Sto per abbandonare le mie comodità e i vezzi come i trucchi,la piastra per capelli che utilizzo nelle rare occasioni mondane e tutto quello che c'è metaforicamente nel mio beautycase.
Ho fatto a meno di queste cose tante volte, posso vivere senza, ma il mio lato più civettuolo a volte si diverte ad utilizzarle.
Mi rendo conto però, guardandomi intorno, di quanto molte donne diano eccessiva importanza a tutto questo.A me stessa piacerebbe tornare ad essere più selvaggia.
E così penso alle bambine saharawi e alla loro accompagnatrice, una donna adulta.
In circa un mese di accoglienza le ho osservate, ho interagito con loro e mi sono affezionata.
Ho imparato davvero tanto e posso dire che l'accoglienza si sia in un certo senso, sviluppata al contrario.
Quelle ad accogliere, in realtà, sono state loro!
Ho visto in queste bambine, frutti ancora acerbi, la bellezza e la fierezza delle donne che diventeranno, la determinazione di un popolo.
Una bellezza che fiorisce dall'interno e si ripercuote naturalmente fuori,nei loro visi belli come luminosi raggi di sole.
Mi hanno insegnato,tra le tante cose, che si può essere femminili e belle prendendosi cura di sè stesse in un modo semplice, fin da bambine.
Attraverso quelli che, ai miei occhi, sono apparsi come dei riti.
- Della crema .
- Dell'hennè
Cerimoniali da svolgere a mente lenta,slegata.
LentaMente.
Movimenti leggeri,quasi ipnotici.
Crema bianca come nuvole da utilizzare in abbondanza.
Crema per celebrare il corpo, tempio dell'anima.
Crema per proteggersi dall'aridità del deserto.
Hennè sulle mani.
Colore ad adornare e proteggere le dita.
Piccole falci di luna all'henna, sulle unghie.
pianta dell'hennè, foto presa da qui
Mentre ballano la Pizzica...
CremaDolceCarezza sui capelli per sciogliere i nodi che il vento del deserto ha creato, passando attraverso le trame corvine.
Donna dai capelli neri
cascata universale di notte apparsa
con il tuo sorriso.
Creasti una vita di ansie e diritti
in un popolo che ti venera.
Le tue parole,
consolazione del ferito e ricetta contro il dolore,
sguainano pugnali di rose
che fioriscono sulla patria.
E le tue mani mansuete
per mordere il bordo del pane e la vita sono ribelli,
quando impugni le armi
e difendi i tuoi figli.
Donna fatta di sole, sabbia e ragione
il tuo dolore immenso e` il peso che ci opprime
e il tuo grido alle "jaimas"
dove il tuo sudore e` pane, case, scuole e ospedali
si erge schiaffeggiando
il tempo e gia` sei ascoltata.
Donna nel tuo sguardo
c`e` odio per l`invasore
ma cresce la speranza
e l`amore si scatena
come cataclisma di passioni.
Donna tu sei il popolo, anche Tu sei rivoluzione
Questa poesia, scritta da un uomo saharawi, è un inno alle donne saharawi.
L'ho trovata qui
Spero di tornare un pò più donna e con la mente slegata, un cavallo libero.
Come quella mandria selvaggia che vidi attraversare la natura, qualche anno fa.
Ancora mi chiedo ti ho vista per davvero? oppure eri una Visione? dovuta ad un eccesso di libertà? Quando vivevo, per alcuni periodi,totalmente immersa nella natura?