Deposito bagagli

Creato il 11 marzo 2014 da Povna @povna

Le sue gite lo sono da sempre: strane, fai-da-te, fuori da canoni; evitano agenzie turistiche come se fossero la peste, ricostruiscono itinerari personali tassello per tassello, limano le spese a una a una, con pazienza; e, soprattutto, vanno in treno.
E’ una regola, questa, che la ‘povna ereditò da Snape (come poi anche tante altre), nel lontano 2007. “Per motivi ambientali”, certo, ma anche di ambientazione esistenziale in crescita. “Perché niente può essere più prezioso, per i nostri alunni, di capire che ciò che gli proponiamo come gita può anche essere rifatto. Da loro. Tutti i giorni. Senza lusso. Come gli pare”. Così le diceva, una bicicletta dopo l’altra, mentre organizzavano l’ultimo viaggio insieme ai Cuccioli. Così lei ha fatto negli anni a venire, come tacito impegno; anche e a maggior ragione quando la meta è di memoria, etica e tosta come il viaggio in Appennino.
Così, mentre le altre classi salgono felici sul pulman Gran Turismo, i Pesci, i Merry Men, i Maculati, l’Onda e prima di tutti i Matti si sono sobbarcati i loro quattro treni regionali e cinque cambi. E quando si è trattato, nel mezzo, di fare delle tappe, la ‘povna li ha condotti sicura al deposito bagagli. Spiegando loro orari, regolamenti e tariffe. Perché coinvolgerli in quello che stanno facendo, passo passo, è un altro (non derogabile) dei suoi aurei principi.
E’ stato così (lo ricordava) anche coi Merry Men, ovviamente. Durante i giorni di quella gita splendida in cui si sono con tale grazia stati accanto. E alla ‘povna, si sa, era rimasta appiccicata un’impressione innamorata e bella. Anche se i frutti provati dei suoi strani insegnamenti non avevano ancora trovato la strada di una rivelazione schietta. Non ancora, fino a oggi.
Intervallo tra le due ore di lettere. La maggioranza dei maschi sorride e sciama nei corridoi dell’Artistico (che li aspettano le bimbe). In classe resta Rebecca.
“Prof., volevo chiederle una cosa”.
“Certo, cara, dimmi”.
“Sa, per quei due giorni che facciamo a Milano, con il mio fidanzato, di vacanza”.
La ‘povna annuisce.
“L’ultimo giorno l’albergo è fuori, il treno parte alle sei del pomeriggio, e noi vogliamo stare in centro”.
“…”.
“Mi chiedevo: lo sa se in stazione c’è il deposito bagagli, come si fece nella città rossa? Sa, ho pensato, potrebbe essere la soluzione più comoda”.
“Certo che lo è” – la ‘povna le sorride di rimando (e anche un po’ a se stessa). E si getta in un’articolata spiegazione di luoghi, dati, mappe.
Rebecca la ascolta contenta.
La ‘povna anche di più, se è possibile. Ma non è che si stupisca. Se semini bene, con impegno, tutto, a suo tempo, cresce rigoglioso a fioritura.


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