Tony il pappone/Bobby Rhodes :-“Cosa diavolo è successo a Rosemary?”
Tony il pappone :- “A me non lo farà, questo è sicuro.”
Nina/Bettina Ciampolini (?) :- “Hey Hot Dog, la prossima volta cerchiamo di fregare una Ferrari. Questo mucchio di ferraglia non ha nessuna classe.”
Hot Dog/Giuseppe [Mauro] Cruciano :- “Proprio come te svampita, è stata messa fuori per troppo tempo.”
Nina :- “Stronzo!”
Nina :- [mostrando una foto a Ripper] “Questa ero io, avevo solo un anno.”
Ripper /Pasqualino [Lino] Salemme :- “Sapevi già vendere la tua fichetta, eh?”
Nina :- “FUCK YOU!”
Rosemarie/Geretta Giancarlo [Geretta] : - “Ahi, cazzo, mi sono graffiata.”
Tony il pappone :- “Così impari a toccare le cose, solo i cazzi dovresti metterti sulla faccia.”
Cheryl /Natasha Hovey (all'epoca bella topa):- “Non so come spiegarlo, ma è il film che sta facendo succedere questo!”
Tony il pappone : “Ha ragione. Ha messo su quella maschera e si è graffiata la faccia, capito? A causa di questo, è diventata un demone. Uno strumento del male, come hanno detto nel film maledetto, l'avete sentito. Abbiamo il modo di fermare tutto vi dico, dobbiamo andare nella cabina e fermare il film!”
Frank/Stelio Candelli :- “PUTTANE ...! E' possibile riconoscerle ad un miglio di distanza.”
Ruth :- “Che te ne importa?”
Tony il pappone :- “Andiamo afferragli le gambe e aiutami a gettare dalla balaustra! Vieni su che cosa stai aspettando?”
a Tony il pappone da George/Urbano Barberini (il più professionale e diligente degli interpreti del film, insieme ovviamente alla solita gran faccia e presenza cinematografica di Bobby Rhodes/Tony il pappone, grazie a questo farà sempre con Argento “Opera”, in una parte importante e offrendo una convincente interpretazione) :- “Io non ti darò una mano! Cristo è morta ...Lasciatela stare!”
Tony il pappone .-“Oh , ne vale la pena! Come fai a sapere che è veramente morta?”
[Circondato da demoni nel teatro]
Baby Pig/Peter Pitsch :- “Merda! Che diavolo sono queste cose?”
Hot Dog :- “Non lo so, Baby Pig . Perché non andiamo a chiederglielo?”
Ripper :- “Ehi, non me ne rimango qui a perdere altro tempo a lottare contro queste teste di merda. Arrivederci all'inferno ragazzi!”
[Tony e molti altri spettatori hanno scoperto una delle prostitute a faccia in giù sul palco. Ha una ferita enorme sul collo dagli attacchi di Rosemary]
Tony il pappone :- “C'è una specie di pazza con la faccia sciolta qui!”
[Le unghie della prostituta iniziano a sviluppare artigli]
Tony il pappone :- “Figlia di una cagna! Merda!”
[Ora i denti anteriori della donna cadono all'esterno, e lunghi, denti aguzzi crescono in loro sostituzione. I suoi occhi sono diventati rossi]
Tony il pappone :- “Fuori! Tutti a salvare il culo!”
[Le maschere del cinema fuggono per le scale in preda al panico]
Ripper : -[la cocaina è ovunque] “Eh! Questa roba è anche nella mia mutandine.”
Ripper :- “Ho detto già tutto questo! Ricevi ogni grammo!
Baby Pig :- [a Nina] “Qui. Lascia che ti aiuti.”
[Baby Pig raccoglie lentamente con il rasoio, poi taglia accidentalmente il petto di Nina]
Nina:- “Oh! Tu non sai un cazzo, Piggy.”
