Spesso in redazione ci sono giunti quesiti sul problema della cosiddetta “mancata capienza”: cosa succede, nel caso in cui un lavoratore dipendente che percepisce uno stipendio basso effettua i lavori di ristrutturazione edilizia e vuole usufruire della detrazione 50% sull’IRPEF per le ristrutturazioni ma tali detrazioni superano l’ammontare dell’imposta IRPEF dovuta?
Si tratta di un quesito affrontato anche dalla rivista telematica delle Entrate FiscoOggi.it. In questi casi ci si chiede: presentando la dichiarazione dei redditi il lavoratore che si trova in questa condizione perderebbe la metà dell’importo da detrarre, può quindi richiederne il rimborso?
In ambito fiscale, viene definita “capienza” la possibilità di un contribuente di ridurre l’imposta sul reddito utilizzando le detrazioni Irpef. Se l’ammontare delle detrazioni è superiore all’imposta dovuta, si usa dire che la detrazione “non trova capienza”. La parte eccedente, fatti salvi i casi, espressamente previsti dalla legge, in cui è possibile rinviare il beneficio a un periodo di imposta successivo o trasferirlo a un familiare, non può abbattere il reddito imponibile e non potrà essere recuperata dal contribuente.
A questo scopo, anche in riferimento alle detrazione fiscale del 50% sugli interventi di ristrutturazione edilizia (utilizzabile dal 26 giugno 2012, data di entrata in vigore del Dl 83/2012), è necessario valutare la capienza Irpef in relazione al proprio reddito, che potrebbe non essere in grado di accogliere, anche parzialmente, queste detrazioni.
L’agevolazione al 50% per le ristrutturazioni non è quindi da intendersi come un rimborso fiscale e non sarà possibile richiedere la somma non recuperata in dichiarazione.