di Franco Luceri. Credo che nella nostra amata-odiata UE, la grattatina di tartufo stia diventando l’ingrediente necessario per presentare le schifezze politiche, come leccornie per palati “raffinati” (alla carta abrasiva). Se mi passate il paragone, direi che fra la politica “pulita”, e quella “tartufata”, c’è la stessa differenza che passa fra il profumo che profuma e il deodorante che ti rende sopportabile la puzza.
In Italia, la politica senza correttivi, è sparita da così tanti decenni, che gli elettori italiani ormai sono indotti a sputare nel piatto della politica buona se mai gli capita, e a divorarsi la cattiva. E più ne mangiano, più si avvelenano il futuro.
Perché la VERA POLITICA, di cui non c’è traccia da mezzo secolo, ha la sola funzione di RENDERE AUTONOMAMENTE PRODUTTIVI I SINGOLI CITTADINI, PER METTERE POI LO STATO A CARICO DEL POPOLO, TASSANDOLI.
MENTRE L’ESATTO CONTRARIO, IL POPOLO A CARICO DELLO STATO, E’ POLITICA AL TARTUFO: RIESCE EGREGIAMENTE A QUALUNQUE CRETINO, LASCIARE DISOCCUPATO IL 50% DI GIOVANI E POI INNAFFIARE DI RISORSE PUBBLICHE PADRI E NONNI PERCHE’ POSSANO MANTENERLI OGGI, MA POI CONSEGNARGLI IN EREDITA’ UNO STATO INDEBITATO O FALLITO.
Col popolo a carico dello Stato, la classe dirigente ha gioco facile a spacciare per intelligenza politica, la propria stupidità. Diventa difficile capire che la politica non sta creando le condizioni culturali e socio economiche perché almeno i laureati e super laureati diventino imprenditori autonomamente produttivi e contributivi.
In Italia, eserciti di pensionati dovrebbero vivere con le tasse pagate dai figli, ma i figli, soprattutto se laureati, sono esclusi da qualunque occupazione individualmente e socialmente produttiva, sono disoccupati a tempo pieno o in alternativa emigranti.
Chi ha inventato l’istruzione e la pensione, ha attentato a l’equilibrio socio economico degli Stati. Una volta gli artigiani si prendevano a carico i ragazzi a 6-7 anni, e dopo averli imparato un mestiere che li rendeva autonomi e liberi, dovevano sequestrarli per non perderli. Fra i 25 e i 30 anni erano tutti artigiani autonomi, sposati, padri, produttivi e contribuenti. Oggi i dipendenti devono incatenarsi sul posto di lavoro per evitare il licenziamento.
L’altro problema è la pensione. Gli artigiani vecchio modello, se in buona salute, rimanevano capitani della loro impresa e produttivi fino alla morte. Oggi abbiamo i pre-pensionati e i finti invalidi dalla nascita. E sui milioni di parassiti e ladri di Stato stendiamo pure un velo pietoso per amor di Patria.
Nei sistemi tartufati, all’italiana, il cordone ombelicale dei neonati viene reciso fisicamente dalla madre, ma riattaccato giuridicamente alla foresta delle istituzioni pubbliche che provvedono a rendere ogni singolo cittadino dipendente dallo Stato (da formare e perfezionare come disoccupato, parassita, truffatore o ladro) fino alla morte. Quindi, per l’intera vita, incapace di ragionare, procreare, produrre e contribuire autonomamente da adulto libero.
Se oggi a Gesù venisse la malaugurata idea di tornare fra gli umani, temo che nemmeno Lui sarebbe in grado di sfuggire al pensiero unico, al plagio della politica tartufata italiana, che induce l’intera classe dirigente di sinistra e destra o se volete pseudo comunista e pseudo liberale, a vergognarsi di tassare i cittadini italiani, ma non di indebitare lo Stato per mantenerli.
No. La politica che può tassare il popolo e mantenere lo Stato, ha molto di cui essere orgogliosa: vuol dire che lo ha reso produttivo. La maschera in faccia per non vergognarsi deve calarsela la classe dirigente italiana, che a “giusto” compenso per le devastazioni prodotte nel sistema socio-economico, tassa imprenditori e lavoratori che sono alla canna del gas fino ad istigarli a delinquere o al suicidio.
Perciò il delitto politico da cui tutti prendono le distanze, non è tassare il popolo per mantenere lo Stato; ma tassare lo Stato fingendo di salvare il popolo a colpi di esenzioni, riduzioni di tasse, sussidi, stipendi e pensioni, privilegi e furti assortiti, che in un colpo solo (impedendo persino ai geni di produrre onestamente) distruggono il futuro del popolo e dello Stato.
La politica che non ha ragione di ricorrere al plagio culturale per camuffare la propria nullità, è quella che rende i singoli cittadini autonomi e produttivi, per avere poi il sacrosanto diritto di tassarli. Nelle nazioni veramente progredite, le tasse sono tre volte più alte di quelle italiane, ma la gente ha guadagni adeguati e protezioni pubbliche integrali: diritti, non favori.
Perché trasformare un popolo di imprenditori capaci di pagare tasse e mantenere lo Stato, in un allagamento di dipendenti e pensionati che non si sa bene come e chi possa mantenerli, è l’ultima forma legalizzata di “democrazia poco democratica, ma molto, molto, molto genocida”.
Anche Renzi ha dovuto ricorrere alla “grattatina di tartufo” di 80 euro in busta paga per rendere commestibile la sua offerta politica. Ma almeno lui sta dimostrando di avere un vasto programma di rottamazione del sistema marcio Italia (con sette decenni di “onorata” conservazione), cosa che ci fa ben sperare nel ritorno della politica e giustizia “pulita”: vitale per gli onesti e letale per i farabutti. Prima che sia tardi.
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