Baby Pig :- “Deve essere tutta la merda nell'aria che ci sta facendo stare così bene. è così bello. ”
“Dèmoni” fu un film di grande successo, nel 1985. Questo evidentemente dovrebbe dimostrare che fu una buona idea. Commercialmente, può darsi. Per quasi tutto il resto sicuramente no, e nemmeno è possibile dirsi che funzionasse meglio al cinema all'epoca, perchè è proprio lì che lo vidi la prima volta nell'inverno del 1985. Forse gli autori di quella cagata che fu “Virus letale” (Outbreak) ('95) di Wolfganga Petersen avranno anche tratto ispirazione dai vomiti verdi e malmostosi, oltre che dalle pustole ributtanti di pus di questo film, ma tant'è... Cosa si può dire... L'uomo Dario Argento nonostante l'ottimo successo commerciale di “Phenomena”, proprio in quel periodo, aveva necessità di soldi per vicissitudini personali note dai giornali che non starò adesso a riesumare, quindi ebbe l'idea di produrre, co-sceneggiare e presentare con grande risalto della scritta nei manifesti questo film horror. La sceneggiatura venne poi firmata insieme alla collaborazione dello stesso Lamberto Bava e del fido Franco Ferrini, anche se pare sia stata tutta basata in realtà su un racconto di Dardano Sacchetti. Quindi, è bene prepararsi fin dal principio che ci sono più buchi nella trama di questo film che in quelli di un formaggio groviera ... E come una mozzarella, fa acqua da tutte le parti.
L'idea di ambientare la storia in un cinema (anche se c'era per fare un esempio proprio italiano, arrivato già nel 1978 Giuliano Montaldo per l'ottimo film televisivo RAI “Circuito chiuso”), e innestarsi nel filone zombesco con cui Argento aveva realizzato i maggiori proventi economici e commerciali della sua intera carriera, avendo prodotto e detenuto i diritti di sfruttamento per l'Europa e il Giappone di un film dal successo spettacoloso come “Zombi” (Dawn of the Dead)('78) di Romero, era un'idea che poteva apparire fresca, ma la realizzazione e il risultato complessivo dell'opera purtroppo non è stato così aderente agli intenti.
La studentessa di college Cheryl (Natasha Hovey, lei sì fresca e bella fichetta, vista nel miglior film di Verdone “Acqua e Sapone” ['83], in Italia allora piuttosto nota) è a giro con la sua classe per le strade di Berlino (Ovest, naturalmente), di notte. Ma lungo la strada un uomo misterioso vestito di nero e con una maschera che lo fa sembrare assimilato per metà dai Borg, (Michele Soavi, immancabile aiuto di Bava e Argento, di lì a poco con “Deliria” ['87] giovane e di successo “promessa”, poi completamente delusa e rinnegata, del nuovo cinema di genere horror e fantastico italiano), le offre un biglietto per uno sconosciuto film horror (che è una citazione -omaggio di Lamberto al primo grande capolavoro dell'horror diretto dal padre Mario, ovviamente “La Maschera del demonio” ['60]) in un nuovo cinema alla sua inaugurazione, il Metropol. L'amica Hannah (Fabiola Toledo, gran topona, al cinema fece poco o nulla, in altri ambienti mi sa anche troppo) verrà insieme a lei... Solo per vedere se riusciranno a fare colpo e a rimorchiarsi due secchioni di loro amici. Essi hanno inoltre la possibilità di incontrare già là Kathy (Paola Cozzo, che poi rivedremo anche molto diversa proprio in “Demonia”).
La cattiva notizia è che il film che hanno in serbo per loro è un altro Zombie horror Z-movie con più buchi di un formaggio svizzero, (che non è di certo “La Maschera del Demonio” del padre Mario, se non solo per il titolo). La notizia peggiore è che quando il libro maledetto viene aperto e letto nel film (questa volta scritto niente di meno che da " Nostradamus”... ah ah ah, scopiazzatura “scoperta” della trovata de “Il Libro dei morti” di “The Evil Dead” (La Casa) ['83] di Sam Raimi) la gente, gli spettatori nel cinema, incominciano a trasformarsi in questi simil-zombie, ovvero Dèmoni così come la gente tra il pubblico che ben presto comincia a trasformarsi in zombie e demoni come i personaggi del film proiettato sullo schermo. Eh sì, e da qui si entra nel metacinematografico che ancora (nel 1985) non aveva compiuto così tanti guasti e fatto segnare regressioni all'horror adulto in generale, come poi sarebbe accaduto con le puttanate semiologiche di Craven e Williamson da “Scream” ('96) in poi; quando incominci chiaramente a sentire la farraginosità e la pretestuosità supponente del cosìddetto “terzo livello” di scrittura e “possibile” lettura, di certi film.
