[Demenzialmente] Amore 14 e l’importanza dei libri brutti

Creato il 01 gennaio 2012 da Queenseptienna @queenseptienna

A volte, a scuola, poteva capitare di leggere libri orribili che non avremmo mai preso in mano se non di fronte al caminetto in carenza di legna da ardere. Io ho scritto una tesina nientemeno che su Amore 14 di Moccia e ve la propongo riadattata in forma di articolo. Non è stata una lettura spiacevole, tutt’altro… come recita il motto di Yotobi, so bad it’s so good!

Amore 14
L’importanza dei libri brutti


Every book you pick up has its own lesson or lessons, and quite often the bad books have more to teach than the good ones.
Stephen King, On writing, Sperling & Kupfer, Milano, 2011

Introduzione
Ci sono diversi tipi di libri brutti: ci sono i libri noiosi, quelli con la punteggiatura che appare gettata a caso sulle pagine e che ti rendono difficile la comprensione, quelli che sembrano scritti da un ubriaco e, infine, i miei preferiti, ovvero i libri talmente brutti da essere divertenti.
Amore 14 fa parte dell’ultima categoria. È un libro di una bruttezza che non credevo possibile, e che proprio per questo mi ha fatto sbellicare. Cercherò di approfondire la bruttezza di questo libro aborto letterario.

La trama
Ha una trama? A dire il vero, non ne sono del tutto certa. La protagonista è una tredicenne simpatica quanto le unghie sulla lavagna, tredicenne il cui obbiettivo sembra essere infilare la lingua nella bocca del maggior numero di ragazzi possibile. Lo dice lei stessa in uno dei test presenti all’inizio di un gran numero di capitoli, uno dei suoi obbiettivi nella vita è baciare almeno cinque ragazzi. Non pensate male, eh. Lei è una ragazza seria, lei è innamorata, lo fa solo per consolarsi dopo la perdita del suo unico amore. Carolina ha una dote: quella di essere irresistibile per qualsiasi essere vivente dai quattordici ai ventun anni. Non riceve mai due di picche, tutti – per essere fine – se la vogliono fare. Se Carolina fosse un personaggio di una fanfiction verrebbe definita una Mary Sue in piena regola, ovvero uno di quei personaggi belli, simpatici, in poche parole privi di difetti. Le Mary Sue riescono inoltre a risultare irresistibili a chiunque diventi l’oggetto del loro desiderio. La protagonista di Amore 14 è quindi un perfetto esempio di tutto ciò.
Il suo grande amore si chiama Massimiliano, è un giovane aspirante stalker che comincia a seguirla dopo un primo incontro in libreria. Le regala un CD, le fa ascoltare la musica e se ne vanno insieme a mangiare un gelato. Per quello che ne so, le ragazzine di quell’età si tengono ben lontane dai ragazzi più grandi che cercano di seguirle per strada, ma questa non è la realtà: è un libro di Moccia. Carolina dimostra di essere una decerebrata per l’ennesima volta, in particolare in questa scena:
[...]E ci prendiamo un gelato. “Prendilo prima tu.”
“Va bene, allora doppia panna, castagna e pistacchio.”
“Anche per me.”
E mi piace un casino! Abbiamo gli stessi gusti cioè… veramente mi piace solo la castagna… Ma lo prendo identico al suo così sembriamo proprio simbiotici.
Casomai ci fossero ancora dei dubbi, la simpatica protagonista si conferma per l’ennesima volta una bimbetta senza cervello con la personalità di un fermacarte. Moccia dimostra inoltre di non conoscere il significato della parola “simbiosi”.
Dopo aver trascorso la giornata insieme, lui le lascia il suo numero di telefono scrivendolo su una vetrina. Credo che qualsiasi ragazza con un paio di neuroni rimarrebbe inorridita da tanta maleducazione, ma Caro no. Mentre torna a casa, le rubano il cellulare. Che colpo di scena! Sono colpita da cotanta abilità narrativa. Il resto del libro si trasforma quindi nella ricerca continua dello stalker. Durante la ricerca, Carolina conosce un numero di ragazzi cospicuo e il libro ci parla quindi delle sue appassionanti vicende sentimentali. Ci sono Michele il tennista, il figlio del benzinaio, il suo migliore amico, il migliore amico del suo migliore amico, un cameriere e probabilmente altri che non ricordo. Ma Carolina è una ragazza seria e innamorata, che non si provi a pensare il contrario.
Sullo sfondo c’è anche un sub-plot, quello del fratello Giovanni. Vuole diventare uno scrittore e si scontra con il padre, infine va a vivere da solo. Invia il suo romanzo agli editori e in meno di un mese riceve una risposta positiva. Un esordiente che in un mese riceve una proposta di pubblicazione? Molto credibile, Moccia, davvero.
Dopo mille peripezie, una più appassionante dell’altra, Carolina ritrova il suo unico grande amore e diventa la sua ragazza. Seguono quindi scene pseudo-erotiche piene di odori strani, mani che rapiscono e così via. Massi conosce gli amichetti di Caro, tra cui Alis, ragazzina di cui parlerò meglio in seguito. Il libro si conclude con Carolina che decide di concedersi all’amato, ma che scopre la tresca tra lui e l’amichetta Alis. Seguono poi consolazioni da parte del fratello.
Una delle scene più irreali e patetiche di tutto il libro vede protagonista l’ex fidanzatino di Carolina: spiava la madre di un suo amico mentre si cambiava, chiamandola sul telefono di casa in modo che resti seminuda davanti alla finestra, in bella vista. Al di là della gravità di questo comportamento, la reazione della donna è priva di alcun senso: invece di discutere con il ragazzino o con sua madre, decide di rivelare a tutti il suo comportamento durante una cena con gli amici. Quale donna sana di mente farebbe una cosa del genere? La risposta giusta è “nessuna”, ma dopotutto siamo in un libro di Moccia, niente ha senso. Forse dovevano classificarlo come fantasy.

