Ogni volta la mia anima urla la propria necessità di venire compensata e di qui di rilanciare - ripristinando quelle energie che mi fanno vivere e senza le quali sono morta-in-vita.
Per questo ti cerco, e ti chiedo di fare l'amore con me.
Anni orsono lessi un libro che presentava una rassegna delle modalità in cui, nelle diverse culture umane, si reagisce alla morte di qualcuno caro. I rituali funerari non sempre sono mesti compianti, anzi: spesso sono feste, con musica, danze, cibo, rumore e pure la pratica dionisiaca di atti sessuali.
Ovvero: nel momento della perdita più dolorosa, si celebra la vita nella sua massima potenzialità di energia e piacere.
Questo è, per me, fare l'amore: la sconfitta della paura, della sofferenza, della morte e l'accesso alla perfezione, all'infinito, all'eternità e all'universo. Anche se solo per un istante.
E tu - che in qualche modo lo sai pur se mai ne abbiamo parlato - ogni volta mi dai questo e nulla di meno. Perciò - semplicemente - grazie.