Lunedì ho parlato di un horror del decennio passato, oggi volgiamo lo sguardo verso un passato meno recente: gli anni '80. Esattamente siamo nel 1985, durante quel che potremmo definire l'inizio della fine. Per l'horror italiano da quel periodo in poi sarebbe stato tutto un percorso in salita e gli anni '90 sarebbero stati la pietra tombale su un genere particolarmente "fortunato".Tutti conoscono Mario Bava e l'importanza che ebbe questo regista tanto per il cinema di genere italiano quanto per il cinema mondiale, anche non di genere. Tutti, allo stesso modo, sanno che suo figlio Lamberto non è mai stato all'altezza del nome paterno. Eppure anche Lamberto Bava ha vissuto i suoi momenti di gloria, prima a fianco di suo padre, poi a quello di Dario Argento. Soprattutto la collaborazione con Argento permise a Bava Junior di girare quello che ad oggi è considerato il suo "capolavoro": Demoni.
Berlino: nel cinema Metropolitan viene proiettata la prima di un film horror. Il film parla di possessioni demoniache e anche nel film, pian piano, una forza demoniaca comincia a possedere gli spettatori trasformandoli in mostri.
Demoni è un'opera dalle molte facce: film d'assedio, horror soprannaturale, pellicola apocalittica e outbreak zombesco. Demoni è un film poco originale sulla scia dei successi cinematografici dell'epoca (soprattutto oltreoceano) ma estremamente originale per le influenze che ha avuto poi su molto cinema horror contemporaneo. Se Cannibal Holocaust ha infatti posto le basi tecniche del mockumentary, Demoni in un certo senso ne ha anticipato lo spirito: qualcosa più di una semplice rappresentazione meta-cinematografica. Cinema che esce letteralmente dallo schermo, piuttosto, e che invade il mondo trasformando la realtà in un film. Oppure il contrario, perché il cinema diventa un'entità concreta, fisica, rappresentata come macchinario (e virus) diabolico.
Il film è di Lamberto Bava ma ha più l'impostazione di un lavoro cooperativo: Dario Argento (anche produttore), Franco Ferrini, Dardano Sacchetti (autore del soggetto) e il regista stesso hanno scritto la sceneggiatura. Un giovane Sergio Stivaletti realizza incredibili effetti speciali e le musiche sono di Claudio Simonetti in pieno stile Goblin con i synth a rimarcare i momenti più gore o quelli più intensi.Nel frattempo il b-movie si fa, ancora una volta, veicolo di tematiche ben più importanti di semplici squartamenti o massacri a colpi di katana (Urbano Barberini a cavallo di una moto da cross). E questo al di là della pubblicità (neanche tanto) occulta di Coca-Cola tutta da sniffare, dell'improbabile elicottero che precipita all'interno del cinema/prigione o degli occhioni spaventati di Natasha Hovey.
Considerato un pasticciaccio brutto al momento dell'uscita, ora come ora Demoni è considerato un cult imprescindibile per i fan del genere splatter. All'estero, non in Italia che non ha mai fatto della memoria storica un suo punto forte. E intanto l'osannato Rec cita questo film e il suo sequel (Demoni 2... L'incubo ritorna, del 1986), mentre la tematica del film maledetto è divenuta un classico. Ma si sa, noi abbiamo smesso di fare la storia di un genere ormai troppi anni fa.