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Dell’”intervista” di Luciano Fontana (direttore del Corriere della Sera) a CHE TEMPO CHE FA. E sulle dieci domande che Fabio Fazio si è “scordato” di fare.

Creato il 07 febbraio 2016 da Rosebudgiornalismo @RosebudGiornali

458px-sanzio_01_plato_aristotle.jpgRenzi ha avuto un merito…

(Luciano Fontana, 7 febbraio 2016)

di Rina Brundu. Naturalmente si trattava della solita marchetta editoriale: nello specifico di una marchetta che doveva informare del recente cambio di grafica e di linea commerciale del Corriere.it, il quale il 27 gennaio scorso ha ufficialmente iniziato la sua era informazionale a pagamento. “Il cartaceo” ha sottolineato compito – davanti al Fabio Fazio di “Che tempo che fa” (Rai3), il direttore che ha sostituito De Bortoli in via Solferino, dopo che quest’ultimo ha osato criticare il renzismo, “è ancora importante per il Corriere… (…)… ma ci sono anche tanti giovani che si informano in altra maniera: questo non vuol dire che siano meno informati…. (….)…. Il modello è quello del The New York Times che ha da tempo un modello simile al nostro…”.

Per rassicurare chi non ha visto “l’intervista” ma sarebbe ragionevolmente “preoccupato” da cotanto dire, garantisco che una “perla” rilevante, in una intervista fondamentalmente “reticente” (soprattutto perché il conduttore non si decideva a fare le domande che sarebbe stato necessario fare), Luciano Fontana l’ha effettivamente prodotta e quella perla è stata: “Sui diritti civili non bisognerebbe fare troppi giochi politici”, o giù di lì.

Oro colato: come contraddirlo! Per quanto mi riguarda, confesso però che, avendo seguito molto attentamente la linea editoriale “imposta” dal suo arrivo alla direzione di quello che è ormai un ex glorioso giornale italiano, mi sarebbe davvero piaciuto sapere se le risposte alle domande “non fatte” da Fazio sarebbero state altrettanto perentorie. Purtroppo non lo sapremo mai e questo non è certo una colpa di Fontana.

Tuttavia, nella non impossibile-possibilità che un giorno il direttore passi di qui – e voglia rispondere alle stesse, quelle domande le pubblico qui in calce. Come diceva James Bond: You never know… never say never again!

  • A mio avviso il Corriere è da tempo diventato un organo governatizio che ripropone urbi et orbi, pedissequamente, la voce del padrone: concorda? E cosa crede ne penserebbe Indro Montanelli di un simile status-quo?
  • Ritiene che Oriana Fallaci sarebbe contenta della svolta acritica di un quotidiano che é stato di entrambi?
  • Chi e quando decide di pubblicare quelle molte fotografie blanket-size di Matteo Renzi sulla Home?
  • Avete ricevuto proteste in questo senso?
  • Non ritiene che il Corriere abbia anche una responsabilità deontologica e sociale oltre che responsabilità formative e mediatiche?
  • Perché tanto spazio al gossip e al guardaroba di Kate Middleton nella Home?
  • Perché pensa l’abbiano voluta alla direzione?
  • Ritiene che il servilismo sia la conditio-sine-qua-on per fare carriera giornalistica in Italia o, diversamente da quanto dicono le leggende metropolitane, il merito aiuta?
  • Cosa cambierebbe sul quotidiano se potesse decidere di suo, senza doverne rispondere a un CDA e al renzismo?
  • Lei ha lavorato anche ne L’Unità che fu fondata da Antonio Gramsci: pensa che oggi come oggi l’anima di questo nostro padre nobile possa essere felice del lavoro fatto da chi ha poi preso in mano le redini del suo lavoro?

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