di raggiungere l'ascensore che ci porterà direttamente sulla superficie lunare, ma in tutta la stazione manca l'ossigeno, e i sistemi di pressurizzazione sono stati disabilitati in seguito all'abbandono del progetto "Global Remedy". Non ci resta quindi che procedere a passo spedito per i lunghi corridoi della stazione, stando bene attenti all'indicatore luminoso posto sulla nostra schiena, che ci informerà in ogni momento sulla quantità d'ossigeno rimasta a nostra disposizione. Data la struttura piuttosto lineare di questo primo livello, molti dei corridoi non sono altro che dei vicoli ciechi, con portelloni difettosi o casse accatastate a sbarrarci la strada. Ma è proprio in queste brevi deviazioni che, come in ogni buona avventura esplorativa che si rispetti, ci viene data la possibilità di recuperare alcuni oggetti o degli strumenti speciali utili a perseguire la nostra missione; nella fattispecie abbiamo avuto modo di trovare alcune bombole per ricaricare la riserva d'ossigeno della tuta. Proseguendo lungo il tragitto per l'ascensore ci prendiamo qualche attimo per scrutare l'ambientazione: fuori dagli enormi finestroni la Terra capeggia immersa in un oscuro mare di stelle, mentre sul fianco della stazione degli enormi ingranaggi meccanici si attivano ogni volta che apriamo un portellone interno. Sono solamente piccoli dettagli, è evidente, un po' come la messinscena all'interno del razzo dell'incipit, ma è proprio grazie a quest'ultimi che si percepisce la passione che KeokeN Interactive ha speso per costruire la sua piccola creatura.
Trattandosi di una demo l'allestimento della scena è ancora in fase embrionale, con una ripetizione inevitabile degli asset (che è comunque coerente con il design futuristico), e in generale quella mancanza di dettaglio che serve a donare unicità ad ogni ambientazione. Tuttavia questa ripetitività di fondo si respira già di meno una volta discesi sulla base lunare.

Qui la luminosità è molto più elevata, e in generale il livello tecnologico è di qualche spanna superiore a quello osservato a bordo della stazione spaziale. Anche il level design si fa leggermente più complesso, con numerosi portelloni (alcuni da sbloccare) che danno accesso a nuove aree dell'edificio, e tante rampe di scale per accedere ai piani superiori ed inferiori. Dopo una prima breve esplorazione della struttura, finiamo in una stanza in cui è posizionato un piedistallo con una grossa arma futuristica in bella vista. Scopriamo che si tratta di un fucile ad impulsi, capace di lanciare scariche ad alto voltaggio per interagire con alcuni elementi ambientali. Grazie ad esso riusciamo a sbloccare proprio i portelloni disabilitati che avevamo incrociato precedentemente, facendoci largo verso il cuore della struttura. È una volta raggiunto il centro di comando che riceviamo finalmente un assaggio più sostanzioso di quell'interazione ambientale che, presumibilmente, dovremo utilizzare per l'intera avventura. Un monitor ci chiede se vogliamo eseguire una procedura d'attivazione non meglio specificata: un po' interdetti diamo il nostro assenso per capirne qualcosa di più. Seguendo le istruzioni, raccogliamo una grossa sfera e la appoggiamo su un piccolo piedistallo. La sfera prende improvvisamente vita, rivelandosi un droide capace di fluttuare a mezz'aria per mezzo di alcuni piccoli propulsori. Si chiama ASE ( All Seeing Eye), e sarà il nostro fedele compagno per il resto dell'avventura. È proprio grazie al suo intervento che riusciamo a sbloccare l'enorme portellone nell'hangar principale della base, che aprendosi ci pone finalmente di fronte alla vasta desolazione della superficie lunare, con all'orizzonte alcune basi lunari sfocate che sembrano dei fari nella notte.

Termina così la demo, con questa suggestiva immagine che ci lascia solo presagire i toni e le caratteristiche del nostro viaggio sulla Luna. I quesiti nella nostra testa sono tanti: cosa ci aspetta là fuori? Come faremo a salvare l'umanità? Come si evolverà la narrazione "silenziosa" del titolo? Quanto complessi saranno i puzzle ambientali? Tutte domande che non avranno risposta fino ad agosto, quando verrà pubblicato il primo capitolo di questa promettente avventura spaziale.

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