I personaggi secondari
Alis: ricca e viziatissima, tratta tutti come tappetini, amichette comprese. È un personaggio odioso come pochi, serviva solo a sborsare soldi e a far sembrare Carolina ancora più simpatica e adorabile nella sua semplicità. È lo stereotipo della ragazzina viziata con la puzza sotto il naso.
Clod: la parola che meglio la descrive è pattumiera. Mangia tutto ciò che si trova davanti e scrocca alle amichette in maniera a dir poco maleducata. È un personaggio grottesco la cui unica funzione è rendere ancora più gradevoli le altre due. Le suddette amichette la trattano pure male, prendendola in giro per il peso. Le due amiche si riducono quindi a uno stratagemma per rendere Carolina più gradevole agli occhi del lettore.
Giovanni: soprannominato Rusty James – chissà perché, poi – , è un aspirante scrittore ventenne. Per quanto banale e piatto come gli altri, è uno dei pochi personaggi che non siano intrisi di stupidità e superficialità fino al midollo. Ho trovato patetico il soprannome affibbiatogli dall’autore.
Lo spasimante di Carolina: è bello, simpatico, intelligente, stravede per Carolina. Può essere Massi, Michele o chiunque altro, a scelta. Sono tutti uguali.

Lo stile
Non solo i libri di Moccia sono di qualità infima per quanto riguarda i temi trattati, sono anche scritti male. Il lavoro di editing sembra inesistente, le virgole spesso mancano ed è talmente pieno di cioè da risultare fastidioso, anche se si tratta dei pensieri di una tredicenne. Le scene di sesso sono grottesche, potrei accettare certi termini se letti in fanfiction o su un blog, ma non da un autore pubblicato da Feltrinelli. Trovo molto discutibile la scelta di inserire, ogni tanto, brevi capitoli in cui non è più Carolina la voce narrante. Mi è sembrato inspiegabile.

