Dell’Utri arrestato a Beirut

Creato il 13 aprile 2014 da Retrò Online Magazine @retr_online
apr 13, 2014    Scritto da Matteo Rinaldi    Attualità, Politica 0

Dell’Utri arrestato a Beirut

E’ finita. La latitanza di Marcello Dell’Utri, ex senatore Pdl e cofondatore di Forza Italia, è stata bruscamente interrotta.
Le forze segrete libanesi hanno fatto irruzione nel lussuoso albergo di Beirut dove Dell’Utri stava trascorrendo le sue giornate nelle ultime settimane.

Le accuse
Marcello Dell’Utri è accusato di concorso esterno in associazione mafiosa. Gli si imputano contatti con i clan casalesi, tra cui anche Riina e i Bontate. La condanna è avvenuta nel 2004 ma le indagini sono partite agli inizi degli anni 90.
Dell’Utri, stretto collaboratore di Silvio Berlusconi fin dagli anni settanta è stato socio in Publitalia ’80 e dirigente Fininvest, per poi fondare Forza Italia con Berlusconi
Nel 2010 aveva affermato ai microfoni del Fatto Quotidiano: “Io sono politico per legittima difesa. A me della politica non frega niente. Mi difendo con la politica, sono costretto. Mi candidai nel 1996 per proteggermi. Infatti subito dopo mi arrivò il mandato di arresto. Mi difendo anche fuori [dal Parlamento], ma non sono mica cretino. Quelli mi arrestano”.

“Sono malato e devo curarmi, non sto scappando”
Aveva detto così quando, nei giorni scorsi, era stato dato per latitante.
Sulla testa dell’ex senatore, amico stretto di Silvio Berlusconi, pende l’ordine di custodia cautelare emesso dalla Corte di Cassazione, che temeva che l’imputato potesse riparare all’estero per sfuggire alla condanna.
Forse non soddisfatto della sua villa a Santo Domingo, Dell’Utri ha scelto l’hotel a 5 stelle InterContinental Phoenicia per la sua degenza.
“Sono costretto a controlli medici e sono stato operato di angioplastica” ha detto tramite il suo avvocato, Giuseppe Di Peri “Sono fiducioso, inoltre, che la Corte Massima saprà dire la sua su una faccenda che presenta molte lacune ed è estremamente fumosa”.

Dell’Utri usa questo termine, “fumoso”. Sicuramente, però, non si riferisce a quella rete di aiuti che l’ex senatore ha ricevuto per attraversare il Mediterraneo fino al Libano.
Sarebbe stato un suo amico, Gennaro Mokbel, imprenditore romano coinvolto nell’inchiesta su Finmeccanica con grossi agganci con la banda della Magliana, a indirizzarlo verso la sua destinazione. lui a metterlo in contatto con un politico Libanese (al secolo Miche Aoun).
Il mandato di ricerca internazionale è scattato subito e la DIA, insieme agli agenti libanesi e l’Interpol, sono riusciti a rintracciare il suo cellulare e la sua carta di credito il 3 aprile.
Subito sono incominciati i procedimenti per l’estradizione.


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