L’esperienza di flow è sinonimo di esperienza ottimale ed è uno stato fondamentale per raggiungere la prestazione sportiva ideale.
Tutti gli sportivi hanno provato almeno una volta nella vita l’esperienza di flow in maniera più o meno consapevole.
Capirne le cause, comprenderne i fattori: allenarsi al flow è possibile.
L’esperienza di flow è sinonimo di esperienza ottimale ed è uno stato fondamentale per raggiungere la prestazione sportiva ideale.
Tutti gli sportivi hanno provato almeno una volta nella vita l’esperienza di flow in maniera più o meno consapevole.
È importante sapere che è possibile “allenarsi” al flow e facilitarne l’insorgenza: per fare questo è necessario capire le cause, comprendere i fattori che inducono questo stato di grazia e definire un approccio operativo che predisponga l’atleta a vivere questa esperienza.
Riprodurre consapevolmente lo stato di flow aiuta a ripetere nel tempo le prestazioni sportive ideali.
COS’è L’ESPERIENZA DI FLOW
L’esperienza di flow (dall’inglese fluire) è sinonimo di esperienza ottimale o flusso di coscienza. Rappresenta un elemento fondamentale per il verificarsi della Peak Performance o prestazione sportiva ottimale.
L’esperienza ottimale o stato di flow è
“..lo stato in cui le persone sono così immerse in quello che stanno facendo, che tutto il resto sembra non avere importanza. L’esperienza in sé è talmente piacevole da indurre le persone a ripeterla anche a costo di grandi sacrifici…”. (M. Csikszentmihlyi, direttore di ricerca del Dipartimento di Scienze del comportamento – Università di Chicago).
Lo stato di flow permette alla persona di portare le prestazioni del proprio corpo e della propria mente ai limiti ottimali, provando un senso di soddisfazione tanto più grande quanto più è difficile il conseguimento dell’obiettivo.
Si ha uno stato di profonda concentrazione, tutti gli organi di senso sono focalizzati sul medesimo obiettivo. Si arriva a provare una sensazione di affinità tra sé e l’ambiente e quando l’esperienza di flow è terminata ci si sente in maggiore armonia con sé e gli altri.
Il FLOW o flusso di coscienza si ha quando l’energia psichica fluisce senza sforzo, cioè quando lo stimolo dell’ambiente esterno (informazione) è conforme allo stimolo dell’ambiente interno (scopo): nella coscienza, luogo di interazione tra informazione e scopo si sviluppano e vivono le nostre esperienze soggettive.
Ogni volta che l’informazione sconvolge la coscienza disturbando i suoi scopi abbiamo una condizione di disordine interiore o “entropia psichica“, una disorganizzazione del sé che danneggia la sua efficienza.
Coscienza e attenzione devono essere considerati due sistemi interagenti.
I 3 elementi fondamentali per ottenere situazioni di flusso di coscienza sono:
- un grande investimento di ATTENZIONE sulla situazione in atto (QUI E ORA)
- una percezione di BENESSERE E SODDISFAZIONE PERSONALE
- un impegno a cui corrispondono CAPACITA’ PERSONALI ADEGUATE
Durante lo stato di flow l’energia mentale fluisce senza sforzo, l’individuo riceve feedback positivi e rinforza il suo sé in termini di sicurezza, coraggio e padronanza. Si ha uno stato di grande concentrazione dove pensieri, intenzioni e organi di senso sono focalizzati sul medesimo obiettivo.
LE 8 DIMENSIONI DELLO STATO DI FLOW
Conoscere le 8 caratteristiche distintive dello stato di flow rende possibile “allenarsi“, cioè diventare in grado di predisporre situazioni favorevoli all’insorgenza del flusso di coscienza.
Si tratta di un avvenimento estremamente individuale e ciò significa che ciascun soggetto può raggiungere questa condizione in modo e in situazioni diverse.
