Esce la sentenza di Strasburgo sul G8 di Genova 2001,
ripenso a tante cose, troppe cose….il G8 di Genova ha segnato quell* della mia generazione,
eravamo ragazzini all’epoca…e oggi, che adulti siamo?
Adulti a metà, non in grado di costruirci un paese dove vivere,
chiniamo la testa al precariato e sopravviviamo,
ripetendoci che la tempesta, prima o poi, passa.
Madonna che rabbia,
più leggo e più mi si incancrenisce dentro…
ma quando è che siamo diventati così?
Come è successo che siamo diventati parte di uno stato dove possono succedere queste atrocità e restare impunite?
Dicono “Eh ma i giudici, la cassazione, la pescrizione….”
Eh ma i giudici un cazzo.
Avremmo dovuto mandare a fuoco il paese.
Liberi cittadini sono stati torturati e noi che abbiamo fatto?
Niente.
Abbiamo lasciato che accadesse e che i responsabili restassero impuniti.
Vergogna.
Vergogna e rabbia.
Non mi resta altro, dentro, adesso.
E poi Langone con le sue idee geniali…
“L’Italia è si sta spopolando per la troppa scolarizzazione femminile”.
È vero, che il tasso di figli procapite si abbassa in maniera inversamente proporzionale alla scolarizzazione femminile.
Perchè se dai alle donne la possibilità d essere medici, fisici, letterate o qualunque cazzo di cosa vogliano essere, lo diventano; escono da quel ruolo di mamma per forza in cui le hai costrette.
E lui, sta merda, le scrive su un quotidiano nazionale le sue minchiate.
Pensi, “va beh che è Libero, cazzo t’aspettavi?” ma perché io muio di fame e questi hanno soldi e possibilità per scrivere ciò che vogliono e camparci pure?
Con ste stronzate sessiste, capito?
E io faccio la fame.
Vi odio, cazzo, vi odio dal profondo del cuore.
Vi odio indistintamente, e sono arrabbiata.
Vaffanculo a voi, al vostro sistema capitalista e al vostro sessismo di merda.
C’ho dentro un’angoscia che mi logora.
L’angoscia è un sentimento bislacco che ti si mangia da dentro,
una paura misto rabbia.
Mi ripeto che non c’è da aver paura,
che la verità vince sempre, in un modo o nell’altro.
Ma, forse, non ci credo più tanto nemmeno io,
che la verità l’ho vista calpestata troppe volte,
in maniera troppo violenta e ignorante.
Penso a questa vita, che mi pare tutta precaria,
dalla sopravvivenza alle relazioni,
è tutto una fuga senza il tempo di chiedersi cose, di darsi spiegazioni.
Cazzo, siamo una generazione di viagliacchi.
Fuggiamo dai confronti, dalle giuste cause, dalla rabbia.
E poi ci deprimiamo perché non c’è rimasto niente,
e allora prendiamo il prozac per non sentirci depressi,
così possiamo gioire dei nostri aperitivi al venerdì,
perché, volenti o nolenti, siamo parte di questo sistema di merda.
Ma io non voglio, cazzo non lo voglio,
mi tornano in mente quelle parole che Peppino Impastato gridò troppi anni fa:
“io voglio fottermene, io voglio scrivere che la mafia è una montagna di merda, io voglio urlare”
alle parole che qualcuno m’ha detto tempo fa…”E te le scrivi ste cose?” – “Si” – “Sta attenta, che un giorno o l’altro, te la fai la stessa fine di Impastato”.
Me l’accollo.
Io voglio scrivere che le parole di Langone sono una montagna di merda.
Che lo è una presunta giustizia che ha lasciato impuniti i carnefici di Genova,
quella stessa “giustizia” che ha dato pochi anni di carcere, che non verranno mai scontati grazie alla condizionale, a sti infami, e 25 anni di carcere per devastazione e saccheggio a chi ha spaccato una vetrina.