La trasposizione cinematografica
Moccia è un pessimo scrittore e, a quanto pare, anche un pessimo regista. Il libro era pessimo, il film lo è ancora di più. Sebbene banale e scontata, all’interno del libro la parte relativa a Massi poteva avere un senso. Era poco più di un casuale incontro tra ragazzini, sebbene condito da un pizzico di stalking. Nel film, i due passano tutta la giornata insieme, fino alla sera. Già questo mi lascia perplessa, perché comunque Carolina ha quattordici anni. Il problema è che dopo aver trascorso ogni minuto insieme, lui la sera stessa le regala un telescopio e una stella. Una stella. Mi sono informata, e pare che si comprino su internet. La prima domanda che mi faccio è: quando ha comprato tutto ciò se hanno passato la giornata insieme? E, soprattutto, perché Carolina invece di andare al negozio dove lui aveva comprato il cd non prova a risalire ai suoi dati tramite la stella? Ci sono quindi una serie di buchi narrativi che non verranno mai spiegati in alcun modo.
La storia di Giovanni diventa ancora più ridicola. Il ragazzo lavora come correttore di bozze tuttofare per un editore al quale propone poi il suo libro. L’editore gli spiega che è scritto male e che non è interessato a pubblicarlo, in un modo che non brilla per gentilezza ma senza maleducazione. Il suddetto editore fa la parte del cattivo, e lo trovo assolutamente sbagliato e diseducativo nei confronti delle ragazzine che vorranno provare a scrivere dopo aver letto i capolavori di Moccia. Si trasmette il messaggio “chiunque ti critica è cattivo, non ascoltarlo e punta più in alto”, quando invece bisognerebbe accettare le critiche con un po’ di umiltà. Seguendo il consiglio della fidanzata aspirante attrice, Giovanni manda il suo libro a un editore, ovvero Feltrinelli, e in un mese riceve un responso positivo.
Molti degli attori recitano inoltre malissimo, Carolina risulta insopportabile già dopo cinque minuti per come parla. Quello che interpreta Giovanni è il classico attore di bell’aspetto ma inespressivo.
È un film di pessima qualità, intriso di buchi narrativi dal primo all’ultimo secondo.

Il messaggio di Amore 14
Carolina è un personaggio estremamente negativo. È viziata e tutto le è dovuto, sono inorridita nel leggere la scena in cui le regalano un motorino e lei pensa che avrebbe preferito una macchina. Oppure il cane regalato per Natale, che voleva più di qualsiasi cosa al mondo e che dopo una manciata di pagine viene dimenticato. Credo che Moccia volesse insegnare al lettore che ci si può fidare solo della famiglia e che chiunque potrebbe tradire. Il messaggio è positivo, ammesso che l’abbia interpretato bene, ma è immerso in un’infinità di messaggi negativi. Riguardo a Giovanni ho già espresso prima la mia opinione, non mi dilungo oltre.
Moccia descrive gli adolescenti come un branco di viziati superficiali. Avendo un fratello di tredici anni posso dire di avere un’idea di come siano i ragazzini a quell’età. Quelli con il motorino sono una minoranza, quelli descritti da Moccia hanno tutti la macchina. Fornisce una visione molto negativa dei giovani di quell’età, come se ci fosse il bisogno di peggiorare ulteriormente le cose.

Perché leggerlo?
In definitiva, dopo tutte queste critiche, posso dichiararlo comunque un libro degno di essere letto. Io posso dire di avere una certa passione per il trash, e questo libro lo è. Fa ridere pensare che un autore del genere sia stato pubblicato da un editore del calibro di Feltrinelli. È un libro divertentissimo proprio perché non si tratta di un romanzo auto-pubblicato di un autore sconosciuto, è uno degli autori italiani più famosi. Sebbene io sia una grande sostenitrice della letteratura d’intrattenimento, qui si parla del gradino più infimo della categoria. È uno di quei casi in cui si ride quasi per non piangere, visto che è un modo per rendersi conto di come la letteratura si riduca spesso non alla qualità ma alla quantità di soldi che può far incassare un libro. Ho avuto modo di conoscere da vicino alcuni editori che si rifiutano di pubblicare libri di scarsa qualità, alcuni sono scomparsi dopo poco, altri sono destinati a rimanere nell’anonimato.
Se non si è dotati della passione per il trash è meglio star lontani da Amore 14, il rischio è quello di infuriarsi per via di ciò che le grandi case editrici scelgono di pubblicare.


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