Presto gli amici e persone care l'un con l'altra stanno combattendo tra di loro come se fossero sull'isola di “Battle Royale” (Bataru Rowaru)('01) di Kinji Fukasaku o qualcosa del genere. L'equilibrio “survavivalistico” si rompe quando la metà della folla rimasta chiusa nel cinema diventa tutta zombie, avventandosi sui pochi sopravvissuti. Tutto inizia con Rosemary (Geretta Giancarlo, che si anche se ha questo stranissimo nome è invece una discreta topetta), si ferisce al viso con un aculeo interno indossando un attimo la maschera da demone del film, che è a far bella mostra promozionale di sé, nell'atrio del cinema. Diventata presto una dèmone dei loro, si alza e uccide. La gente si uccide tra di loro, si rialza e uccide i sopravvissuti... Inoltre, quando il tutto inizia vengono sigillate le uscite e l'intero edificio diventa una grande parete dalla quale è impossibile uscire, proprio come quello che era il muro di Berlino, è qui è scoperta l'intenzione metaforica e d'ambientazione “angosciosa” degli autori.
All'inizio appare anche come un film molto dinamico e emozionante, e merita il tempo necessario per guardarlo. Successivamente come detto, diventa abbastanza spesso una sorta di “anteprima” di più tardivi e corrivi “riff “ del genere e dei filoni come “Scream 2” (1998 o l'anno che maledettamente era) o “Popcorn”. Tuttavia, molto spesso il film diventa troppo stupido e non fa di certo il suo bene per mantenerne desta l'attenzione e l'interesse. Mentre gli effetti speciali prostetici e di make-up di Stivaletti erano certamente all'avanguardia per quel periodo, è comunque in una chiave al solito molto “auto incensatoria” da addetti ai lavori provincialotti italiani, se solo vogliamo andare a vedere davvero -e non solo con l'ottica di oggi- la goffaggine abbastanza pronunciata di tali effetti rispetto al funzionamento ancora oggi perfetto , per esempio, degli analoghi effetti di Rick Baker per “Un Lupo mannaro americano a Londra” (An American Werewolf in London) ('81) di John Landis, o “La Cosa” (The Thing) ('82) di John Carpenter, che erano comunque venuti prima, Ciò che nuoce poi davvero al film è un'orrida e decrepita, provincialmente irriesumabile estetica coloristica e d'illuminazione anni'80 da studio di Canale 5, tipicamente paninara (dei quali questo che era per loro uno dei pochi horror conosciuti, fu ovviamente anche tra i preferiti), che lo rende molto mediocre visivamente e stilisticamente, con in più un product placement ossessivo e onnipresente dei demenziali e orridi marchi di moda di quella epoca oscura, come i maglioni orrendi senza vita per ragazze alla naj-Oleari, molto presenti nel film (come si fa a mantenere la tensione e il pathos in un film che vorrebbe essere horror e “spaventoso” quando i suoi protagonisti sono vestiti con gli orrendi maglioncini colorati della Benetton 012 dell'epoca, indossano i Moncler e le Timberland, provocando un cortocircuito immaginativo e iconografico con una qualsiasi puntata coeva di “Kiss Me Licia”); proposti sempre con un tempismo e un'ideologia estetica da prime telepromozioni di “Drive In”. Logico che un prodotto così beceramente anni '80 ma solo nel peggio non potesse che puntare e proporre il suo meglio in una perlomeno adeguata e corretta confezione musicale. Accept, Pat Gribben, Billy Idol, Motley Crue, e Rick Springfield, e ovviamente, Claudio Simonetti compositore del tema comunque non eccezionale del film, e che si può conoscere meglio come leader e co-fondatore dei Goblin (autori dell'originale colonna sonora capolavoro in genere zombesco sì, ma di “Dawn of the Dead”, ben altra storia). Se volete un esempio di film pesantemente invecchiato per la sua pessima portabilità dell'epoca -gli anni'80- in cui è stato realizzato, questo è il film per voi. Non che per me la decade degli anni' 80 sia stata come invece per molti, la più “malata” delle epoche “malate”, anzi, come molti qui sapranno e spero se ne saranno pure accorti, musicalmente e cinematograficamente è una delle mie preferite, ma ogni volta che si ferma il nostro film all'interno di una certa epoca ed esso perde necessariamente quasi tutto... Sai che... .Non si tratta certo di un film cosìdetto di "Qualità senza tempo".
