Dopo dieci anni forse riusciamo a dirlo. L’11 settembre 2001 è stato attuato un piano elaborato, lungamente preparato e provato nei decenni precedenti.
In altre parole, le torri gemelle sono state costruite per venire giù l’11 settembre 2001.
Consapevoli di ciò possiamo rimuovere dalle nostre attenzioni tutte quelle tesi, anche se pregevoli e talvolta autorevoli, che inquadrano l’evento nella veste di un’operazione decisa o cavalcata da certe élites attuali (in genere i più scaltri puntano l’indice contro il Mossad e la CIA).
Parliamoci chiaro, non poteva essere il primo ciak. Non si fa una cosa del genere in mezzo ad una città senza fare almeno una prova generale. Nessuno, ma davvero nessuno, sottolinea questa evidenza.
Dirò di più… la prova generale (di certo l’ultima di una serie nutrita) deve essere stata fatta per forza prima della costruzione dei due orrendi palazzi di Manhattan, ossia prima del 1973. E l’ideazione del tutto dev’essere quindi ulteriormente precedente. I realizzatori dell’operazione devono aver avuto il tempo di costruire decine di palazzoni grotteschi in mezzo ad un qualche deserto e devono averli tirati giù parecchie volte prima d’essere assolutamente certi del risultato. D’altronde si trattava di disgregare a livello molecolare – ed in pochi secondi – parecchie migliaia di tonnellate di acciaio. Non è roba che ci si possa permettere di improvvisare.
Concediamo che tutto il lavoro di foto e video ritocco sia un accessorio recente e quindi che, in tutta evidenza, la scelta di inscenare un’aggressione volante possa essere il parto di sceneggiatori contemporanei. Ciò non toglie che il nocciolo dell’operazione, la trama della tragedia, fosse già ben delineata almeno mezzo secolo prima.
Da ciò si deduce che al mondo vi sono persone eleganti che hanno vissuto sapendo che ciò sarebbe accaduto. La gente elegante è più cattiva di quanto in genere la paura e l’orgoglio ci consentano di credere.
Tutto intorno – e non è poco – è distrazione o uranio impoverito.