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“Der Medicus” (Germania, 2013) di Philipp Stölzl: un giovane cerusico nell’età d’oro della Persia di Avicenna e una riflessione su scienza, conoscenza e… ignoranza.

Creato il 02 gennaio 2016 da Rosebudgiornalismo @RosebudGiornali
Physician_german_posterdi Rina Brundu. Dopo “Der Untergang – La caduta, gli ultimi giorni di Hitler” di Oliver Hirschbiegel (2004), ecco un altro film tedesco trasmesso dalla Rai (Rai3) che vale la pena vedere. Si tratta di “Der Medicus” di Philipp Stölzl, tratto dall’omonimo romanzo di Noah Gordon. Il film inizia in un’Inghilterra medievale (undicesimo secolo) e ha come protagonista un giovane cristiano chiamato Robert Cole il quale possiede lo straordinario dono di capire se una persona ha una malattia terminale. Causa anche la morte della madre per appendicite quando era bambino, Robert decide di diventare un cerusico e sin da piccolo si pone in viaggio per il mondo in compagnia di un maestro medico o pseudo tale che gli insegna i rudimenti del “mestiere”. Spinto dal suo desiderio di imparare dai migliori, e spacciandosi per ebreo, il giovane decide di andare fino nella grande Persia dell’età d’oro per incontrare il famoso medico Avicenna (Ibn Sīnā), che insegna medicina in quella regione… Dopo avere imparato dalla sua arte e dopo la morte per suicidio di questo saggio filosofo che lo aveva accolto e che gli aveva insegnato a “dubitare sempre”, Bob Cole, ormai professionista formato torna a Londra con la sua compagna e fonda un ospedale.
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Il grande filosofo Avicenna

Questa è la trama di base e a macrolivello, ma il valore aggiunto di “Der Medicus” sta nel dettaglio, su livelli multipli. Straordinario, per esempio, il ritratto medievale che propone: le difficoltà della vita quotidiana, il dolore nella malattia, l’ignoranza diffusa sovente causa del peggioramento delle condizioni personali con sullo sfondo le “lotte” tra “bene” e “male” rappresentati, in questo frangente, da una chiesa cattolica quanto mai determinata nella sua crociata redentrice e da coloro che si raccontava fossero propugnatori della cosiddetta magia nera. Stride con questo ritratto veloce ma convincente di una’Europa cristiana ingolfata dentro le spire più nefaste della “Dark age” per eccellenza, dove, tra le altre, in ambito medico si erano già spente le luci accese nei secoli passati dai grandi greci Ippocrate e Galeno, la fotografia di una Persia terra di scia, a suo modo illuminata, aperta, accogliente, saggia, sapiente.

Di più non serve raccontare (sebbene ci sia tanto di-più, inclusa una affascinante vena filosofica che fa da colonna sonora ideale all’intero percorso narrativo), anche perché il film bisogna vederlo e il libro leggerlo. Di sicuro “Der Medicus” si pone come un valido ammonimento (vedi per tutti il momento in cui Avicenna e Cole lottano contro la peste, o il momento del processo per blasfemia) per tutti coloro che incensano la superstizione, il credo religioso e bigotto e dimenticano la differenza che fanno nel nostro quotidiano e per il nostro quotidiano scienza e conoscenza. Nonché il dolore che produce l’ignoranza… quello fisico, ma non solo.


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