Mi fate schifo, mi rivoltate lo stomaco.
E non ci sto, a vivere sotto il giogo di uno stato del genere.
Non è accettabile.
Non lo tollero.
E penso che da sola posso fare poco,
ma almeno mi resta la libertà di dire quello che penso.
Quella, almeno, non me la potete togliere.
La voglia di lottare per me stessa e per tutt* quell* che non possono farlo,
e lo so che non potete riuscirci,
perché qualcuno c’ha provato già, a togliermi la voglia di ribellarmi a suon di botte,
e non c’è riuscito.
Perchè di fronte alla paura della morte, l’unica cosa che sentivo che davvero non mi poteva essere strappata, era la mia coscienza.
Quella, davvero, non me la potete togliere.
Affondare le proprie redici in un ideale dona una forza oltre l’inimaginabile.
Non mi arrendo, dannazione.
Non mi faccio togliere il cervello e le emozioni, non mi faccio mutare in automa del precariato.
Zitta non ci sto.
Sono una persona, cazzo, una persona vera.
E caro Langone, sono una donna, e fieramente ti dico, ficcatele nel culo le tue stronzate sessiste e xenofobe.
Sono una donna, ma mi sento la forza di cento uomini, dentro.
Te forse, caro politico, non ti sei mai dovuto chiudere nel bagno di casa tua terrorizzato,
sentendoti rispondere dalle forze dell’ordine che per intervenire, prima ti devi lasciar pestare.
Forse non hai mai urlato sotto i colpi di qualcuno molto più forte di te.
E non hai mai sentito il sapore ferroso del sangue che ti scorre in bocca.
Non hai mai sentito la tua libertà strappata ad ogni anfratto della tua persona.
Non t’è mai capitato di pensare “se devo morire, almeno muoio in piedi e fedele a me stessa”.
A me si, e sto ancora qua.
In piedi.
E sono incazzata.
Per queste e per molte altre cose.
Per cui smetti di parlare di me come se fossi una cosa, una figurina di cartone nel tuo bilancio degli oggetti di casa.
Smetti di minacciarmi, perché non mi fai paura.
Smetti di tentare di riprenderti la mia libertà di essere chi cazzo mi pare, perché me la vengo a riprendere.
In fondo, penso che la verità, in un qualche modo, vince sempre.
E che se voglio non essere partecipe di questo stato di cose,
devo solo cambiare modo di comportarmi.
Non arrendendomi,
all’inerzia,
alla paura,
alla prevaricazione,
al sessismo,
alle minacce.
La verità è che non lo farò mai.
La forza per ribellarsi a tutto questo,
a questa fabbrica di esseri umani vigliacchi e polverosi,
è dentro ognun* di noi.
Nelle nostre teste, nei nostri animi.
È sufficiente fermarsi un attimo a guardare queste cose e dire “NO.”
Exits the Strasbourg ruling about the G8 summit in Genoa in 2001,
I think about so many things, too many things …. the Genoa’s G8 marked my generation,
we were kids at the time … and now what adults are we?
Adults in half, not able to build a country in which to live,
we bow our heads to the precariousness and we survive,
repeating to ourselves that the storm, sooner or later, will pass.
Fuck, what a anger,
more I read, more I feel it festers inside me …
but when did it happen, that we became like this?
How it happened that we became part of a state where such atrocities can happen and be unpunished?
They say, “Oh, but the judges, the Court, the statute barred ….”
But the judges a fucking nothing.
We would had to set the country to fire.
Free citizens were tortured and what we have done?
Nothing.
We let it happen and the offenders remain unpunished.
Shame.
Shame and anger.
I have nothing more, inside me, now.
And then Langone with his brilliant ideas …
“Italy is going depopulated for too much female education.”
It is true, that the rate of children for every woman decreases in inverse proportion to female education.
Because if you give to women the chance of being doctors, physicists, philosophers or whatever the fuck they want to be, they become it; leaving the role of mother by force where you forced them.
