Derive a Finibus Terrae. 20 modi di andare a capo

Creato il 14 marzo 2014 da Cultura Salentina

14 marzo 2014 di Agnese Bascià

Derive a Finibus Terrae di Marco Laggetta

Con la nostra capacità di amare sono risvegliate anche la nostra vulnerabilità e sensibilità più profonda. (Jean Vanier)

Nella vita siamo tutti marinai.

In balia di incertezze, correnti contrarie, scelte sbagliate, addii immotivati, emozioni sopite o rinnovate, ci ritroviamo tutti, prima o poi, come recita un intenso lavoro poetico di Marco Laggetta, “In bilico sull’ultimo scoglio”.

Derive a Finibus Terrae è una selezione di poesie, curata dalla poetessa Nella Piccinno e illustrata da Fabrizio Malerba, che ognuno può leggere con il proprio stato d’animo e la propria esperienza di vita, lasciandosi cullare dai versi, dalle svariate venature di pathos, da una continua sensazione di addio e riavvicinamento, e dalle “condizionate” interpretazioni che ognuno può dare sulla base del proprio bagaglio sensoriale.

Marco Laggetta ci regala qualcosa su cui piangere, ritrovarsi, immedesimarsi e ribellarsi perché, chi prima chi dopo, avrà amato, sognato, stretto fra le braccia un amore puro e perso qualcuno; quell’amore che non è replicabile perché

Un altro amore farebbe fatica a ricalcare quella forma,
a riempire quel vuoto. Sarebbe un altro amore
del tutto diverso dal mio.

E’ il fiume vitale dei nostri desideri che ci porta a cercare una serenità e un’affinità di cuori che ci aiutino a navigare oltre l’oceano delle piccole onde e degli tsunami dell’esistenza: siamo tutti un po’ come Jake, uno dei protagonisti di “La saggezza dello yoga”, più interessato alla ricerca che alla felicità. Finiamo talvolta come elastici fra il tirare da un lato e il mollare dall’altro, finché accade qualcosa e finiamo col fare ciò che stupisce perfino noi stessi:

Dopo tanto cercare
mi succede di amare.
Ho fatto più che amarti
vedi — ho scritto di te.

Ho scritto cose bellissime per Lei – Dio – qualcosa vorrà dire!

Qualunque sia stata la scossa della nostra vita, qualunque nome si dia a quell’amore, non sarà mai abbastanza esaustivo di quello che rappresenta nell’attimo in cui lo si perde:

Non potevamo che incontrarci
in un commiato – tu ed io.
Troppo felici per dirci
la felicità – per trovare
le parole: è così piccolo
il vocabolario della gioia!

E si sa, solo chi ama ha qualcosa da perdere, e anche quando l’amore che si è perso sta lì, a due passi da noi — “so dove sei e non so dove trovarti”, scrive il poeta — non lo si riesce a riprendere, perché sfugge fra le onde della vita, perché “Più in là il mare brontola, chiama.”

E’ il gioco dell’eterna insoddisfazione, dell’eterna ricerca di quel “primo respiro” di neonato, come scrive Marco Laggetta, di quel prendersi e lasciarsi che non dà tregua:

Vieni… è una notte magnifica. Corriamo insieme una volta ancora!
- Corriamo – Amore – in cerca di cosa?
- Di te – ricordi quando è stato che t’ho perso e non t’ho dimenticato?

Ci si perde così nei meandri dei ricordi, delle assenze, di ciò che non si è detto e non si ha più tempo di dire; è l’arte di giustificare gli errori e le partenze, per mettere a tacere la nostalgia; ma c’è sempre un momento in cui uno specchio incrocia il nostro sguardo, un ricordo riaffiora alla mente e tutto — il bello e il brutto — di una storia d’amore torna ad avere un colore, una materia:

L’arte giustifica la bellezza
tesoro – ci avevi mai pensato?
Nelle notti passate a contarci
le rughe e a inventare il passato.
Quando aprivo gli occhi e mi dicevi sottovoce che il mio grugno porta il segno di una croce.

Se siete giunti fin qui con il magone, rasserenatevi, non ho visto pessimismo nell’opera di Laggetta, ci sono i versi di vita che l’autore ha voluto donarci come un suo modo personale di cantare l’amore, non è importante se verso una donna o un uomo, verso la vita o la morte, verso gli altri o verso se stessi.

I colori dei versi restano ai lettori, che potranno gustare questo breve ma intenso compendio poetico scaricandolo dal nostro sito in formato PDF, e potranno ricevere in cambio uno scorcio di vita altrui, uno specchio in cui guardarsi, uno scoglio su cui sedersi e un mare di emozioni con cui confrontarsi. Buona lettura.

L’amore è fuoco. Ma non sai se scalderà il cuore o brucerà la tua casa.
(Joan Crawford)

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