Devo chiedere scusa a mio figlio

Da Pukos

A distanza di anni devo chiedere scusa a mio figlio. Era appena scoppiata la crisi, e lui ancora bambinetto, vedendomi preoccupato mi chiese perché ero triste, non era facile trovare le parole per far capire ad un bambino piccolo cosa fosse una crisi economica.

Gli dissi che le persone avrebbero avuto meno soldi e la loro vita sarebbe peggiorata. Mi ricordo, come fosse ora, che lui mi fissò e poi disse:

“Ma chi “fa” i soldi?”

“Una Banca speciale” risposi.

Improvvisamente allargò il suo sorriso e mi disse:

“Ed allora il problema dov’è? Basta dirgli di “farne” di più!”

Scoppiai in una risata, gli diedi una carezza e risposi:

“Purtroppo non si risolvono così le crisi, perché stampare più soldi è inutile dato che poi quei soldi non valgono più niente.”

Ebbene devo chiedere scusa a mio figlio perché lui, a otto anni, aveva trovato il metodo per uscire dalla crisi, un metodo che la Bce con tutti i suoi economisti e professoroni ha scoperto solo sette anni dopo.

Ma perché abbiamo fatto sacrifici per tutti questi anni? Che bisogno c’era? La soluzione era lì, facile facile, anche un bambino la conosceva, bastava stampare soldi! Che stupidi siamo stati a non pensarci prima!

Draghi, perché non ci hai pensato prima?

E poi, ora che ci penso, se stampando euro per un ammontare di 60 miliardi al mese risolviamo la crisi, ma perché non stamparne 120 o 200 o 300 miliardi al mese, così diventeremmo tutti ricchi!

Giancarlo Marcotti per Finanza In Chiaro