"Esistono non cinque, quattro, tre "Italie", ma una Italia"Giuseppe Mazzini"Viva la Repubblica, viva l'Italia unita"Giorgio Napolitano, discorso al ParlamentoIn un clima politico tutt'altro che unitario abbiamo festeggiato i 150 dalla proclamazione del Regno D'Italia sotto la reggenza di Vittorio Emanuele II. Non sono di certo mancati i momenti più solenni della celebrazione nazionale: le parole del Presidente Giorgio Napolitano sono di ben altra levatura rispetto a quelle che siamo abituati ad ascoltare e leggere in televisione e sui giornali (dei comunisti). Ovviamente a catturare le telecamere italiane ed estere è, purtroppo, il nostro Presidente del Consiglio: sordo ai fischi dei giovani studenti, martire a tempo determinato quando si naviga nei mari del periodo elettorale, santone nei processi giudiziari e, udite udite, sempre per le celeberrime parole (sue, tra l'altro): "la leggenda dice che io ci sappia fare" (cit.), donnaiolo d'alta classe di Arcore.
Eccovi i titoli di alcuni dei quotidiani europei più importanti:
"Gli spudorati eccessi di Berlusconi hanno affondato il prestigio dell'Italia" - Financial Times
"L'Italia è sempre stata un patchwork di regioni. Le celebrazioni hanno solo illuminato le cuciture" - New York Times
"L'Italia resta divisa in diversi campi. Nonostante la democrazia risorta dopo il fascismo è uno Stato senza Nazione" - Le Monde
Più abile di Arsenio Lupin nello sfuggire ai suoi nemici pronti a sommergerlo di insulti davanti alla chiesa di Santa Maria degli Angeli, il nostro Premier stà lentamente facendo morire la nostra Nazione. Non ci sono partiti, in questi casi. Qui si parla di democrazia o di Silviocrazia.
P.S. = l'autista (lui sì) è maggiorenne.
R.