Di cavalle, rompicoglioni e università

Creato il 08 aprile 2011 da Emanuelesecco
sottofondo: Rednex – Cotton Eye Joe

Ci sono delle cose che mi danno molto fastidio e sono abbastanza: tuttavia, quella che più mi irrita è senz’altro la presenza in aula di quegli individui che per mostrare al docente, ma anche al prof, che posseggono anche un minimo di cultura devono per forza intervenire a tutto spiano durante la lezione.
Ne volete un esempio? Bene…

PROF
“Dunque, arriviamo al meccanismo della citazione”
S1
“AH!”
PROF
“Qualcuno sa come funzione tale meccanismo?”

A questo punto nel cervello del soggetto che definiamo S1, ma che potrebbe anche essere classificato come CAVALLA1 o STAR1 o PROHUNT1, scatta una molla. Il meccanismo che si innesca porta il soggetto a elaborare un miglio di pensieri nel giro di un solo secondo e, ovviamente, a scegliere quello che l’esemplare ritiene più gratificante per sé e smerdante per i propri compagni. Il più delle volte si tratta di frasi sconnesse, futili insiemi di lettere, tentativi mal riusciti di adottare un linguaggio aulico o sparate senza nesso alcuno con la lezione che si sta tenendo. Il modo di fare è molto concitato, affannoso e alquanto fastidioso per il sottoscritto e non solo.

S1
“Eh… è quel meccanismo che tanti auto…”

Interviene tempestivo il docente.

PROF
“No, piano. Forse mi sono spiegata male. Voglio sapere se siete a conoscenza dei modi più usati per riportare una citazione all’interno di un testo.”

Il soggetto S1 ora è in uno stato apparentemente catatonico. Ha completamente cannato l’intervento e fatto una figura di merda memorabile (ecchi se la dimentica più). Ora deve trovare il modo per riscattare la propria intelligenza.
Possiamo assistere all’elaborazione di un altro migliaio di frasi possibili, e questo permette per qualche secondo agli altri studenti di dire la loro, o almeno di provarci. Quand’ecco che…

S1
“Ah be' sì… è come dice lui…”

Ed ecco la frase che risolve tutto. Quante volte l’avrà detta? Immemorabili...
L’ultima spiaggia per il frustrato, la parata di culo finale prima dell’inevitabile disastro, l’intervento divino prima del fottuto catascisma (concedetemelo) di proporzioni bibliche.
Il brutto, però, è quando state per fare il vostro intervento, l’unico magari in tutta la lezione, su un argomento che ha stuzzicato particolarmente il vostro interesse.
Faccio un esempio.

PROF
“Secondo voi, il significato in un libro, ce lo mette lo scrittore o piuttosto viene percepito dal lettore?”

Come potevo non rispondere ad una domanda del genere. Quindi eccomi lì, che sto lentamente alzando la mano mentre riordino un po’ i pensieri per dar vita almeno a qualche frase di senso compiuto (non ho poi tante pretese), quand’ecco che S2 (soggetto similare a S1 ma in egual modo ridicolo solo in aspetto) comincia a sproloquiare a ruota libera non permettendomi di esprimere il mio pensiero. Fosse ‘na stronzata… no! Sono le stesse identiche e alquanto fottute parole che avevo in testa.
Il bello però deve ancora venire, perché il docente ha prontamente notato che stavo alzando la mano e, finito il maledetto intervento di S2, mi chiede se ho qualche opinione a riguardo.
Se avessi la possibilità di esprimere veramente quello che mi passa per la testa in quei momenti sarebbe qualcosa del genere.

IO
"Eh sì prof... mannaggia la puttana! Se magari S2 se ne stesse zitta e la cavalla prendesse l'aereo per andare a brucare in Arkansas forse avrei qualcosa da dirle sull'argomento..."

E cosa mi tocca rispondere?

IO
“Eh… cosa vuole… il mio punto di vista è già stato espresso da qualcun altro…”

E qui sorge la domanda.
L’analisi appena eseguita su una porzione di fauna studentesca vi ha fatto rimembrare qualcosa? Se sì, cosa?
Rimango in impaziente attesa dei vostri commenti… e convinto che dalla prossima lezione (cioè domani) mi siederò in prima fila. Passatemi questo tentativo di contrastare la borbonica onnipresenza di tal esemplare equino (S1) e Beatlesiano (S2) nelle discussione che si avviano quando si è in aula.

E.


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