Sono freelance, per scelta anche spesso forzata. Mi muovo spesso da una nazione all’altra e di sistemi “vessatori” cioè tasse ne conosco più di uno.
Ora vivo qui in Israele da meno di due anni, per lavorare e farmi sottopagare devi ovviamente essere in regola. Chiedo aiuto alla mia migliore amica, voglio un commercialista che sia bravo e non mi spenni.
Vado a Tel Aviv in uno di questi studi di commercialisti- legali super trendy, uno dei soci un belloccio scapolo impenitente, l’amico della mia amica ovviamente, l’altro il classico commercialista nerdy ma simpatico.
Apro il corrispettivo della partita IVA locale, pago profumatamente il commercialista che almeno è un piacere vederlo (quello bello) e incomincio il mio viaggio nel freelancing israeliano con successo non eclatante.
Qualche settimana fa, mi manda un email in cui mi dice che lo Stato richiede un addendum, per i proprietari di business. Devo dichiarare tutti i miei averi esteri e locali, fino alla vera nuziale.
Rimango allibita, Il mio business è il mio laptop ………… la sede la mia scrivania ……….altro che business, ho fatturato praticamente una cifra irrisoria avendolo aperto negli ultimi mesi dello scorso anno fiscale.
Così mi appresto a ri-pagare e dare i dettagli di tutto quello che possiedo di “valore”:vogliono sapere se ho un iPod, frigo, TV, lavatrice, asciugatrice, ma non gli interessa della mia collezione di libri che valgono ben più dello stupido iPod, i libri non hanno valore ……
Insomma anche come mi ha detto il commercialista, o sfondi alla grande, o meglio chiudere bottega. Ogni 6 anni si ha una ispezione. Un redditometro in poche parole. Insomma alla fine ti forzano ad essere disoccupato o sotto padrone, altrimenti fra tasse e spese legali affoghi.
Quindi che faccio? continuo? qualcuno mi vuole assumere senza contratti da fame? (lasciatemi un messaggio grazie …..) Le tasse le detesto proprio!