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Di bellezza ed emozioni. Tratto da "Visotonic® auto-lifting muscolare del viso"

Creato il 19 ottobre 2014 da Loredana De Michelis @loridemi

Definire la bellezza è difficile. Ma a costo di essere prosaici si può dire che è un concetto che non va confuso con quello di gioventù. O con l’assenza di rughe, per esempio. Analizzando con attenzione la persona giovane indi teoricamente più bella della persona vecchia, si scoprono alcune cose: la persona giovane ha un sistema di ricambi e riparazioni più efficiente, una pelle più fresca e i muscoli più tonici. Sacrosanta verità.
Ma la persona giovane non è solo più soda e più liscia, perché altrimenti non si capisce come mai molta gente, anche di spettacolo e ben consigliata, pur gonfiando e lisciando la pelle con ingegnosi e altrettanto dolorosi artifizi, ottenga soltanto una banale se non patetica imitazione di ciò che avrebbe voluto veramente.
Dove sta allora esattamente la bellezza della gioventù? Forse i giovani vanno osservati più da vicino, al di là della loro assenza di rughe.
C’è per esempio da notare che di solito non hanno la fronte perennemente corrugata. Non hanno il mento costantemente sprofondato nel gargarozzo e le spalle attaccate alle orecchie. Non presentano smorfie fisse di acidità, disgusto o delusione. Hanno un viso mobile ed espressivo. Camminano a grandi falcate.
Possiedono un’armonia generale nel loro aspetto, nel modo di muoversi e nel modo di essere che attira, e che spesso si chiama fascino.
Ora la domanda è: l’invecchiamento progressivo di qualche cellula potrà giustificare un’assenza di tono generale, ma l’assenza di fascino è proprio inevitabile? A me non pare.
Non ho prove scientifiche per dimostrarlo, ma mi sembra che vi siano numerosi casi di persone, le quali, pur invecchiando biologicamente, hanno la fortuna di rimanere attraenti, se non addirittura di diventare più belle. Sarà una coincidenza ma non sono mai quelle che si portano appresso le brutte abitudini sopra descritte.
Il mio concetto personale di bellezza quindi è legato alla dinamicità e all’espressività: un viso bello è un viso con le espressioni adatte alla sua forma, che esprime al meglio la personalità di chi lo indossa, e una persona bella è una persona che si muove in modo armonioso, priva di rigidità fisiche e caratteriali, con un’espressione distesa ma soprattutto intensa.
Tutto ciò ha a che fare con i muscoli più di quel che si potrebbe pensare, se per intensità intendiamo un connubio ben riuscito di forza e intenzione: qualunque cosa un viso comunichi, per quanto sottile possa essere, è determinata da un complesso lavoro di muscoli mimici che danno sfumatura e potenza all’espressione.
I muscoli mimici del viso sono ben collegati all’area emotiva del cervello e reagiscono prontamente alle emozioni; questo è anche il motivo per cui è molto difficile fare la faccia serena se siamo infuriati: l’emozione “sequestra” la muscolatura e la usa per “agire se stessa”, quindi per esprimersi. La reazione muscolare innescata dall’emozione ci avvisa che l’emozione è in atto, consentendoci di sentirla al meglio. Se si pensa che nel tentativo di non “farsi travolgere” da una data emozione tutti adottiamo il sistema di irrigidire la muscolatura, impedendole di agire, o ci precipitiamo ad assumere calmanti, che a ben vedere altro non fanno che rallentare ed indebolire le nostre reazioni muscolari, se ne deduce che una muscolatura meno reattiva “annebbia” l’intensità dell’emozione, proprio perché essa esiste solo nella misura in cui può essere espressa fisicamente in qualche modo.
Nell’invecchiamento, la perdita di forza, velocità e coordinazione dei muscoli, compresi quelli facciali, toglie intensità al viso e alle emozioni che, guarda caso, si fanno più distaccate rispetto a quando si era giovani. È per questo che guardo sempre con terrore quei signori che compiono più di cento anni in televisione, sulla loro sedia a rotelle, circondati da festosi assistenti: la loro faccia è immobile e mi chiedo se sono felici e pudichi o se manchi loro la forza fisica per gioire e se, ancora, mancando la forza, possano gioire davvero.
In attesa di scoprirlo, mi chiedo se la bellezza vera non sia sostanzialmente una forma di potenza espressiva che necessita soltanto di mezzi adeguati e se “mantenersi in forma” sia solo un vezzo dei più vanitosi o implichi una qualità di vita migliore da più punti di vista.
Volendo soffermarsi un po’ di più, si possono fare due esperimenti: il primo consiste nel fare delle facce allo specchio “recitando” delle espressioni tra le più comuni ma senza sentimento, come se si fosse una macchina che muove pezzi a comando; poi si cerca di fare un’espressione evocando l’emozione corrispondente; poi si cerca di fare un’espressione evocando l’emozione corrispondente e aggiungendoci il sonoro, cioè emettendo dei versi adeguati. Cambia tutto, sia la sensazione interiore che l’intensità del lavoro muscolare. Sembra poca cosa, ma dà parecchio da pensare, se ci si pensa bene.
L’altro esperimento consiste nel fare piccoli movimenti corporei e cercare di sentire la tensione dei diversi muscoli che vengono arruolati via via che si cambia posizione. Tra le cose più interessanti che accadono c’è la sottile sensazione di piacere che ci invia il muscolo quando si rilassa subito dopo essersi contratto. Una specie di ringraziamento per l’attenzione e la partecipazione, ma non solo, un grazie anche per l’esperienza nuova: forse i giovani sono belli perché possiedono, tra le altre cose, varietà di sentimenti, e la vivacità della nostra mente dipende anche dalla frequenza di scambio di informazioni che ha con il corpo, che è la sua principale fonte di stimoli, inviati in gran quantità. Se gli scambi rallentano o i messaggi si fanno ripetitivi, corpo e cervello decadono insieme. Di questo passo diminuisce anche la varietà di emozioni e sensazioni che il cervello può produrre e che il corpo può sentire.

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