Alla velocità della luce lessi la massima del giorno, fornita dal mio mattutino thè speziato alla cannella; vi giro la frasetta che – l’ammetto – mi strappò uno sguardo indagatore: «Act, dont’ react».
Ora. Come due più due fa quattro, «act» in lingua inglese è sì voce del verbo «agire», ma pure voce del verbo «recitare».
Mi sorge un dubbio: debbo interpretar la frasetta come «Agisci, non reagire»? Ossia: «Fà qualcosa non in reazione a qualche stimolo esterno (positivo o negativo), ma in base a quanto tu hai pianificato»?
O forse forse il the alla cannella intendeva «Recita (fingi), non reagire»? Ossia: «Caro/a mio/a, ti convien far finta che tutto vada bene; ad ogni stimolo esterno, tu non reagire: indossa invece la maschera dell’attore e conserva chiusi a doppia mandata nel cuore i tuoi veri pensieri. Sorridi anche se dentro stai piangendo, fanciullo/a»?
Ancor immersa nei fumi del sonno, preferisco restar con un piede in due scarpe e pensar che entrambe le interpretazioni siano degne di riflessione.
Al primo caffè della giornata vedrò di far chiarezza e scegliere quale delle due è la più attendibile.
Buona giornata, soliti lettori.