Dentro al Sistema scolastico

Da Francesca_82
Ho fatto passare qualche giorno prima di tornare sui vostri schermi perché sto ancora metabolizzando un settembre pieno di cambi e novità:
Marc ha compiuto tre anni ...e Marc che ha compiuto tre anni. Direi che in questo concetto si può riassumere bene il concetto di novità.
Il 5 settembre, freschi di compleanno, abbiamo iniziato la scuola materna.
Perché "abbiamo"? Eh, a voi non sembra una tappa importante anche per noi genitori?
Organizzati in corteo, dopo aver parcheggiato a casa della nonna che voleva esserci, siamo partiti tutti insieme (ndr: tutti: il paese è piccolo e ogni mattina verso le 9 c'è la migrazione a piedi verso i due complessi scolastici di nonni con nipoti, mamme con figli -almeno due-, maestre, bidelli...e ci si incontra più o meno a metà strada per arrivare tutti puntuali, insieme appunto).
L'aria era frizzante, l'ambiente festoso, io nervosa.
Piccoli umani, alcuni assonnati, altri in lacrime, altri contenti di ritrovarsi con gli amichetti.
Onestamente io ero un po' in crisi, da una parte l'1 di settembre siamo stati catapultati di nuovo nella routine del lavoro a rajatabla, tempo 4 giorni Marc iniziava la scuola e complice anche la mia collega al lavoro sono riuscita ad essere presente e organizzare una tabella di marcia che mi permette durante settimana di andarlo a prendere, portarlo a scuola, a giorni alterni per essere il più indipendente possibile dalla nonna, ovviamente con l'apporto di Raul in mezzo (ma diciamo che per questioni di orari io e la nonna siamo il Dream Team).
Dicevamo dunque: sto ancora realizzando il fatto che Marc è entrato correndo in cortile. Sì, c'erano i suoi amichetti di sempre, sì, durante l'estate gli avevamo fatto la testa come un bombo sul suo ingresso nella società civilizzata del paese, dopo anni vivendo un po' a parte nel magico mondo dell'Hort de Carmen. Sicuro che non mi aspettavo però il suo ENORME entusiasmo, che si è manifestato piantandoci proprio in mezzo al marciapiede senza manco un bacino.
Tornando a casa pensavo a voce alta: "Uscirà da là scavalcando la cancellata", "Domani si aggrapperà con tutte le forze al mio collo", "Il mio bambino non resisterà a lungo".
-Molt bé!
Ecco la sua risposta alla domanda: com'è andata oggi amore, il primo giorno di scuola?
E per rematar:
-Domani vado ancora a scuola supercontento, perché me lo paso molt bé!
Povera me! Il mio bambino è cresciuto!
Dov'è, dov'è il cucciolotto morbidoso e profumato che tenevo stretto nel mei-tai, in questi stessi giorni, ma tre anni fa?
Io che mi emoziono ancora nel vedere mamme che portano stretti i loro bambini legati sul petto, non mi capacito che il mio sia davvero quello che OGNI GIORNO freme per essere il primo della fila. Che devo acchiappare per farmi dare almeno un bacio. Che sgomita per andare a dare la mano alla sua maestra e sparire tra le tante teste bassette.
Ma veniamo a noi genitori e al nostro contatto con  questo mondo nuovo.
Come vi commentavo qua, questa scuola non è proprio normale, classica, diciamo, ma è una Comunità d'Apprendimento, un nuovo modello educativo sperimentale, dove i genitori e tutti possono entrare a far parte nell'ottica che i bimbi siano un patrimonio collettivo della comunità in cui è situata la scuola. Io e Raul, che già dall'anno scorso abbiamo partecipato a qualche assemblea per capire dove e come inserirci nel processo educativo, non stiamo più nella pelle in attesa della prossima assemblea in ottobre. Abbiamo già previsto nel nostro piano famigliare, di alternarci i pomeriggio lavoro/tempo libero in modo tale che seppur non in contemporanea, ognuno abbia due pomeriggi da passare a scuola. Non è nemmeno detto poi che saremo assegnati sempre alla classe di Marc, tutto dipende dalla disponibilità e da quali lavori ci sono da fare, Raul ha già detto più volte che vorrebbe dedicarsi allo spelacchiato orto scolastico, mentre io mi offro in tutto quello che è giocare con la scienza.  Onestamente viste le mie scarsissime capacità in fatto di creatività, anche se sono le più gettonate, le lascio fare ad altri genitori.
Altra novità è che siamo soci dell'AMPA, cioè la Asociación de Madres y Padres de los Alumnos. Ecco, anche io pensavo che fosse un semplice Consiglio di genitori, dove ti ritrovi, voti il rappresentante che si smazza le riunioni con i professori, non ha praticamente diritto di parola e decisione, e gli altri genitori nicchiano con le deleghe.
No, la AMPA è una associazione senza animo di lucro organizzata a livello nazionale, con tutte le varie sezioni presenti in ogni scuola. Di fatto è obbligatoria la sua presenza. E' obbligatorio anche essere soci finché tuo figlio va a scuola.
Già un paio di anni fa mi ero resa conto della potenza della AMPA a livello locale perché un gruppo di genitori aveva detto basta al catering demmerda nella mensa scolastica e aveva obbligato la scuola a riaprire le cucine, assumere un cuoco e comprare a produttori locali (tra cui noi) tutto il possibile.
La AMPA può decidere delle gite, del materiale scolastico, ha il diritto e dovere di supervisionare le condizioni della scuola, barriere architettoniche, chiedere riforme strutturali.
Una AMPA di Valencia città ha obbligato la Regione a costruire una scuola in più nel quartiere.
In questa epoca di crisi poi è molto più probabile che professori e AMPA siano uniti contro il nemico, cioè il Governo, il Ministro dell'Istruzione, Economia perché il vero problema della scuola spesso è proprio là, a Madrid.
Quindi io e Raul ci siamo posti l'obiettivo di portare l'Anarchia dentro al Sistema. A partire dalla AMPA. Spingere i genitori un po' più tradizionalisti che  i nostri bimbi, la società del futuro, hanno tutto il diritto di libertà di parola, per esempio. Vorremmo iniziare a proporre questo, che pure i piccoli umani parlassero. Anche nella Comunità d'apprendimento abbiamo notato questa enorme mancanza, secondo noi.
Possiamo essere open-minded e progre quanto vogliamo, avere l'orto in giardino,  avere genitori in giro per le classi, la mensa ecologica, ma se non ascoltiamo quello che hanno da dire? Rimane, a mio dire, una relazione di potere su di loro, se comunque non li interpelliamo nelle scelte che facciamo per loro, per quanto alternative e bellissime dentro al panorama scolastico generale.
Instituire un'assemblea periodica per classe, già a partire dai tre anni, in modo che loro si sentano protagonisti della loro educazione e libertà di scelta, certo, me lo vedo già il caos sovrano, ma non si tratta di decisioni di Stato! Sarebbero semplici esercizi di libertà, che io ho avuto modo di provare purtroppo molto tardi, solo approdando all'Università di Ancona.  

Ottobre è alle porte.

Noi siamo pronti.

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