Masterpiece – per gli amici, Mastershit -, si candida ad essere uno dei più brutti in assoluto.
Pensavo che la scorsa settimana nulla avrebbe potuto battere, dal punto di vista della comicità, la presentazione della (ri)nascita di Forza Italia, con un Berlusconi e cricca di pazienti lombrosiani in splendida forma.
Invece – invece -, ecco la sorpresa: Masterpiece.
Il talent show della letteratura.
Su Rai 3.
Roba forte; roba impegnata.
(si fa per dire, naturalmente)
Ora, di questo talent show letterario, di questo Masterpiece, se ne stava parlando già da un bel po’. I reclusi del famigerato Blocco C della blogosfera erano molto scettici anche già dall’annuncio, vuoi perché chi fa parte di questo braccio internettiano è gente che con la scrittura non solo ha un certo feeling, ma ci sa fare, vuoi perché in genere sono persone che sanno di cosa parlano.
Soprattutto temevano (e temono) che d'ora in poi, quando diranno che "scrivono", potrebbero essere accomunati a "quelli di Masterpiece".
Ed effettivamente non c'hanno tutti i torti eh...
Personalmente, invece, ero speranzoso.
Pensavo potesse essere una buona occasione per parlare di libri in maniera costruttiva in tv*. E magari, con la scusa del reality, avremmo potuto avere la possibilità di leggere e ascoltare qualcosa di interessante.
Quando poi ho visto che tra i giurati del talent show c’era De Cataldo (il cui “Romanzo Criminale” è oggetto di puro feticismo*, per me), ho incrociato le dita: tendenzialmente, il magistrato sa cosa dice e i suoi prodotti (letterari, cinematografici e televisivi) sono buoni – o comunque sopra la media anche quando si tratta del “compitino stiracchiato”.
E invece no.
Masterpiece si è rivelato in tutta la sua trashaggine sin da subito, mostrandosi in qualità di Mastershit. Ovvero di un programma in cui il libro non conta***; conta lo scrittore.
Che ovviamente deve essere un caso umano.
Più lo scrittore è strambo, meglio è.
Non è un caso che il primo concorrente presentato sia stato il tipo internato due volte in manicomio per problemi mentali.
Perché si sa che lo scrittore, tendenzialmente, è un tipo pazzo.
A seguire: la metalmeccanica repressa che cerca nella scrittura la libertà; l’anoressica con tendenze suicide; il cocco di mamma bello e dannato, con nome fashon; il carcerato che non ha commesso il fatto, ma solo “un errore”; e l’erotomane.
I magnifici quattro(?)
Come nel più becero dei talent show, nel più squallido dei Grandi Fratelli o nel più orripilante Amici, va avanti non il più bravo a scrivere****, bensì il più stravagante.
E quindi ecco che vince la prima puntata il cocco di mamma col nome da femmina, perché mammà voleva una bambina.
Il Generale De Jarjayes urla atterrito nella notte francese gridando vendetta nei confronti di Mastershit.
E noi con lui.
Ad ogni modo bisogna ringraziare i cervelli che hanno ideato questo stillicidio: era ora che qualcuno riportasse il cabaret in televisione, se ne sentiva davvero la mancanza.
Ps: cattiveria mode on.
Deborah pensa che il programma sia “falsato”. Nel senso che Bompiani, che di solito non pubblica cazzate – men che meno in tirature di 100.000 copie -, forse ha già qualcuno da “piazzare”. E su quel qualcuno ci hanno tirato su il baraccone.
Ma è una pura illazione, sia chiaro…
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*Fino a un paio di anni fa c’era il bellissimo “Per un pugno di libri”. Barbaramente tagliato, of course, non sia mai abituiamo la gente a pensare troppo.
**E non solo il libro.
***Questo l’ho pensato dopo. Se ti dicono di cosa parla il libro e te ne fanno leggere un po’ per bene, visto il livello “medio” del programma col katsaw che qualcuno se lo compra…
****Anche perché alla prova dei fatti hanno fatto tutti ragionevolmente schifo. Il che conferma il fatto che in Italia tutti scrivono ma nessuno legge.