Derivati, alla Regione Calabria 24 milioni

Creato il 13 marzo 2014 da Makinsud

Si è conclusa nel migliore dei modi per la Regione Calabria e per i contribuenti calabresi la causa civile relativa ai derivati sottoscritti dall’ente regionale dal 2004 al 2006 con la banca giapponese Nomura. L’istituto bancario nipponico dovrà corrispondere all’ente regionale una somma pari a 24 milioni di euro e la transazione è stata chiusa nelle aule giudiziarie di Londra poiché la Banca Nomura aveva invocato la giurisdizione inglese. Inoltre, la stessa Banca Nomura è implicata in un’inchiesta penale condotta dai sostituti procuratori di Catanzaro, Gerardo Dominijanni e Domenico Guarascio, che stanno indagando sui derivati sottoscritti dalla Regione Calabria dagli anni 2004 al 2006 con l’Istituto bancario giapponese, e che ha portato la Procura della Repubblica di Catanzaro il 30 Ottobre scorso a chiedere il rinvio a giudizio di sei indagati, tra cui la Banca Nomura. Mentre, per un settimo indagato, l’ex funzionario della Banca Nomura Armando Vallini, è stata chiesta l’archiviazione.

Gli indagati sono accusati, a vario titolo, di truffa aggravata in danno della Regione Calabria, frode in pubblica fornitura e falsità ideologica. La richiesta di rinvio a giudizio riguarda l’ex consulente della Regione, Massimiliano Napolitano; l’ex dirigente del settore bilancio dell’Ente, Mauro Pantaleo; la moglie di quest’ultimo, Chiara Cavallo, la Banca Nomura e due funzionari dell’istituto di credito giapponese.

Durante le indagini dei sostituti procuratori di Catanzaro, è emerso che l’istituto di credito giapponese, attraverso diverse società estere e conti cifrati, aveva versato nel conto corrente di Napolitano una somma pari a 2,5 milioni di euro per la sua consulenza. Il movimento di denaro ha avuto quale rapporto bancario di transito un conto corrente acceso presso la Barclays Bank di Londra ed intestato alla società Keaton Llc, registrata a New York e riconducibile allo stesso Napolitano.

La vicenda in questione riguarda nel caso specifico la Regione Calabria ma lo scenario risulta essere molto simile a quello che ha visto protagoniste altre Regioni e diversi Comuni italiani che, negli anni scorsi, hanno sottoscritto diversi contratti sui derivati per ottenere maggiore liquidità, senza tener conto che diversi istituti di credito erano pronti a truffare tali enti. Fortunatamente, per la Regione Calabria la vicenda ha avuto un lieto fine: molti piccoli Comuni, però, si trovano attualmente in dissesto finanziario a causa di tali banche truffatrici e, come al solito, a pagare sono i cittadini, costretti ad accollarsi il debito contratto per i prossimi decenni.

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