Denis Verdini, senatore 64enne ex coordinatore di Forza Italia e oggi a capo di un gruppo di senatori che sostiene il governo di Matteo Renzi, è stato condannato in primo grado a due anni di carcere per corruzione – o concorso in corruzione, secondo la Stampa – nella vicenda della costruzione della scuola dei Marescialli dei carabinieri di Firenze, una struttura che ospita le reclute locali dei carabinieri. Il Tribunale di Roma, che ha emesso la sentenza dopo che l’indagine era stata avviata a Firenze, ha anche sospeso la pena: le motivazioni della sentenza usciranno entro i prossimi 60 giorni. Il processo di Verdini rientra nella cosiddetta vicenda “grandi appalti”, che riguarda appalti pubblici indetti fra le altre cose per il G8 della Maddalena del 2008 e i Mondiali di nuoto di Roma del 2009.
La posizione di Verdini era stata stralciata dal processo originale in attesa che il Senato approvasse l’utilizzo di intercettazioni dello stesso Verdini, poi approvato nel 2012, durante il quale nel 2012 erano già state condannate in primo grado altre quattro persone, fra cui l’ex presidente del provveditorato ai lavori pubblici Angelo Balducci e Fabio De Santis, ex provveditore alle opere pubbliche della Toscana. Verdini, in particolare, è stato accusato di aver fatto pressioni affinché De Santis ottenesse la nomina e perché l’imprenditore Riccardo Fusi – uno fra i 4 condannati nel processo principale, da anni legato a Verdini – ottenesse l’appalto per la scuola. Verdini intervenne, scrive Repubblica, dato che «Fusi era stato estromesso dall’appalto per la costruzione della Scuola Marescialli. Un arbitrato gli aveva riconosciuto il diritto a un indennizzo ma l’imprenditore, convinto di aver subìto una ingiustizia, voleva riprendersi i lavori».
Balducci, De Santis, Fusi e Verdini negli anni sono stati accusati di avere gestito una specie di “sistema” per gestire irregolarmente alcuni appalti pubblici. Le sentenze dei quattro condannati al processo principale sono diventate definitive nel febbraio del 2016. Verdini peraltro nel 2010 aveva già ammesso di avere raccomandato Fusi per alcuni appalti in Abruzzo, durante un interrogatorio della Procura di Firenze che successivamente è entrato nel processo principale.
Fonte: Il Post