La cultura del progetto è al centro del design, progettare è eseguire una sequenza di comportamenti complessi e sinergici: osservare la realtà, fare modelli sintetici e manipolabili della realtà, trasformare poi i modelli valutati in realtà.
Alla base del progetto vi è l’osservazione. Essa è un’azione «intenzionale», richiede cioè che l’osservatore abbia un’intenzione piuttosto precisa che anima la sua azione, viceversa l’azione sarebbe il mero guardare. Questa intenzione sottende un’ipotesi, un obiettivo, una direzione verso cui guardare. Osservare richiede dunque che l’osservatore si trovi in uno stato di conoscenza rispetto alla realtà a cui si rivolge. Se ignorasse completamente quella realtà non la potrebbe osservare, la guarderebbe come un turista distratto guarda un paesaggio e vede campi normali, alberi uguali a tanti, strade senza direzione, case anonime. Conoscere è progettare bene e l ’innovazione non risiede nel continuo aggiornamento tecnologico, ma nell’angolazione con cui si osservano i problemi.
L’esploratore è colui che ha sviluppato al massimo la capacità di osservare. Parte alla ricerca di nuovi ambiti e significati per ampliare l’orizzonte possibile dell’innovazione. Forte della sua curiosità senza limiti, di collaboratori aperti e riferimenti culturali e
materiali ampi, complessi e multidisciplinari (esperienze, legami con il mondo
della produzione e della ricerca…), guida l’esplorazione a tutto campo su
ambiti aperti, oceani da indagare alla ricerca di «nuovi mondi» che poi il
tempo e l’applicazione (intesa come determinazione a trasformare un’intuizione
in pratica e come evoluzione tecnologica) possono confermare o confutare.
Come un esploratore del passato, il designer navigante si lancia con il suo equipaggio alla ricerca libera, su Internet come altrove, anzi con mezzi e strumenti il più
possibile eterogenei, per parole- chiave che possono essere scelte in funzione di quella che vorrà essere l’apertura complessiva dell’operazione e quindi dell’articolazione
dell’operazione progettuale futura.
Le parole-chiave rappresentano la forma di esplicitazione
più precisa e includente per il meta-ambito, si tratta di parole, significanti, che sottendono ampi panorami di significati e come tali si manifestano ricche di potenzialità che la ricerca potrà o meno concretizzare; in questo senso il navigante diventa
«soggetto innovatore»: sviluppando le potenzialità propositive dei molteplici
significati delle parole-chiave egli procede senza i vincoli dettati dal senso
comune.
L’esploratore navigante è una figura propositiva, che cerca
nuovi ambiti non battuti per il progetto di design; è un soggetto innovatore,
perché «i soggetti innovatori, a livello psicologico, sono capaci di mettere
distanza tra il sé e il senso comune», e «come lo straniero vive una crisi
costante dato che nessuno a parte lui condivide il suo senso comune».
La volontà è quella di scoprire «nuovi mondi del progetto»,
possibili e nascosti, attraverso una ricerca libera in cui la fattibilità è una
questione che si presenta solo in un secondo tempo.