And he, the shit, writes his bullshit in a national newspaper.
Do you think, “okay that’s Libero, what the fuck did you expect from them?” But why I starve and they have money and opportunity to write what they want and live with it?
With these sexist bullshit, do you understand?
And I starve.
I hate you, fuck, I hate you from the bottom of my heart.
I hate you without distinction, and I’m angry.
Fuck you, your capitalist system and your shitty sexism.
I’ve inside an anguish that wears me out.
Anguish is a strange feeling that you eats you from the inside,
a fear mixed with anger.
I repeat to myself that I don’t have to be afraid,
that the truth always wins, in one way or another.
But, maybe, I do not believe it so much anymore ,
’cause I saw the truth trampled too many times,
in too violent and ignorant way.
I think about this life, that seems to me completely precarious,
from survival to relationships,
is all an escape without time to wonder things, to give ourselves explanations.
Shit, we are a generation of cowards.
We run from contrasts, from right causes, from anger.
And then we become depressed because we don’t have nothing more,
and then we take prozac to not feel depressed,
so we can enjoy our aperitifs on Friday,
because, like it or not, we are part of this shitty system.
But I do not want it, fuck, I don’t want it,
I think to those words that Peppino Impastato shouted too many years ago:
“I want to give a shit, I want to write that the Mafia is a pile of shit, I want to scream”
and the words that someone told me long ago … “And do you write these things?” – “Yes” – “Be careful, that one day or the other, you’ll do the same end of Impastato”.
I deal with it.
I want to write that Langone’s words are a pile of shit.
That it is the so-called-justice that has left unpunished the executioners of Genoa,
that same “justice” that have sentenced to few years, which will never be discounted, these infamous, and gave 25 years in prison for destruction and looting to who broke a shopwindow.
You make me sick, you make me puke.
And I decide that I don’t want, to live under the yoke of such a state.
It is not acceptable.
I don’t tolerate it.
And I think that alone I can’t do so much,
but that, at least, I still have the freedom to say what I think.
That, at least, you can’t take it from me.
The desire to fight for myself and for who can’t do it,
and I know that you can’t succeed,
because someone has tried yet, to take away from me the desire to rebel, and he used blows,
and he didn’t win.
Because facing the fear of death, the only thing I really felt that he wasn’t able to extort from me, was my conscience.
That one, really, you can’t take from me.
Put your roots in an ideal gives a strenght that you can’t imagine.
I do not give up, damn.
I don’t let them remove my brain and emotions, to mutate me into automaton of precariousness.
I will not shut up.
I am a person, fuck, a real one.
And, dear Langone, I am a woman, and proudly tell you, fuck off to your sexist and xenophobic bullshit.
I am a woman, but I feel the strength of a hundred men, inside.
Maybe you, dear politician, never had to close terrified in the bathroom of your own house,
hearing the police answer you that for to come and help you, before you have to be beaten up.
Maybe you’ve never screamed under the blows of someone stronger than you.
And you’ve never tasted the ferrous taste of blood that flows in your mouth.
You’ve never felt your freedom taken away from every cleft of your person.
You you never thought “if I have to die, at least I’ll die on my feet and loyal to myself.”
All these things happened to me, and I’m still here.
On my feet.
And I’m angry.
For these and many other things.
So, stop talking about me as if I would be a thing, a figurine made by cardboard in your home’s list of objects.
Stop threatening me, because you don’t scare me.
Stop try to take my freedom to be who the fuck I want, because I come to take it back.
Deep inside, I think the truth, somehow, always wins.
And what if I don’t want to be a part of this state of things,
I just have to change my behavior.
Not surrender myself
to passiveness,
to fear,
to abuse,
to sexism,
to threats.
The truth is that I never will.
The strength to rebel against all this,
against this factory of coward and dusty humans,
is inside every one of us.
In our heads, in our souls.
It’s enough just stop for a moment to look at these things and say “NO.”
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