- Fili di Vento
Pensare che io sia insensibile e indifferente a ciò che mi ha accolto in questi tanti mesi è sbagliato.
Vi vedo, vi sento e qua e la vi seguo.
Ma non sempre riesco a coniugare il verbo giusto. Manca la congiunzione adatta e la parafrasi non riesce. Il commento non nasce o, peggio ancora, muore sul nascere.
Un po’, lo ammetto, è perché in questa primavera ho letto e patito fortemente i sentimenti negativi che a fiumi son scorsi nei diversi spazi personali. Dentro di me è venuto a mancare il “senso della cosa”, non trovo il bandolo della matassa, non ritrovo il sentimento giusto e positivo che mi legava a questo mondo blog.
Immagino sia la certezza che qui non è per niente differente che qua. Tutto il mondo è paese e la rete non sfugge a questa patetica simmetria. Devi sempre e comunque guardarti le spalle. “Occhio Sol’ a cosa scrivi, dove lo scrivi e perché lo scrivi”.
La foto che ho postato è di Vento. Ha fatto il giro dei blog, vuoi perché è una magnifica metafora della vita (questa la bellissima visione di Arthur), vuoi perché racchiude in sé l’estro ironico e creativo della sua brava padrona.
Personalmente l’ho scelta perché questo ondulare alternato di filari lucenti è ciò che provo attualmente per questo nostro mondo: una corrente alternata, un flusso variabile in intensità, di attrazione e