Secondo un recente studio, sono l’11,5% gli italiani colpiti da questo disturbo almeno una volta nella vita.
E’ questa la scoperta del progetto “Psyche” presentato al 32° Congresso nazionale della società Italiana di Medicina Generale e delle Cure Primarie a Firenze. “Psyche” è nato dalla collaborazione del gruppo Angelini con la Società Italiana di Psichiatria (SIP); sono 299 i medici che ne hanno fatto parte in 21 differenti città italiane. Sono stati esaminati i dati di 2.045 pazienti.
La depressione è un male ancora troppo sottovalutato. Eppure, è un disturbo che si può presentare a qualsiasi età e per periodi molto diversi. Secondo lo studio, tra i bambini e gli adolescenti si registrano almeno una volta all’anno episodi di depressione che durano circa due settimane. Questo succede anche tra il 5% degli anziani. Per quanto riguarda le medicine solo il 26% degli intervistati con forma lieve del disturbo avrebbe consumato una confezione di antidepressivi nell’arco della sua vita. I pazienti più gravi che hanno fatto uso di farmaci sarebbero invece il 7%. Forse colpa di diagnosi sbagliate?
“Psichè non è uno studio clinico ma un confronto tra diverse pratiche professionali. – spiega Ovidio Brignoli, Vice-Presidente della Simg e coordinatore del progetto. – Da questa indagine emerge chiaramente che i medici di famiglia affrontano il disturbo in modi troppo diversi. E’ necessario uniformare le modalità di cura rispettando ovviamente le diverse esigenze dei malati. Il prossimo passo sarà creare una rete di medici che dialoghino tra loro su come affrontare la depressione”.
Non si deve dimenticare infatti il ruolo cruciale svolto dal medico di famiglia nella prevenzione, diagnosi e cura della malattia. Il disturbo depressivo incide in modo devastante sulla vita di chi ne soffre: diventa impossibile per chiunque lavorare o studiare, mantenere relazioni sociali o affettive, provare piacere e interesse nelle attività che prima erano appassionanti. 15 persone su 100 che soffrono di depressione clinica grave muoiono per suicidio. E’ arrivato il momento di affrontare veramente il problema.
E.S.
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