Il mozzarellone butta acqua da tutte le parti appena Lamberto Bava perde lo spunto iniziale per mero accumulo di scene che vorrebbero essere di “culminazione” e sono solo stucchevoli e ripetitive, di ultra-gore e ultra-splatter da metà strada inizia un'imbottitura di nuovi personaggi “esterni” al cinema infestato dai dèmoni, con un'accumulazione alquanto ripetitiva di continue "sorprese" che non sempre possono essere così scioccanti come vorrebbero ambire, e una sinfonia continua di rock con frequenti montaggi videoclippari purtroppo spesso scadenti e con un'ineludibile aria raffazzonata. Anche così, Bava, e probabilmente un bel po 'di impegno nel film lo ha prestato anche Dario Argento, riescono a mantenere il tutto abbastanza scorrevole e dignitoso a livello di produzione horror nostrana, quando ormai il genere era già “zombesco” di suo in quanto più che morituro, seppur quando copia apertamente per il finale con la fuga in motocicletta nel cinema, una più che simile scena “The Omega Man” (1975: Occhi bianchi sul pianeta terra) ('71) di Boris Sagal, che spero abbiamo ben imparato a conoscere anche su queste pagine. Solo che nel film di Sagal è realizzata con incomparagonabile professionalità, preparazione e senso del verosimile eppure già ai tempi parve fumettistica, mentre in questa sequenza non c'è veramente -ed è stata realizzata quindici anni- dopo nulla di credibile, anche per come va a finire, eppure c'è ancora qualcuno -ma sono soprattutto gli amici di Argento come il buon Cozzi- che continua a sostenere che si tratti di un gran finale che dice qualcosa di originale e nuovo nel filone “zombie -survivalistico”...Màh... Dove, quando. Come.
Ci sono due scene che sono forse i momenti più derivativi o rimasti pressocchè intatti dal vero progetto finale di Dardano Sacchetti. La prima riguarda uno dei dèmoni zombie dare vita, “partorire” quello che sembra essere un demone “regolare”. La nascita avviene attraverso il midollo spinale e il demone che fuoriesce dalla schiena è completamente sviluppato. Quindi questa/o è sia un demone fatto a “fisarmonica" o la nostra dèmone porta con sé un insieme di tutte le specie possibili di dèmoni dentro di se, che gli fuoriescono dalla schiena. La seconda scena avviene quando la caduta finale di un elicottero, quasi intatto, attraverso il tetto di copertura e di cemento armato tondo, e di cemento armato ripeto, viene fatto crollare dall'elicottero precipitato. E ' questa quella che menzionavo sopra per molti una delle cose più interessanti del film, ma che al contrario non sarebbe nemmeno il finale più “realistico” di un qualsiasi “Transformers 3”. L'uomo Argento, perciò vi dico, a parte il qualsivoglia discutibile o meno finale repentino e apocalitticamente improvviso con l'elicottero, ha certamente almeno prima di allora, lavorato meglio di così .. ma era troppo interessato e necessitoso ad un'altra forte affermazione commerciale , quindi .... Ah, a proposito, il buco nel soffitto del cinema dal quale sarebbe poi precipitato l'elicottero non è neanche in prospettiva, più grande di un cocomero. Quasi come al Pentagono l'11/9 per il supposto buco d'entrata del Boeing 747.
Quindi, anche se non tutti i passi e i tasti che tocca questo film siano completamente sbagliati, è ancora incredibile che ci sia chi continua a dargli tre stelle su cinque. Ovviamente, non è il miglior film di zombi mai fatto, quello è “Dawn of the Dead”, ed è puerile solo starne a discutere in paragone a questo ... , ma e non solo, perchè Argento ha proprio prodotto “Dawn of the Dead”, “Dèmoni” non è neanche il miglior film prodotto da Dario Argento, in seguito ne produrrà uno incommensurabilmente migliore di questo, ma lo vedremo fra tre puntate del nostro “The Argento Complex”.
Stessa cosa sia, è almeno un mezzo passo falso rispetto a migliori film horror stranieri degli anni '80 come per affinità di genere, toni e ambientazione, per fare un esempio il coevo “Return of the Living Dead” (Il Ritorno dei morti viventi) ('85) di Dan O'Bannon. Insomma, in definitiva i nostri grossi dèmoni dagli ardenti occhi rossi non sono nemmeno stati così male, ma potremmo benissimo anche lasciarli affidare ad un nostro Caronte del cinema di genere, per traghettarli verso le più inesplorate foci dello Stige dell'oblio cinematografico.
segue da WIKI:
Colonna Sonora
Claudio Simonetti. La voce "tribale" nel brano “Demon” è di Rick Springfield.
BRANI
1. “Demon” (5:40) 2. “Cruel Demon” (1:07) 3. “Killing” (3:13) 4. “Threat” (1:35) 5. “The Evil One” (2:03) 6. “Out Of Time” (4:08) 7. “Demon - Reprise”
Il CD distribuito dalla Deep Red contiene anche le "original demo" del brano principale e di “Killing”, nonché una versione Live di “Demon” eseguita dai Daemonia.
