Di bulli e scherzi pesanti

Da Babbonline @babbonline
Ultimamente la cronoca racconta sempre più spesso di episodi di bullismo dentro e fuori la scuola. Gesti violenti, ricordando che la violenza non è solo quella fisica, amplificati dalle potenzialità della tecnologia moderna ormai a disposizione di tutti e a tutte le età. Altrettanto spesso, si leggono le reazioni dei genitori dei cosiddetti bulli che tentano di giustificare l'accaduto riconducendo certe azioni a semplici scherzi, ragazzate o bravate. Basterebbe avere a disposizione, e soprattutto usare, un vocabolario per capire che tali termini non sono assolutamente sinonimi.
Personalmente credo che sia veramente molto semplice per tutti capire il discrimine tra uno scherzo e un atto di violenza. In uno scherzo si ride insieme, non contro qualcuno. Basterebbe osservare la reazione di chi ci sta di fronte. E' qui, forse, il punto veramente difficile: riuscire a guardare gli altri.Qualche sera fa, mentre improvvisava un balletto sul parquet, mia figlia ha fatto uno scivolone. Io le ero di fronte e le ho sorriso per rassicurarla che non era successo niente di grave. Lei ha inteso male, ha corrugato la fronte e mi ha rimproverato. Perché ridi?” Non stavo ridendo, ti stavo sorridendo per farti capire che non è successo niente.”... perché se ridi, io ci rimango male.Eccola. La semplicissima regola spiegata da una bambina di 4 anni: se ci rimango male non c'è niente da ridere