Lo stato di flow è un’esperienza multidimensionale in cui ciascun elemento è contemporaneamente responsabile dell’insorgenza e delle caratteristiche del fenomeno stesso.
Per verifichi alla base devono essere presenti le condizioni formali che ne permettono l’insorgenza:
1. EQUILIBRIO TRA SFIDA E ABILITA’ (CHALLENGES SKILLS BALANCE )
Il flow nasce in situazioni di estremo equilibrio tra difficoltà situazionali e abilità individuali, in una zona di confine tra la noia (difficoltà basse – capacità elevate) e l’ansia (difficoltà elevate – capacità basse).
La situazione ottimale si verifica quando si crea questo equilibrio: l’incontro con l’avversario risulta impegnativo ma si ha la consapevolezza di potergli far fronte. L’atleta sarà portato a rivivere nuovamente questa esperienza positiva e appagante.
2. UNIONE TRA AZIONE E COSCIENZA ( ACTION AWARENESS MERGING )
L’individuo è completamente immerso nelle situazioni che sta vivendo, l’azione diventa spontanea, quasi automatica e la persona smette di essere cosciente di sé come entità separata dall’azione.
3. METE CHIARE E FEEBACK IMMEDIATO (CLEAR GOALS AND UNAMBIGUOS FEEDBACK)
L’esperienza ottimale, manifestandosi con un completo coinvolgimento del soggetto, esige obiettivi chiari e ben definiti nell’attività che si sta svolgendo, con feedback immediati e positivi. Questi guidano l’azione dell’atleta e fungono da rinforzo.
4. CONCENTRAZIONE (CONCENTRATION ON TASK AT HAND)
Lo stato di flow richiede una completa concentrazione e un campo di stimoli limitato per non lasciare spazio nella mente ad informazioni che non siano necessarie all’attività stessa. Immergersi nel QUI E ORA.
5. SENSO DI CONTROLLO (PARADOX OF CONTROL)
Il soggetto si sente in pieno controllo delle proprie azioni e dell’ambiente anche in situazioni difficili.
6. PERDITA DELLA COSCIENZA DI SE’ (LOSS OF SELF-CONSCIOUSNESS)
Il flow è uno stato di massima coscienza, una coscienza automatica non volontaria.
Tutta l’attenzione è focalizzata sull’attività, si è talmente calati nell’azione che il pensiero non c’è. L’individuo riesce a concentrare tutta la sua energia mentale nel gesto ed il sé diventa parte di una dimensione più ampia.
Una volta terminata l’azione e raggiunto l’obiettivo, il sé riemerge arricchito da nuove abilità con un’ accresciuta percezione della propria autoefficacia.
7. DESTRUTTURAZIONE DEL TEMPO (TRASFORMATION OF TIME)
Nell’esperienza ottimale si ha una diversa percezione del tempo: per alcuni sembra passare più velocemente, ma occasionalmente può accadere il contrario.
8. ESPERIENZA AUTOTELICA (AUTOTELIC EXPERIENCE)
Nell’esperienza autotelica il soggetto segue le motivazioni più interne: sceglie di immergersi nella situazione perché vuole e non perché deve.
Nell’esperienza autotelica la soddisfazione dell’individuo non dipende dalle conseguenze o dall’eventuale premio ottenuto, ma dal piacere che si prova nell’eseguire tale esperienza o nel perseguire un traguardo.
Il termine autotelico deriva dalle parole greche autos (di se stesso) e telos (meta): il flusso di coscienza è un’esperienza autotelica.
Nei prossimi articoli proporrò un approccio metodologico per ottenere una relazione tra lo stato di flow, l’esperienza ideale (peak experience) e la prestazione ottimale (peak performance ): analisi di similitudini e differenze per arrivare una sintesi operativa efficace.
Tu hai mai vissuto un’esperienza di flow? Come ti sei sentito?
E ti è capitato di sentire di non riuscire a dare il massimo e non capire il perché?
Qual è la tua esperienza? Io come Sport & Life Coach io mi occupo proprio di questo.