Curiosità
- È la seconda volta che la figlia di Argento, Fiore, lavora in un film del padre: precedentemente era stata in Phenomena, nel ruolo di Vera Brandt.
- Michele Soavi, assistente alla regia di Argento, compare nel film in ben due ruoli: interpreta l'uomo che indossa la maschera argentata e, nella pellicola proiettata al Metropol, il personaggio di Jerry.
- Nicoletta Elmi, che interpreta la parte di Ingrid, aveva già recitato da bambina in due classici del thriller: Reazione a catena, diretto da Mario Bava, padre di Lamberto, e in Profondo rosso di Argento come Olga, la bambina che uccide gli insetti.
- Le locandine di Nosferatu, principe della notte di Werner Herzog e Quattro mosche di velluto grigio di Argento appaiono sulle pareti del Metropol.
Sequel
Il film ebbe un sequel ufficiale, Dèmoni 2 - L'incubo ritorna, girato nel 1986, fu diretto dallo stesso Lamberto Bava. Demoni 3 (1991), invece, si avvale della regia di Umberto Lenzi, ma non ha niente a che vedere con la serie.
Sul mercato statunitense anche La setta (1991) di Michele Soavi venne pubblicizzato come seguito delle pellicole di Bava e Lenzi, ma si tratta solo di un espediente commerciale.
Top Gore
Particolarmente fastidiosa la scena del pus che scoppia. Inoltre è simbolo del film nonché grande esempio di effetti speciali il demone che esce dalla schiena dell'amica di Cheryl.
(fine citazioni wiki, ritorna Napoleone, n.d.r.)
Altre Curiosità
- Le edizioni cinematografiche e video UK sono state ridotte di 1 min 5 sec dalla BBFC con modifiche al cavamento dell'occhio, a una mano che viene mutilata nella ruota della moto, il vomito di sangue e di bile di un demone su una donna, primi piani di una donna caduta dei suoi denti durante la trasformazione in un demone e una scena in cui la cocaina viene raschiata via dal seno di una donna con la lama di un rasoio. Alcuni tagli sono stati restaurati per la versione del 2000 della Divid (meno i 42 secondi dalla scena della cocaina) anche se il DVD della Platinum, uscito nello stesso tempo, erroneamente descrive la versione come non tagliata. Le scene tagliate sono state completamente reintegrate nell'edizione in DVD del 2004 della Platinum denominata “Director's Cut”.
- L'edizione uscita negli Stati Uniti dispone di un mix di suono mono. Ma dispone anche di effetti sonori aggiuntivi, come il ringhio del demone e il suono di taglio quando appare il titolo "Demoni". Tutte le altre versioni uscite hanno come invece colonna l'originale mix Dolby Stereo.
- La riedizione del 1999 di "Demoni" su videocassetta e DVD dalla Anchor Bay nella collana io “Dario Argento Collection" ripristina l'originale e caratteristico mix Dolby stereo per la prima volta negli Stati Uniti
- La versione nordamericana ha dei dialoghi dal significato completamente diverso, ed è anche diverso il personaggio di Nina la ragazza punk rock.
- L'edizione in Video canadese per l'Ontario su etichetta Norstar è tagliata, mancando pochi minuti di riprese di violenza grafica.
- Una nuova versione verrà fatta uscire in U.K. Nei prossimi mesi da parte di una “definitive edition” della Arrow in DVD e Bluray, più volte annunciata, mai disponibile, dovrà reintrodurre tutti i precedenti tagli delle edizioni U.K. Con una certificazione di V.M.18.
- Un poster di "Quattro mosche di velluto grigio” è visibile nella hall del cinema: è il titolo del terzo film dello scrittore / produttore Dario Argento.
- Il club chiamato Goya che si vede in questo film è stato successivamente utilizzato per ospitare diverse convention dell'horror grazie alla sua apparizione nel film.
- Lamberto Bava cita questo come il suo film personalmente favorito tra quelli da lui diretti.
- Il videogioco per Playstation "Silent Hill" rende omaggio a questo film con un cinema chiamato "Metropol" che può essere visto nel gioco, insieme a manifesti pubblicitari del film al botteghino.
- Tutte le scene di violenza grafica del film erano già state interamente scritte nelle sceneggiatura e ben poca improvvisazione è stata quindi fatta sullo schermo.
Robydick:
Frameshow accompagnato dal main theme della o.s.t., di Claudio Simonetti.