E’ mattina presto ma non abbastanza presto perché ci sia ancora movimento per le strade. La gente è già nei campi; approfitta delle prime ore della giornata per lavorare prima che il sole si faccia troppo caldo. Noi siamo in giro a cercare una mietitrebbiatrice.
In lontananza intravvedo 3 figure camminare con passo deciso sul ciglio della strada.
Chi cattura la mia attenzione è sicuramente il primo della fila: il saio che indossa mi fa capire che si tratta di un monaco. Ciò che non capisco è perché indossi un abito completamente nero.
Inoltre, rispetto al monaco che lo segue, non ha neppure nulla ai piedi. Il terzetto si completa poi con un ragazzo che indossa jeans e tshirt e trasporta oltre al sacco con i suoi effetti personali anche un tamburo e un flauto. Con fare furtivo scatto la foto e questo apre il dialogo con il monaco in nero. Un sorriso sereno e poche parole ci invitano a ricevere la benedizione. Il volto segnato dal sole non mi permette di capirne l’età. Sorride di nuovo e, saputo che sono italiano, china il capo in segno di saluto e riprende il cammino.
Dhammayut o Thammayut - ธรรมยุต… mi faccio ripetere da Noom il nome più volte, non l’ho mai sentito e, ovviamente, la pronuncia in tailandese lascia adito a diverse interpretazioni di translitterazione. Il nome non mi dice nulla e per Noom spiegare cosa abbiano di speciale non è facile.
Una cosa però è chiara: si tratta di “monaci delle foreste”. Non vivono in un tempio ma si spostano in continuazione e dormono nei boschi. Lungo il cammino raccolgono il cibo che consumano una sola volta al giorno. Quando non camminano contemplano la natura e meditano.
Che siano un ordine di Monaci Buddisti Theravada fondato all’inizio del 1800 e diffuso solo in Thailandia e Cambogia lo leggo solo dopo su internet. Per tutta la giornata continuo a pensare al sorriso del monaco e allo stile di vita alquanto estremo che ha scelto. Non posso non fare un accostamento con il “Poverello d’Assisi”. Oggi la mietitrebbiatrice non l’abbiamo trovata ma nonostante la frustrazione di una giornata apparentemente sprecata non abbiamo mai smesso di sorridere.
Ci sono persone destinate a cambiare il nostro modo di vedere le cose e non sappiamo neppure il perché… ma in fondo il perché non c’interessa.
Andrea in Thailandia
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