Le scuse offerte da Erdoğan – a nome dello Stato turco – per i massacri di Dersim nel 1936-1939, sono state una manifesta strumentalizzazione delle difficoltà interne del partito di opposizione Chp: non un gesto preparato e meditato, ma il frutto di un’abilità tutta politica nel comprendere – sul momento, fulmineamente – cos’è giusto ma anche conveniente fare. L’apprezzamento in Turchia è stato comunque generalizzato, ma non sono mancate le voci critiche: come quelle di chi – da più parti – ha denunciato come il ministero della cultura e del turismo ha fatto in modo di boicottare – e infatti non è stato invitato a nessun festival in Turchia – il documentario “Dersim 38″ di Çayan Demirel, che ha raccolto testimonianze dirette e offre elementi di decisiva interpretazione (oltre a immagini di brutale e definitiva distruzione) per quegli eventi. Ma il bello di Internet è che la censura sulla rete è perfettamente inutile e controproducente: il documentario potete vederlo qui in versione integrale (diviso in più segmenti) e in lingua originale, ma con sottotitoli in turco.