Della vecchiaia, di mio nonno, di Moby e degli speciali notturni del tg1

Da Stregonestregato @ppstronzi

Ieri notte ho visto uno speciale del Tg1 perché non avevo sonno: o meglio, io non avevo sonno, ma il mio ragazzo, Blugino, ha visto l’introduzione del programma e ha deciso di lasciare finché non crollava addormentato. Risultato? Lui si è addormentato dopo cinque minuti e io mi sono sorbito tutto lo speciale sull’Alzheimer – un’epidemia silenziosa. In realtà, l’ho guardato con attenzione (almeno la prima metà) per due motivi: il primo è che rifuggo tantissimo tutto quello che riguarda la vecchiaia e le sue malattie; ma quando queste mi capitano sotto agli occhi, non posso fare a meno di restarne ipnotizzato e seguirle con angoscia e interesse; il secondo è che mio nonno sta rapidamente declinando, e ciò che sta decadendo è proprio il suo cervello. Ha 92 anni compiuti, quindi non è proprio un giovincello e perciò diciamo che sarebbe anche normale se finisse a breve, anche perché ha avuto per ora una vita di buonissima qualità, con poche malattie e un fisico bello sano e forte che ancora adesso lo sostiene. Il problema è, però, che da un annetto a questa parte sta perdendo quasi del tutto la memoria a breve termine, è diventato completamente rincoglionito dimenticando le azioni appena eseguite, come per esempio anche l’andare in bagno: questa cosa gli sta provocando una vera e propria ossessione poiché dimenticando ogni volta che ci va, si auto-convince di star rischiando un blocco intestinale, allarmando tutti noi familiari: e siccome in bagno ci va da solo, solo lui sa la verità.

Queste situazioni, di cui è pienamente cosciente, lo stanno deprimendo. Spesso, ha lo sguardo perso nel vuoto, è apatico e si addormenta anche nel bel mezzo di visite in casa. Ora, guardavo questo speciale per capire se mio nonno soffrisse di alzheimer, una malattia terribile che ti fa regredire lentamente fino a diventare un bambino: non credo che mio nonno ce l’abbia; l’alzheimer sembra intaccare la memoria, indistintamente se a breve o a lungo termine (mio nonno per esempio rammenta perfettamente tutto lo svolgimento del 1944, un anno a caso). Inoltre, ti rincoglionisce a tal punto da non permetterti di ricordare l’uso degli oggetti e non riconoscere nemmeno le persone, oltre che a vedere situazioni e persone immaginarie. Però il parallelo c’è. E c’è anche la questione che si tratta di malattie o situazioni che poi investono l’intera famiglia: figli che si ritrovano a diventare padri o madri dei loro genitori. Da spezzare il cuore.

Insomma, tutto questo non è assolutamente bello. La vecchiaia a me non piace: non riesco a capire quelle persone che dicono che non vedono l’ora di diventare vecchi, perchè è bello esserlo, che si è più saggi etc etc. Cioè, forse loro intendono come vecchiaia avere 65 anni? Quando vai in pensione e ti godi la vita? Beh, allora potremmo anche essere d’accordo: ma, quando hai 90 anni e, se sei nella norma, sei pieno di acciacchi e sofferenze che possono variare dalla perdita della cognizione mentale a problemi fisici non indefferenti, non so quanto possa essere interessante. Lo vedo anche con mia nonna, 87 anni, una mente lucidissima, ma delle gambe che la fanno dannare: bolle gigantesche che le esplodono sugli arti, lasciandole fuori la carne viva e dolori atroci.

Decisamente, la vecchiaia mi spaventa, perché non possiamo essere tutti Rita Levi Montalcini. Sì, certo, metterei la firma per arrivarci come ci è arrivato mio nonno che comunque perde molti colpi ma è piuttosto lucido, però non bramo per arrivarci. Tra l’altro, i miei sono preoccupatissimi e temono il peggio a breve; Io anche temo, ma cerco di minimizzare. Forse perché sono lontano e non vedo come si è ridotto mio nonno quotidianamente; forse perché, anche se 92enne, non sono pronto per perderlo e immaginarlo sotto terra, al freddo, come i miei due nonni paterni.

Oggi ho visto un video, bellissimo. Si tratta dell’ultima canzone di Moby, The Day: la canzone è molto bella, ma il video lo è di più e c’entra più o meno con queste considerazioni, rappresentando il momento del trapasso di una persona, la cui anima viene salvata da un’apparizione dell’arcangelo Michele (Heather Graham) che vince sul male  (o almeno questa è l’interpretazione che gli ho dato).

E’ da brividi, come i miei pensieri sulla vecchiaia. Cose da accettare e prendere con rassegnazione, in modo da vivere per bene questi anni.

Anche perché non v’è certezza nemmeno della vecchiaia, se ben ci penso.

 


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