Di blog in blog: Arianna De Micheli

Da Aboutaphoto

Home Page di http://sottoesposta.tumbir.com


                                                                                                                                                 Oggi parlo di una “collega”, anche se forse definirmi collega di Arianna De Micheli è un po' pretenzioso da parte mia, poi c'è anche la difficoltà di definire questo un “lavoro”, ma questo è un altro discorso...
Arianna fa quello che faccio io, però lo fa da Pro: a parte il template very fiquo del suo “sottoesposto” blog, scrive in inglese, bene per altro, cosa che in Italia non è da dare per scontata. Una piccola differenza è forse che lei si focalizza maggiormente sulla segnalazione di eventi, mostre, esposizioni, mentre io più su artisti emergenti. Mi piace moltissimo la scelta di creare una galleria-sommario (cliccando sopra l'immagine si arriva all'articolo corrispondente): la trovo una scelta azzeccata perché il quadro che ne risulta è molto piacevole e ha il giusto “ritmo”, l'esatta armonia che rende bene nell'insieme ma al contempo ogni foto ha un buon rilievo – mi rendo conto che è una flippa da photoeditor, ma mi piaceva rendervi partecipi. Scrive abbastanza breve, sopratutto in inglese, ma riesce sempre a dire qualcosa di originale, non scontato, che dà una chiave di lettura interessante a ciò che descrive.
Arianna è anche una fotografa e ha stile secco, come lo chiamo io: un bel b/w “grasso”, tagliato spesso, un'inquadratura decisa, altro che “Morning Light”! (non ho nulla contro quell'effetto se non quando diventa una moda mielosa e appiccicaticcia, non so come spiegarlo). Arianna fa infine parte di un collettivo dove si elaborano idee mica da ridere: anche qui parecchio b/w, si occupano di paesaggio urbano e altro. Date un'occhiata al servizio “The Village” ed esclamerete “Wow inquietante!”.Se non si fosse capito, auguro a tutti di lavorare anche con lei, oltre e sopratutto a quanto detto qui, perché è una persona davvero davvero davvero carina e... già che siete... provate a scoprire l'origine del nome “Italian Beef Studio” ;)